LA BANDIERA ED IL DESTINO DI UN POPOLO
Si è scritto e detto molto sull’argomento e non saranno le nostre poche righe ad esaurire l’argomento.
Ma gli accadimenti degli ultimi anni impongono riflessioni il più possibile condivise e chiarificatrici.
I fatti e le parole devono essere ben presenti quando si affronta un argomento di tanto rilievo.
Come si sa la bandiera di un popolo è un simbolo ed i simboli stanno a significare spesso una sintesi di speranze ,fatti accaduti nel bene e nel male, quando c’è.
Che cosa ci sia di male in un simbolo come la bandiera italiana è, per ora, tutto da rimandare alle espressioni di un “capo popolo” che non ha trovato di meglio che infierire sul simbolo stesso a difesa di una presunta inimicizia verso le cosiddette minoranze padane.
Anch’io sono padano e non mi sento proprio minoranza.
Anzi faccio parte della maggioranza padana che non segue il gregge e dirà la sua a tempo debito.
Se si va all’origine dei fatti la bandiera italiana è nata in un contesto unificatore di realtà locali , neppure sostenute da localismi, che avevano capito da tempo che non avrebbero avuto nessun futuro in un contesto europeo già quasi interamente formato da stati nel complesso stabilizzati, anche se con qualche contrasto con l’inclusione di qualche minoranza poco integrata e male valorizzata.
Nulla è perfetto.
Ma ciò che non può essere tollerato sono le ingiurie e le offese gratuite verso un simbolo che accompagna l’Italia ormai da 150 anni.
All’ombra della bandiera italiana si sono anche combattute guerre per la salvaguardia del suolo patrio e molti della migliore gioventù hanno sacrificato la loro vita nel nome di un comune pensiero.
A questi deve essere portato il massimo rispetto , da tutti.
Non è quindi consentito a “nessuno” di lanciare grida di offesa al simbolo nazionale, nemmeno al più convinto di un ideale separatista.
Indipendenti da chi e da che cosa ! ?
Da Roma ladrona ?
Già ai tempi di D’Annunzio di parlava di Roma “mangiona”: abbiamo viso tutti come è andata a finire.
Ora non sembra che la partecipazione al governo abbia di molto modificato il modo di governare : tutto intento ad emanare leggi che controllano lo Stato ancora da Roma “ladrona”.
Sono cambiati “i padroni pro tempore” ma non sembra cambiato nulla se non si fa riferimento alla arroganza dei loro modi di fare e di legiferare.
A questo punto è bene ricordarsi che il maggior responsabile di questo partito si era recato da Milossevich in visita di “cortesia” al tempo in cui ebbe origine la più feroce e stupida guerra al “diverso”.
Non sembra questo uno degli episodi da dimenticare.
Come non è da dimenticare la legge vigente sulla immigrazione , fatta male e peggio gestita.
Gli accordi con uno stato privo di ogni credibilità hanno dato i frutti che hanno dato.
Una sorta di nemesi storica ha fatto il resto.
Ed ora si invoca l’aiuto dell’Europa , che pure deve essere dato, ma se si va all’origine dei fatti ci rammentiamo bene i sentimenti antieuropei degli esponenti della Lega( persino nei confronti dell’Euro).
Il tutto anche con espressioni “sine baculo” uscite dalla bocca di qualche politico improvvisato e male in arnese da punto di vista culturale ed anche politico.
Non si difendono così le istanze legittime di un territorio.
La gravità dei fatti è da porre in maggior evidenza se si va ad osservare anche la dinamica della attuale composizione politica che ha permesso di usare la ribalta italiana ed europea.
Non è certo merito o colpa tutta della Lega se si stanno verificando i fatti che tutti conosciamo.
C’è chi per suo uso e consumo ha dato il via libera a simili comportamenti solo per usufruire di una maggioranza che opera come tutti ben vediamo.
Il comportamento è quello tipico dei compagni di merende.
Ognuno contribuisce con quello che ha a disposizione ed i risultati si vedono.
Ne esce quindi una Italia spaccata in due : ma i capi della cosiddetta opposizione non hanno ancora bene inquadrato il problema.
L’unico modo di farsi sentire sono le lamentazioni greche , da cui nulla può uscire se non la momentanea consolazione di aver lanciato proclami “ a perdere”.
Non ho sentito finora proclamare dure prese di posizione sulle “esternazioni” di Bossi sulla esistenza dei trecentomila fucili padani pronti alla bisogna e di cui non si conosce la provenienza.
Che cosa ci vuole ,ancora , per smuovere dal torpore intellettuale e morale i rappresentanti del “popolo” !! ??
Localmente poi, ogni ,tanto si assiste alla rincorsa della sparate della Lega e le conseguenze le abbiamo viste tutti.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI
CREMONA