Martedì, 30 aprile 2024 - ore 17.50

Torchio su Cava amianto: scontro vecchia politica-società civile

| Scritto da Redazione
Torchio su Cava amianto: scontro vecchia politica-società civile

La maturità delle rappresentanze economiche e sindacali che si fanno carico delle questioni più generali del nostro territorio e non solo delle specifiche questioni aziendali, emerge dal patto di azione tra il gruppo Lameri ed i sindacati dei lavoratori.
Un'intesa che guarda avanti, sul solco dei pronunciamenti dei Comuni del Territorio, del ricco associazionismo cattolico sociale, della stessa Pastorale Sociale della Diocesi e punta a nuove opportunità occupazionali ed a nuovi investimenti per lo sviluppo nella filiera agroalimentare di un gruppo multinazionale che non vuole essere costretto a delocalizzare
all'estero.

Di fronte a queste azioni virtuose, in un momento di marcate difficoltà economiche ed occupazionali, stupisce e inquieta l'arroganza di Cavenord che rifiuta ogni tavolo di confronto ed approfitta di una legislazione partigiana dei cavatori in una Regione ed in un Paese rimasti ultimi in Europa ad autorizzare lo smaltimento dell'amianto attraverso la "sepoltura", una pratica che ricorda la politica dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia.
  
Da un lato le forze attive che, dopo esempi importanti di acquisizione e rilancio di  marchi storici come "Vergani"  e l'acquisizione di forti commesse di qualità nel "food", puntano a nuovi traguardi e dall'altro una vecchia politica apparentemente decisionista ma che concentra nelle mani della faraonica burocrazia regionale un potere smisurato.

Lo scontro tra vecchio e nuovo è evidente: da un lato chi vuole l'innovazione e sviluppa nuove relazioni sindacali, in momenti così difficili (v. rottura Fiat-Confindustria) e dall'altro chi si avvale di una burocrazia retriva, chiusa all'innovazione dei processi industriali come l'inertizzazione che elimina definitivamente l'amianto e si limita, invece,
alla pilatesca sepoltura in cimiteri di scorie immortali.

È la stessa burocrazia, sotto schiaffo di una politica in ritardo di oltre quattro anni sull'autorizzazione alla discarica rifiuti solidi urbani di Vescovato e di quasi tre anni sul piano cave della Provincia.

I risultati sono davanti agli occhi di tutti: apertura della megadiscarica di Retorto, che nessuno vuole, chiusura della discarica di Malagnino, definita da tutti necessaria e qualche centinaio di operai in cassa integrazione nel settore cave, in particolare nel Cremasco (cava Alberti, etc.)

Non si può certo obiettare che allarmi chiari e ripetuti non siano venuti in questi anni. Una politica abbarbicata al passato non ha capito e si ostina a non capire.

Giuseppe Torchio
Consigliere Lista Civica Provinciale

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