Secondo le più recenti stime Interpol riportate dal Wwf, i crimini contro la natura sono la quarta attività criminale più redditizia al mondo – preceduti solo dal traffico di droga, dalla contraffazione e dal contrabbando di armi – e generano entrate per 280 miliardi di dollari l’anno, un business purtroppo in crescita.
Un passo importante per la lotta ai crimini contro la natura in ambito europeo è arrivato nei giorni scorsi, con la proposta adottata dalla Commissione europea per la revisione della Ecd, ovvero la direttiva Ue sulla repressione dei crimini ambientali.
Il Wwf, attraverso il progetto Swipe – Successful wildlife crime prosecution in Europe, finanziato dal programma europeo Life – ha partecipato al processo di consultazione pubblica per la necessaria revisione, poiché nel 2020 la valutazione sulla Direttiva rilevava come non fossero stati raggiunti gli obiettivi e come ci fossero ampi margini di miglioramento; tra le novità più rilevanti di quest’ultima proposta, ad esempio, spicca il rafforzamento delle sanzioni, con la reclusione di almeno 10 anni per i delitti ambientali più gravi.
Bracconaggio, avvelenamento, traffico illegale di specie protette hanno infatti un costo incalcolabile ed un impatto enorme su ambiente, salute umana ed economia.
Nei prossimi mesi Swipe analizzerà ulteriormente le soluzioni proposte e seguirà le discussioni al Parlamento europeo e al Consiglio al fine di garantire che siano soddisfatte le premesse per affrontare efficacemente i crimini ambientali nell’Ue: tra i punti richiesti dal progetto Swipe spiccano l’ampliamento dell’ambito di applicazione della Direttiva, disposizioni specifiche per tipologie e livelli di sanzioni penali, un elenco armonizzato di strumenti investigativi transfrontalieri disponibili per gli Stati membri dell’Ue nel contrasto alla criminalità ambientale.