Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 12.38

CREMA: CARO BOLLETTE, APPROVATO IL NUOVO DECRETO

CODACONS: PURTROPPO SI PARLA DI UNO SFORZO INSUFFICIENTE E TARDIVO, IL CARO ENERGIA IMPOVERISCE LE FAMIGLIE E RIDUCE I CONSUMI CON UN EFFETTO NEGATIVO SULL’ECONOMIA

| Scritto da Redazione
CREMA: CARO BOLLETTE, APPROVATO IL NUOVO DECRETO

Il caro bollette picchia duro su famiglie e imprese italiane, così il Governo ha preparato un nuovo decreto per venire incontro alle esigenze di chi si trova in difficoltà. L'intervento contro il caro energia nel suo complesso sarà presentato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che terrà oggi una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri: interverranno anche i ministri dell'Economia Franco, dello sviluppo economico Giorgetti, della Transizione ecologica Cingolani. Ovviamente ve ne daremo conto in modo tempestivo. 

In cabina di regia Draghi e i ministri proponenti hanno illustrato il decreto legge contro il caro energia che vale circa 7,5 miliardi. C'è stato - secondo quanto si apprende - un giro di tavolo con i capidelegazione e non si sarebbero registrate frizioni. Il provvedimento approderà in Consiglio dei Ministri nel pomeriggio alle 15:30.

Il nuovo decreto contro il caro-bollette replicherà per il secondo trimestre le misure di contenimento dei rincari di luce e gas per famiglie e imprese già adottate anche nel primo trimestre, ma introdurrà interventi strutturali per lo stoccaggio e per l'aumento della produzione di gas nazionale. L'aumento della produzione non prevede tuttavia nuove trivellazioni: secondo quanto si apprende saranno concesse più autorizzazioni all'estrazione di gas naturale, per lo più in Sicilia ma anche nelle Marche e nel ravennate. Inoltre l'aumento della produzione nazionale sarebbe legato poi a un prezzo calmierato di vendita.  

Previsto anche un intervento da circa 400 milioni in favore delle regioni per le spese Covid extra nelle strutture sanitarie dovute anche ai rincari energetici così come trovano spazio anche fondi destinati ai Comuni che devono fronteggiare extra costi dovuto al rincaro dell'energia e gli aiuti agli impianti sportivi che ospitano piscine.

Nel provvedimento oltre al capitolo energia entrano anche un fondo unico per l'automotive con incentivi su biocarburanti e idrogeno, ma anche la modifica della cessione del credito per bonus edilizi e Superbonus. In Consiglio dei ministri si discuterà anche del fondo per risarcire le famiglie dei medici morti per Covid.

++ articolo in aggiornamento ++ Via libera del Consiglio dei Ministri al nuovo decreto contro il caro bollette. L’intervento a favore di famiglie e imprese, annunciato in conferenza stampa dal Premier Mario Draghi e dal ministro dell’Economia Franco, supera i 5,5 miliardi di euro. Tra le misure approvate: l’azzeramento degli oneri di sistema per l’elettricità per piccoli e grandi utenti (famiglie, Pmi e grandi imprese),

l’azzeramento degli oneri di sistema per il gas, l’abbattimento dell’aliquota IVA sul gas al 5%. Inoltre è stata confermata la tutela

di 3,5 milioni di nuclei familiari con redditi bassi, che godono del

bonus sociale sulle bollette elettriche e del gas.

Per quanto riguarda le imprese, il decreto replica per il prossimo trimestre l’intervento

per le imprese energivore (circa 4mila imprese), estendendolo alle

imprese che autoproducono energia elettrica consumando gas.

Si aggiunge un intervento di sostegno di oltre 500milioni per le imprese cosiddette

“gasivore” (circa 1000 imprese).

Bollette, il nuovo decreto contro il caro energia

  • aiuti alle famiglie e alle imprese;
  • incremento della produzione nazionale di gas;
  • semplificazione le energie rinnovabili;
  • tassa su guadagni produttori;
  • fondo unico per l'automotive da 1 miliardo l'anno.

In attesa della conferenza stampa ecco dunque tutte le anticipazioni degli interventi in arrivo, con i bonus per famiglie e imprese. In particolare è atteso l'eliminazione degli oneri di sistema anche nel secondo trimestre del 2022 in vista del perdurare delle tensioni geopolitiche concausa dell'aumento dei prezzi delle materie prime.

Complessivamente l'intervento per affrontare il caro energia ammonterebbe a circa otto miliardi. Tra le misure previste oltre agli aiuti alle famiglie e alle imprese, vi sarebbe anche l'incremento della produzione nazionale di gas, la semplificazione per l'installazione di impanti di energie rinnovabili e la redristribuzione dei guadagni di poche grandi aziende da redistribuire a migliaia di piccole imprese.

