Sabato, 20 aprile 2024 - ore 16.21

INEDITO, GIOVANNI BIANCHI: ‘LA RESISTENZA SENZA FUCILE’ di Giorgino Carnevali

(Vite, storie e luoghi partigiani nella vita quotidiana) Caro Gianni Carlo direttore, con orgoglio vorrei ricordare la figura di Giovanni Bianchi per ricordarne il suo ultimo libro.

| Scritto da Redazione
INEDITO, GIOVANNI BIANCHI:  ‘LA RESISTENZA SENZA FUCILE’ di Giorgino Carnevali INEDITO, GIOVANNI BIANCHI:  ‘LA RESISTENZA SENZA FUCILE’ di Giorgino Carnevali INEDITO, GIOVANNI BIANCHI:  ‘LA RESISTENZA SENZA FUCILE’ di Giorgino Carnevali INEDITO, GIOVANNI BIANCHI:  ‘LA RESISTENZA SENZA FUCILE’ di Giorgino Carnevali

Fu un grande uomo, conosciuto e stimato lungo tutto il nostro “stivale”. Morto poco più di due mesi or sono (24 luglio 2017), fu un politico gentiluomo, cattolico sempre disponibile e cordiale al dialogo. Ricoprì numerosi incarichi nella vita politica italiana. Storico presidente delle Acli, ricoprì inoltre la carica di Presidente Nazionale Partigiani Cristiani, l’ultimo suo incarico, “cioè” quello di Presidente della nostra Associazione. Si distinse anche nel comporre alcuni libri di un certo spessore, l’ultimo dei quali appunto, da poco pubblicato, così si intitola: “La Resistenza senza fucile”. Uno spaccato di quegli anni bui che vanno dal 1943 al 1945. Volentieri ti riporto alcune note apparse su alcuni quotidiani a tiratura nazionale. La scomparsa del politico cattolico impone una riflessione dove descrive l'impegno partigiano, sull'esempio di Dossetti e Gorrieri, con lo spirito di chi al fucile antepone la risposta etica. “Aveva ragione Norberto Bobbio quando affermava che il nostro Paese era fatto di «diversamente credenti» dove i cattolici semmai hanno una caratteristica. Ho titolato il mio libro ‘Resistenza Senza Fucile’. I cattolici non è che fossero pacifisti, magari qualcuno sì. L’unico che ha partecipato a tutte le azioni disarmato è stato Giuseppe Dossetti sull’Appennino reggiano. Su quello modenese c’era Ermanno Gorrieri, sarà ministro del lavoro, che sparava cercando di mirare giusto. La differenza è in un’altra modalità di condurre la guerra, lo dice Gorrieri «Noi cercavamo di non fare stragi inutili e fare morti inutili». Chi definisce meglio questa modalità dei cattolici, ma lo ripeto non è pacifismo, combattendo senza armi, a mani nude, è Ezio Franceschini (sarà rettore dell’Università Cattolica di Milano): «Noi cattolici abbiamo imparato a combattere senza odiare ». Non è che se prendi una pallottola da uno che non ti odia non ti fa secco, però è diversa la modalità, il modo di affrontare il nemico. Io avevo una grande amicizia con Sergio Zigliotti, uno dei capi sull’Appennino parmense, scomparso un anno fa e vice presidente dei partigiani cristiani. Faceva il liceo a Genova e trovandosi sull’Appennino parmense si è aggregato ai partigiani. Farà la maturità classica alla fine della lotta di Liberazione con un tema, che avrei voluto leggere, intitolato:  Dante partigiano cristiano. Questo per dire qual era l’animo. Vado alla conclusione con un altro episodio raccontato dall’amico ebreo Stefano Levi Della Torre, grande architetto, uno dei rappresentanti della comunità ebraica milanese. Una volta mi spiegò, cosa che mi ha lasciato impressionato, che suo padre, partigiano in 'Giustizia e Libertà', dopo la Liberazione si trovava con un amico delle brigate Garibaldi una volta al mese. Sapete cosa facevano? Una volta al mese uno sosteneva le ragioni dell’altro! Un esempio stupendo di che cosa può essere la democrazia, l’ascolto, la comprensione. Una di quelle modalità che, comunque collocate nella Resistenza, ci spiegano come quelle persone abbiano provato a combattere senza odio. Mi sembra davvero una cosa attorno alla quale riflettere. Se poi si viene all’oggi in un periodo nel quale si vendono armi a gogò. Pensate al viaggio di Trump in Arabia Saudita, contratti iper miliardari e con una scelta molto precisa dei Sunniti wahabiti, ossia quelli che stanno con l’Isis. Per carità non è che gli Sciiti siano tutte brave persone. In una fase nella quale papa Francesco ci dice che è incominciata la terza guerra mondiale a pezzetti e capitoli. O questo papa dice barzellette ai funerali, o bisognerà prenderlo sul serio. Cos’è questa terza guerra mondiale? Mi viene in mente Carl Schmitt, grande giurista, perfino filo nazista, ma un’intelligenza acutissima, che negli anni ’60 disse «è incominciata la terza guerra mondiale ». Ed è una guerra civile combattuta da terroristi: è la radiografia. Non voglio rovinare le notti a nessuno, ma quando uno va a scavare nella storia non è che si ferma a mettere un’altra lapide. Si chiede cosa stiamo costruendo, come è possibile. Chiudo con una bella immagine della piccola, ma importante, resistenza tedesca: 'La Rosa Bianca'. Questi ragazzi di Monaco di Baviera, studenti, che si ritrovano alla sera per leggere i classici tedeschi, hanno fatto sei volantini in tutto che mettevano in giro, all’Università, nelle guide delle cabine telefoniche.

La cosa incredibile è questa: li prendono e il tribunale del popolo nazista di Monaco di Baviera li giudica alla mattina e li ghigliottinano nel pomeriggio, tale il timore che potesse il contagio attecchire. Ma la cosa stupenda è che uno dei ragazzi che vanno alla ghigliottina si rivolge all’altro e dice «comunque ci rivediamo fra dieci minuti». Uno che ha il fegato di dire una cosa così testimonia una speranza, che non è l’ottimismo, ma un’altra cosa di estremamente positivo e motivante anche per l’oggi e per il futuro. Credo che riandare a vedere i fatti della Resistenza in questo modo ti arricchisce, non è soltanto fare memoria. La memoria è essenziale, ma è un modo per creare un punto di vista, per guardare la vicenda nella quale, a qualche titolo, siamo dentro, ma per andare avanti”. Grazie Gianni Carlo per l’attenzione, soprattutto per l’impegno che sempre profondi nel dar voce a chi intende “fare memoria” di un periodo buio de3lal nostra Storia, soprattutto a chi intende rinnovare l’invito alla vigilanza, sempre. “PERCHE’ NESSUN VALORE E’ CONQUISTATO UNA VOLTA PER TUTTE, DEFINITIVAMENTE” (Assi, già vescovo in Cremona).

Giorgino  Carnevali (Cremona) 

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