Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 11.37

Tutte le lingue del mondo usano suoni simili per parole simili

Uno studio recentemente pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences sembra avere ribaltato totalmente le teorie linguistiche proposte per la prima volta dallo svizzero Ferdinand de Saussure (1857-1913) e ritenute tuttora valide.

| Scritto da Redazione
Tutte le lingue del mondo usano suoni simili per parole simili

Uno studio recentemente pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences sembra avere ribaltato totalmente le teorie linguistiche proposte per la prima volta dallo svizzero Ferdinand de Saussure (1857-1913) e ritenute tuttora valide. Se, infatti, lo studioso riteneva che il legame fra i suoni di una parola e il suo significato fosse totalmente casuale e basato solo su delle convenzioni variabili da idioma a idioma, la prima analisi statistica approfondita sull’argomento pare abbia smentito tale ipotesi.

«Abbiamo dimostrato che una fetta considerevole di cento termini basilari mantengono una forte associazione con determinati suoni o pronunce, e questa associazione attraversa i continenti. Abbiamo per esempio trovato spesso la pronuncia della vocale “i” per dire “piccolo” o le consonanti “p” e “b” per dire “pieno”, così come abbiamo associato la consonante “l” per dire “lingua” e la “n” per dire “naso”», è quanto è stato spiegato dagli autori della ricerca che ha coinvolto i due terzi delle lingue parlate al mondo. Più nello specifico, le correlazioni lettere-significato rintracciate sono state 74 e includono anche i termini per definire alcuni colori, oppure concetti comuni della vita quotidiana. «Questo non significa che tutte le parole hanno lo stesso suono» ha specificato subito Morten Christiansen della Cornell University, che ha contribuito personalmente al progetto, «ma che l’associazione tra suoni e parole è più forte di quanto possa sembrare».

Le potenziali eccezioni alla neo-regola, in effetti, rimangono comunque più che numerose, sebbene una scoperta simile abbia tutte le premesse per rovesciare svariate e consistenti convinzioni in campo linguistico, dal momento che sarebbero in conflitto con la supposizione che un antico e primitivo modello di comunicazione abbia lasciato le proprie tracce nelle parlate umane di ogni luogo, consentendo tuttora l’esistenza di rapporti di dipendenza fra fonetica e semantica. Per attendere i risvolti di tali considerazioni ci vorrà del tempo, ma per ora è possibile seguire il dibattito sull’argomento e comprendere come reagiranno personalità affermate nel settore.

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