Come lamentarci del calo della partecipazione popolare all'attività politica
e amministrativa, se i principali riferimenti istituzionali del nostro
territorio invitano esplicitamente i cittadini a disertare le urne, come ha
fatto il presidente Salini? Ben altro esempio è venuto dalle più alte
cariche istituzionali dello Stato, a partire dal Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, come anche dalle autorità religiose
attraverso il pronunciamento di numerose Diocesi, della stampa cattolica
diocesana e dei movimenti ecclesiali, che hanno espresso un chiaro invito a
recarsi a votare, suggerendo per altro di rispondere positivamente con
quattro "sì". E' evidente la contraddizione di quanti si riempiono la bocca
dei termini "partecipazione popolare", "democrazia", e poi invitano
all'astensionismo per raggiungere così surrettiziamente un obiettivo
politico e vanificare qualsiasi possibilità di riforma "dal basso".
Domenica e lunedì non sono in gioco solamente le questioni nodali dei beni
comuni - energia elettrica e acqua pubblica - ma anche le risposte che il
Governo e la Regione non hanno dato al piano - alternativo al nucleare! -
per la produzione di 400/500 MW di energia idroelettrica pulita mediante il
progetto autofinanziato - senza alcun aggravio sulla finanza pubblica - per
la regimazione del fiume Po. Il referendum sarà dunque per i cittadini anche
l'occasione di formulare un giudizio di merito rispetto al taglio dei 180
milioni dei fondi FAS destinati ai territori padani e degli 87,5 milioni per
la navigazione interna Tencara , completamente cancellati dalla manovra
Tremonti nonostante i benefici che ne sarebbero derivati sulla nostra
bolletta energetica. Quindi, i motivi per andare a votare sono tanti,
importanti per il nostro territorio e per il suo futuro.
Giuseppe Torchio
Lista civica provinciale
