Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 05.35

Sono moralista e giustizialista | B.Fiori

| Scritto da Redazione
Sono moralista e giustizialista | B.Fiori

Sono moralista e giustizialista | B.Fiori
La dissipazione del danaro pubblico e il malgoverno sono notizie un umiliante stillicidio quotidiano. Ora basta. Ogni limite di decenza e di tolleranza morale è stato cancellato. Questo è moralismo? Ebbene, sono un moralista. I partiti, pur non essendo tutti uguali, tutti sono stati infettati, chi più chi meno, dall’ingordigia personale dei loro rappresentanti nelle istituzioni. Se poi c’è qualcuno che esasperato mette nella critica un po’ di battute velenose, viene accusato di fare dell’antipolitica. No, l’antipolitica la fanno gli uomini politici corrotti e quei partiti che non provvedono subito a costituirsi parti lese contro di loro. Roberto Formigoni dà motivo per parlare della vituperata giustizia “politica”. Se è vero che la giurisprudenza prevede tre gradi di giudizio, quella “politica” prevede che a un pubblico amministratore non sia consentito di lasciare nel dubbio l’amministrato se esso è onesto oppure no. Questo è giustizialismo? Ebbene sono giustizialista. Questo paese ha bisogno di rifondarsi eticamente (ovviamente si parla di etica civile), di togliere dalla melma del malgoverno la cultura dell’Interesse Generale. Da quando è finito il confronto, anche duro e dialetticamente violento, tra culture diverse rispetto all’equa ripartizione delle risorse, è rimasto solo un pensiero “unico”, l’arricchimento ed il successo personale anche a spese dell’interesse pubblico e così il degrado morale ha finito per arrivare al livello di metastasi. Il problema dei problemi è il debito pubblico? È vero, ma fintanto che non saranno riportati a livelli fisiologici la corruzione (in Italia pesa per 60 miliardi all’anno), l’evasione fiscale (in Italia pesa per 150 miliardi in meno per l’Erario all’anno), per la parte meno fortunata degli italiani e per quel giovane su tre che cerca lavoro, non c’è futuro. Sta per aprirsi la stagione delle elezioni. Perché non diventino una liturgia logora è un po’maleodorante, voterò quel partito che
•farà le primarie per i candidati che metterà in  lista; 
•metterà nel suo statuto la sospensione dal partito di qualsiasi suo amministratore pubblico sospettato di disonestà e la costituzione a parte lesa in caso di rinvio a giudizio;
•sottoporrà al vaglio di un organo periferico della Corte dei Conti i bilanci, oltre che del partito provinciale e regionale, della gestione delle risorse assegnate al proprio gruppo consiliare.
•presenterà un serio programma per la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. 

Benito Fiori (Gruppo di riflessione politica “il frantoio”)

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