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Udine, 29 gennaio, presentazione libro 'Il volto nascosto dello sviluppo' di G. Luigi Bettoli

Presenti insieme all'autore, Ferdinando Ceschia, Roberto Muradore, Alessandro Forabosco

| Scritto da Redazione
Udine, 29 gennaio, presentazione libro 'Il volto nascosto dello sviluppo' di G. Luigi Bettoli

Venerdì 29 gennaio 2016 – ore 17.45

presso la Libreria Moderna

in Via Cavour, 13 ad Udine

presentazione del libro di Gian Luigi Bettoli: "Il volto nascosto dello sviluppo"

Contadini, operai e sindacato in Friuli dalla Resistenza al “miracolo economico” Osoppo, Olmis, ISBN 987-88-7562-156-8, 352 pp., 14€

Ne discuteranno con l’autore: Ferdinando Ceschia, segretario della Csp UIL di Udine, Roberto Muradore, segretario della Ust CISL di Udine, Alessandro Forabosco, della Cdlt CGIL di Udine

L’ultimo libro di Gian Luigi Bettoli si propone di ricostruire le vicende sociali, economiche e politiche del Friuli a partire da un’angolazione particolare, “dal basso”, dal punto di vista delle classi “subalterne”.

La storia di questa regione naturale viene ricostruita attraverso l’analisi dei movimenti popolari, che la portano ad uscire dalla prevalente economia agricola per entrare, anche se in ritardo, nel nuovo mondo industriale. Nel corso di una generazione i contadini si trasformano in operai e la tradizionale emigrazione di massa raggiunge il suo culmine, ponendosi le premesse per poi iniziare la parabola discendente negli anni ’70.

Il titolo del libro, “Il volto nascosto dello sviluppo”, vuole fotografare un’interpretazione deliberatamente non edulcorata degli avvenimenti, dalla parte di chi ha costruito con la sua testa e sulle sue spalle il nuovo Friuli. Si prendono qui esplicitamente le distanze da chi centra le analisi sul culto dei “capitani d’industria”. Anche mettendo in rilievo un altro Friuli, tutt’altro che allineato al moderatismo dei suoi rappresentanti politici maggioritari, ed al contrario animato da forti tensioni ideali e da movimenti di massa. Che vedono protagonista non solo la sinistra, ma anche settori importanti del mondo cattolico.

Iniziando dalla sollevazione del movimento operaio durante la Resistenza, si passa per le grandi lotte sociali dell’immediato dopoguerra (per l’assistenza alle vittime, la ricostruzione, il diritto alla terra ed al lavoro), la ristrutturazione tayloristica dell’economia e la nuova grande emigrazione, fino al “boom” che aprirà le porte alla società al benessere, con tutte le sue contraddizioni. Dove – mentre le classi dirigenti continuano a ragionare di sottosviluppo e di “Cassa del Mezzogiorno” anche per il Friuli – inizia a diventare protagonista un nuovo capitalismo “molecolare” che si evolve in grandi gruppi manifatturieri. Destinati a soppiantare la vecchia economia dei monopoli multinazionali, quelli dell’industria tessile, idroelettrica, chimica e mineraria che avevano fatto il bello ed il cattivo tempo, in una società per molti aspetti “colonizzata”. Come dimostrerà, alla fine del periodo considerato, la vicenda del Vajont: una catastrofe non naturale costruita attraverso lo sfruttamento selvaggio del territorio e dei suoi abitanti.

Protagonisti solitamente sottovalutati di questa grande trasformazione sono le principali organizzazioni sociali, i sindacati dei lavoratori, le cui vicende sono ricostruite anche attraverso l’analisi quantitativa della loro organizzazione e radicamento settoriale. Che li porterà ad evolversi dal mondo della “grande Cgil” unitaria postbellica, forte di famiglie mezzadrili ed operaie tessili, al moderno pluralismo sindacale espressione delle nuove figure dell’operaio manifatturiero.

Ma il libro contribuisce anche a ricostruire o precisare alcune biografie di importanti tecnici friulani di rilevanza nazionale, come l’agronomo Grinovero – un protagonista delle bonifiche agrarie – od il geologo Gortani, con le sue sofferenti contraddizioni a proposito della frana annunciata dal Monte Toc.

La parte centrale del libro presenta una serie di casi di studio, dedicati alle principali industrie manifatturiere – Cotonifici Veneziano ed Udinese, un caso di filanda serica, Saici-Snia, Zanussi, Savio, Danieli, Solari, Ceramica Scala/Ideal Standard e Cartiera di Tolmezzo – ed ai due grandi complessi minerari attivi all’epoca, a Cludinico e Raibl.

Il libro termina nei primi anni ’60 con l’avvio del centrosinistra e con i suoi esperimenti di pianificazione, che proprio nel comprensorio del disastro ebbero un laboratorio, dove lavorarono alcuni tra i più importanti urbanisti e scienziati sociali italiani.

Fonte: Lega coop Fvg

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