Il Governo centrale spagnolo approva un emendamento che autorizza lo sfruttamento di gas non-convenzionale. Protestano le Regioni per il mancato rispetto dell'Autonomia.
Una politica energetica nazionale che contrasta misure di carattere regionale in un Paese dove sono forti le tendenze indipendentiste. Nella giornata di lunedì, 18 Novembre, il Governo centrale spagnolo ha consentito, con un emendamento, lo sfruttamento sul suo territorio dello shale gas: oro blu estratto da rocce argillose poste a bassa profondità mediante sofisticate tecniche di fracking che, in pochi anni, hanno consentito agli Stati Uniti d'America di incrementare la produzione interna di carburante.
L'approvazione dell'emendamento, voluta dal Partito Popolare spagnolo, si incastra però in una situazione delicata, poiché parte della legislazione in tema di energia in Spagna è di competenza delle Regioni, che, in alcuni casi, hanno già dato segni di insofferenza verso il Governo centrale.
Come riportato da Natural Gas Europe, i Parlamenti Regionali temono infatti che, con l'emendamento, il Governo centrale voglia imporre nei territori una condotta energetica non condivisa da Regioni che hanno già posto moratorie sullo sfruttamento dello shale.
Tali posizioni sono gia state prese in Cantabria, La Rioja e Navarra, dove le Amministrazioni locali, guidate sempre dal PP -a differenza della Navarra, in cui la maggioranza è detenuta dall'Unione del Popolo Navarrese- hanno posto una moratoria allo sfruttamento dello shale.
La Spagna, che secondo i dati EIA possiede una riserva di 8 Trilioni di Piedi Cubi di shale, ubicata sopratutto in Castilla e Leon, Paesi Baschi ed Asturie, entra così tra i Paesi dell'Unione Europea che sostengono lo sfruttamento del gas non convenzionale, come Gran Bretagna, Polonia, Romania, Lituania, Belgio, Danimarca, Austria, Portogallo e Grecia.
Per la Spagna, lo shale rappresenta anche una fornitura di gas liquefatto che, presto, sarà importata dagli USA attraverso la sviluppata rete di rigassificatori che, più di molti altri Paesi UE, il Governo spagnolo ha realizzato per importare carburante anche da Qatar, Egitto e Norvegia.
Lo shale iberico non piace a Putin
Opposizione allo shale in Spagna è però fatta fortemente da alcuni Parlamenti Regionali, che vedono la questione dello sfruttamento del gas non convenzionale sul proprio territorio non come un'opportunita per diversificare le fonti di energia, bensì come pretesto per portare avanti una battaglia politica spesso legata al desiderio di maggiore autonomia, quando non di totale indipendenza, da Madrid.
Inoltre, proteste nei confronti dello shale sono anche attuate da associazioni ambientaliste che, secondo indiscrezioni, sarebbero supportate dalla Russia di Putin: Paese, che spesso si avvale dell'energia come strumento di pressione geopolitica, che vede il gas non convenzionale come una minaccia al mantenimento della propria egemonia nella compravendita nel mercato UE dell'oro blu.
Matteo Cazzulani
Freelance Journalist
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2013-11-20