Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 03.43

Equivita: ‘Quando la cavia è una cavia, la vera cavia siamo noi’

Su 100 sostanze che risultano innocue nelle prove fatte su animali, 92 vengono scartate nelle prove successive sull’uomo

| Scritto da Redazione
Equivita: ‘Quando la cavia è una cavia, la vera cavia siamo noi’

Lo slogan diffuso molti anni fa dal Comitato Scientifico Antivivisezionista, oggi Comitato Scientifico Equivita, «Quando la cavia è una cavia, la vera cavia siamo noi», si è reso nuovamente e drammaticamente veritiero. Nei giorni scorsi, le prove su “volontari sani” di una nuova molecola, la BIA 10-2474, creata dalla casa farmaceutica portoghese Bial, quale antidolorifico destinato anche a trattare i disturbi di umore e di ansia e i problemi motori legati alle malattie neurodegenerative come il Parkinson, sono state affidate al laboratorio Biotrial, una società francese «di buona reputazione», che ha una delle sue sedi a Rennes (Francia) e dà lavoro a 300 persone. Le prove hanno portato alla morte cerebrale di un giovane e al ricovero urgente di altri 5, di cui 4in gravi condizioni (che potrebbero avere danni neurologici permanenenti).

Come informano le autorità (e come da obbligo di legge), le prove su animali erano state eseguite, in questo caso, perfino sugli scimpanzè (specie animale evolutivamente più vicina all’uomo). Purtroppo, le leggi europee, da un lato, e i cittadini che si espongono a questi rischi quali “volontari”, dall’altro, non hanno ancora recepito il messaggio di un crescente numero di scienziati che in tutto il mondo lanciano il loro appello con toni sempre più forti sul rischio che rappresentato le prove su animali per la salute umana e per il progresso della scienza. Ne è un esempio molto recente l’Iniziativa dei Cittadini Europei Stop Vivisection, di cui Equivita è stato promotore, che ha raccolto ben 1.371.000 firme in tutta Europa. Ribadisce Gianni Tamino, Presidente del Comitato Scientifico Equivita: «Le prove su animali non hanno alcun valore predittivo per l’uomo e costituiscono purtroppo: un alibi per poter procedere a una sperimentazione sull’uomo senza le dovute precauzioni; una tutela giuridica per i casi di disastri farmacologici, in quanto forniscono “l’incertezza della prova” che esonera le aziende produttrici dei farmaci dalla responsabilità civile; un ostacolo alla diffusione dei nuovi metodi di ricerca, che sono di gran lunga più predittivi per l’uomo, più esaurienti nelle risposte che forniscono, oltre che mille o milioni di volte più rapidi ed economici, dunque un ostacolo al progresso della scienza. Inoltre: se è certo che la scienza deve progredire, come è sempre stato detto, essa di certo non deve progredire sulla disperazione dei più poveri, che li porta a mercificare il loro bene più prezioso ed esclusivo: la salute».

«I legislatori dovrebbero dunque migliorare le leggi che riguardano il reclutamento dei “volontari” e guardarsi bene dal chiudere un occhio sui presunti “rimborsi spese” che percepiscono le “cavie umane” e che in Francia vengono perlomeno (appena un poco più onestamente) definiti “indennità”», conclude Tamino.

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