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FEMEN CONTRO BERLUSCONI: COSI' LE MANIFESTANTI UCRAINE HANNO PRESO IN GIRO GLI ITALIANI (E FATTO UN ASSIST AL CAVALIERE)

| Scritto da Redazione
FEMEN CONTRO BERLUSCONI: COSI' LE MANIFESTANTI UCRAINE HANNO PRESO IN GIRO GLI ITALIANI (E FATTO UN ASSIST AL CAVALIERE)

La protesta di Domenica, 24 Febbraio, ha regalato un assist mediatico al Cavaliere, così come fatto in diverse occasioni nei confronti dei regimi di Yanukovych, Lukashenka e Putin in Ucraina, Bielorussia e Russia. Un'occasione sprecata per riflettere sulla tutela dei diritti umani nell'Europa dell'est

 

Ci sono state le promesse -poi smontate dalla Svizzera- sulla restituzione dell'IMU e l'acquisto di Balotelli nel mercato di riparazione del Milan. Alla fine ci mancavano solo i seni al vento dinnanzi al seggio.

 

Nella giornata di Domenica, 24 Febbraio, il Leader della coalizione di centrodestra, Silvio Berlusconi, è stato contestato dalle FEMEN: ragazze ucraine note alla stampa mondiale per le proteste in topless in diversi Paesi del Mondo.

 

La protesta del quintetto ucraino, avvenuta a Milano presso il seggio in cui Berlusconi ha votato, è stata tempestivamente bloccata dalla polizia, costretta ad atterrare le ragazze FEMEN sull'asfalto per placare la loro vivace manifestazione.

 

Pronte si sono alzate le proteste di chi se l'è presa con le forze dell'ordine per avere posto fine in maniera 'barbara' ad una manifestazione contro l'ex-Premier italiano, ed è finito per assurgere FEMEN a paladine del dissenso contro Berlusconi.

 

Niente di più sbagliato e, nel contempo, niente di più raggelante per chi conosce bene la realtà dell'Ucraina, ed ha avuto modo di vedere FEMEN all'opera dal vivo.

 

Episodio esemplificativo è quello del 9 Febbraio 2010, quando, presso un seggio della periferia nord-orientale di Kyiv, FEMEN si sono rese protagoniste di una simile protesta contro il candidato Presidente Viktor Yanukovych: contestato per alcune frasi sessiste pronunciate nei confronti della sua avversaria nella competizione elettorale, l'ex-Primo Ministro Yulia Tymoshenko.

 

I seni nudi delle FEMEN, placcati e coperti dalla militsiya ucraina quasi nell'immediato, hanno fatto il giro del Mondo, regalando a Yanukovych un implicito assist pubblicitario di non poco conto.

 

Da quel momento, altre sono state le proteste delle FEMEN nei confronti di Yanukovych: una volta per la strage di cani, un'altra contro l'organizzazione degli Europei di calcio -che secondo FEMEN avrebbero incentivato la prostituzione- ma mai contro il regresso della democrazia in Ucraina.

 

Dalla salita al potere di Yanukovych, la Tymoshenko e un'altra decina di esponenti dello schieramento democratico "arancione" sono stati arrestati per motivi politici, e giornalisti e stampa libera sono stati vittime di repressioni.

 

Tutte tematiche mai difese dalle FEMEN, così come l'accentramento dei poteri del Parlamento nelle mani del Presidente Yanukovych, e la falsificazione da parte dell'Amministrazione Presidenziale delle Elezioni Amministrative del 2010 e di quelle Parlamentari del 2012.

 

Altro oggetto preferito della protesta FEMEN è stato il Presidente bielorusso, Alyaksandr Lukashenka: Capo della nazione confermato alla guida della Bielorussia in cinque tornate elettorali dal 1994, contraddistinte da arresti nei confronti dei candidati dell'opposizione e brogli diffusi su larga scala.

 

Anche nel caso di Lukashenka, la protesta FEMEN ha regalato un assist di non poco conto al Regime bielorusso: i seni al vento delle manifestanti ucraine sono state l'unica manifestazione contro Lukashenka di cui le Autorità di Minsk hanno dato ufficialmente notizia, dando così al Batka -com'è noto Lukashenka in Patria- un'aurea di Leader moderno contestato dalla piazza.

 

Famosa all'Occidente è stata anche la protesta inscenata dalle FEMEN contro l'arresto in Russia delle Pussy Riot: gruppo punk condannato al carcere per avere contestato il Presidente russo, Vladimir Putin, in una Chiesa Ortodossa.

 

Oltre che un assist mediatico per Putin, la protesta delle manifestanti ucraine si è tinta di infamia anche per la modalità con cui è stata eseguita. A Kyiv, una Croce cattolica è stata calpestata, e rotta, per protestare contro la collusione tra le gerarchie ecclesiastiche della Chiesa Ortodossa russa.

 

Va da sé sottolineare come FEMEN non siano né patriote della democrazia, né alfiere della causa delle donne, ma semplici catalizzatrici di attenzione mediatica in Paesi non-democratici, come l'Ucraina di Yanukovych, la Bielorussia di Lukashenka, e la Russia di Putin.

 

Alla lista dei tre Capi di Stato di Ucraina, Bielorussia e Russia si aggiunge ora anche Berlusconi, che dalla protesta FEMEN ha ottenuto uno spot in mondovisione che ha contribuito all'ottenimento dell'ottimo risultato elettorale che ha visto la coalizione da lui guidata posizionarsi ad un soffio dal centrosinistra di Bersani e dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

 

Lungi dal bollare Berlusconi come dittatore, resta però da riflettere sul se la protesta FEMEN sia stata effettivamente utilizzata dal Cavaliere per scopi mediatici o meno.

 

Ad alimentare i sospetti sono i noti rapporti di stretta amicizia tra Berlusconi, Lukashenka e Putin, che, oltre ad avere aumentato la dipendenza energetica dell'Italia dalla Russia, hanno peggiorato la reputazione del Belpaese in seno all'Unione Europea, e nei confronti degli Stati Uniti d'America.

 

E' per questa ragione che è completamente errato prendersela con chi, come le Forze dell'Ordine, ha semplicemente esercitato in maniera tempestiva la propria professione.

 

La protesta FEMEN contro Berlusconi sarebbe bensì l'occasione per riflette sull'assenza di libertà in un angolo d'Europa come l'Ucraina, in cui, a differenza dell'Italia, le elezioni sono solo una recita per legittimare il consenso di regimi autoritari.

 

Matteo Cazzulani

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