Previsto anche un fondo unico pluriennale per l'automotive per sostenere il settore con uno stanziamento di 800 milioni nel 2022, che poi salirà a 1 miliardo l'anno come richiesto dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.

678 milioni di euro per le piccole e medie imprese

Correlato all'intervento anche il maxi finanziamento firmato dal Ministero dello sviluppo economico per le imprese. Secondo quanto spiegato dal ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti è stato inoltre istituito un nuovo regime di aiuti per sostenere con 678 milioni di euro gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico. Lo prevede il decreto firmato dal titolare del Mise che disciplina i finanziamenti garantiti dal programma d'investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione. "Da ministro dello sviluppo economico è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l'impatto energetico sui processi produttivi. È questa un'altra importante linea d'azione da perseguire per fronteggiare, in un'ottica di medio e lungo periodo, il caro bollette", dichiara Giorgetti. 

Caro bollette, le critiche degli ambientalisti 

"Nell’affrontare il caro bollette ancora una volta il Governo sta sbagliando strada e soluzioni da adottare" spiegano Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia che bollano l'intervento del governo come sbagliato perché utilizza "soluzioni tampone, scellerate e insensate".

"Non serve raddoppiare la produzione del gas e avviare nuove trivellazioni a terra e a mare - spiegano le associazioni ambientaliste - I veri interventi da mettere in campo, e che purtroppo al momento ancora latitano, riguardano la decuplicazione della velocità di sviluppo delle fonti rinnovabili, a partire dal solare fotovoltaico e dall’eolico, e l’avvio di serie politiche di efficienza energetiche nei consumi domestici e nei cicli produttivi. Occorrono soluzioni credibili e radicali per ridurre le emissioni di CO2, semplificando anche le procedure autorizzative e garantendo un ruolo sempre maggiore alle fonti rinnovabili e ai sistemi di accumulo e correggendo e stabilizzando il superbonus edilizio del 110%. Solo così si potranno ridurre davvero le bollette e aiutare allo stesso tempo l’ambiente e le famiglie ad abbattere i costi."

Il gas fossile, sottolineano le associazioni, è un combustibile che minaccia il clima e da cui dipendiamo in modo pericoloso, come dimostra il prezzo attuale delle nostre bollette. L’Italia importa il 94% del gas naturale che utilizza e ciò porta ad un’eccessiva dipendenza dal contesto internazionale e una conseguente vulnerabilità, assolutamente non mitigabile con eventuali nuove estrazioni dalle irrisorie riserve nazionali (agli attuali consumi esauriremmo le riserve certe e probabili di gas nazionale in soli 15 mesi), che non si avrebbe se investissimo nelle rinnovabili e in efficienza. Gli investimenti previsti nel gas fossile, comprensivi di Capacity Market, ci costeranno almeno 30 miliardi di euro, che verranno sottratti alle energie rinnovabili, unica vera soluzione al cambiamento climatico. 

Le associazioni ribadiscono anche le loro critiche di fondo sul PITESAI, pubblicato in questi giorni dopo l’intesa con le Regioni e in attesa del decreto ministeriale conclusivo. “Ci saremmo attesi da un Piano strategico per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee come il PiTESAI, in coerenza con l’obiettivo europeo di decarbonizzazione al 2050, – dichiarano Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia – uno stop a qualsiasi rilascio di nuove autorizzazioni per concessioni di coltivazioni di idrocarburi liquidi e gassosi a terra e a mare; un’indicazione chiara sul termine ultimo per chiudere qualsiasi attività estrattiva nel nostro Paese (come hanno fatto per legge da Francia e Danimarca); nessuna proroga per le concessioni di coltivazione e i permessi di ricerca che non siano stati sottoposti a VIA (94 concessioni e 1 permesso di ricerca sui 248 titoli minerari vigenti al 30/6/2021)”.

Gli ambientalisti ricordano che, secondo quando previsto dal PITESAI, potranno invece riprendere i procedimenti autorizzativi vecchi e nuovi (compresi quelli di Valutazione di Impatto Ambientale) per la prospezione e ricerca degli idrocarburi, che erano stati sospesi con la moratoria del 2019, che minacciano 26mila kmq sulla terraferma e circa 91mila chilometri quadrati di mare (con il rischio che vengano anche riaperte aree situate nell’Alto Adriatico dove finora erano bloccate le attività di ricerca per problemi legati al rischio subsidenza). Attività di ricerca, che saranno comunque finalizzate alla sola individuazione delle riserve di gas (come richiesto dalla Conferenza Unificata).

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