Mentre ogni quattro secondi una persona nel mondo muore perché non può curarsi, perché è vittima degli impatti della crisi climatica, perché non ha cibo o perché conflitti e violenze, la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di un pugno di persone. Nonostante la pandemia ci abbia spiegato con drammatica violenza quale sia l’impatto delle diseguaglianze – le varianti nascono dove non ci sono adeguate protezioni e servizi sanitari e poi si diffondono nel mondo intero – nei primi due anni di crisi provocata dal coronavirus i dieci uomini più ricchi del Pianeta hanno raddoppiato i loro patrimoni.
Il patrimonio di 10 ultraricchi è passato da 700 a 1.500 miliardi di dollari
A spiegarlo è un rapporto di Oxfam, secondo il quale il totale nelle mani del piccolissimo gruppo di ultraricchi è passato da 700 a 1.500 miliardi di dollari. Crescendo di 1,3 miliardi di dollari al giorno. 15mila dollari al secondo. Al contempo, prosegue l’associazione, «si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della pandemia». «Già in questo momento – ha commentato la direttrice di Oxfam International, Gabriela Bucher – i dieci super ricchi possiedono una ricchezza sei volte superiore a quella del 40% più povero della popolazione mondiale. Ovvero 3,1 miliardi di persone».
Il documento – intitolato “La pandemia della disuguaglianza” – indica una serie numeri agghiaccianti. Quasi ogni giorno (ogni 26 ore per l’esattezza) l’élite degli ultraricchi accoglie un nuovo “membro”. Sono ormai 2.600 le persone che possono vantare un patrimonio di oltre un miliardo di dollari.
A Jeff Bezos 81,5 miliardi di dollari: il costo di tre dosi di vaccino per il mondo intero
A spiccare, in vetta alla classifica, c’è il proprietario di Amazon Jeff Bezos. Che ha beneficiato dell’immenso “regalo” fatto dalla pandemia al colosso dell’e-commerce. In soli 21 mesi l’imprenditore americano ha aumentato la propria ricchezza di 81,5 miliardi di dollari. Il che equivale al costo stimato per concedere all’intera popolazione mondiale tre vaccini (le due dosi “base” più la “booster”).
«Le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia. Ma gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario – ha aggiunto Bucher –. Alcuni settori hanno beneficiato della crisi con conseguenze avverse per troppi, come nel caso di quello farmaceutico».
Big Pharma sempre più big
Big Pharma è stata infatti «fondamentale nella lotta alla pandemia. Ma succube alla logica del profitto. E restia alla sospensione temporanea dei brevetti e alla condivisione di know how e tecnologie necessarie per aumentare la produzione di vaccini e salvare vite anche nei contesti più vulnerabili del Pianeta».
Così, aziende come Pfizer, BioNTech e Moderna «hanno realizzato utili per mille dollari al secondo», prosegue il rapporto. Secondo il quale «meno dell’1% dei vaccini ha raggiunto i Paesi a basso reddito. La percentuale di persone con che muore a causa del virus nelle nazioni in via di sviluppo è circa doppia rispetto a quella degli Stati ricchi. Ad oggi nei Paesi a basso reddito è stato vaccinato appena il 4,81% della popolazione».
(Andrea Barolini, via Valori.it cc by nc sa)