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Kordofan meridionale / Anche l'Onu parla di crimini di guerra

| Scritto da Redazione
Kordofan  meridionale / Anche l'Onu parla di crimini di guerra

Kordofan  meridionale / Anche l'Onu parla di crimini di guerra e contro l'umanità
Un rapporto riservato dell'Onu ipotizza che alcune azione commesse dall'esercito del Sudan e dalle milizie paramilitari nel Kordofan meridionale potrebbe essere «crimini di guerra e contro l'umanità»: bombardamenti aerei contro i civili, perquisizioni casa per casa con arresti arbitrari ed esecuzioni sommarie. Per questo motivo l'Onu potrebbe chiedere alla Corte penale internazionale Cpi di investigare sulla situazione. Le violenze nel Kordofan meridionale proseguono dall'inizio di giugno, quando sono iniziati gli scontri tra l'esercito sudanese e i soldati del Sud Sudan. Dopo questi scontri, secondo la commissione Onu incaricata di redigere il rapporto, l'esercito di Khartoum avrebbe attaccato «membri e sostenitori dello Splm [il partito politico al potere in Sud Sudan] di etnia nuba e in generale di origine africana».  Fin dallo scoppio della crisi alcune organizzazioni della società civile sudanese avevano denunciato le esecuzioni sommarie e parlato di «pulizia etnica» contro i nuba [vedi Newsletter 81 del 15 giugno 2011].

Inoltre il rapporto cita l'esistenza di fosse comuni, la sistematica distruzione dei pozzi e gli attacchi alle chiese cristiane.

Anche alcune immagini satellitari avevano  mostrato tre probabili fosse comuni come rivelato dal progetto Satellite Sentinel. Secondo un testimone oculare, circa 100 corpi erano stati portati dopo gli scontri in un villaggio vicino al capoluogo Kadugli, una delle aree dove di recente l’esercito di Khartoum è intervenuto con la forza contro comunità considerate sostenitrici dello Splm. [vedi Newsletter 83 del 15 luglio 2011]

Ora sarà il Consiglio di sicurezza a dover decidere se chiedere ufficialmente alla Corte penale internazionale di indagare nel Kordofan meridionale; se questo si verificasse, sarebbe la seconda volta in Sudan: la Cpi ha già indagato in Darfur e ha chiesto l'arresto sia del presidente del Sudan - Omar el Bashir - sia dell'attuale governatore del Kordofan meridionale - Ahmad Harun - per crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur.

Il governo ammette di avere trasportato i cadaveri.  Il 27 luglio un portavoce del ministro degli esteri sudanese ha ammesso che nel Kordofan meridionale sono stati trasportati con i camion un numero non meglio precisato di cadaveri, ufficialmente allo scopo di essere sepolti per evitare il rischio di epidemie. Il governatore del Kordofan meridionale, Ahmed Haroun, ha chiesto alla Mezzaluna rossa (cioè all'organizzazione islamica paragonabile alla Croce rossa) di gestire il trasporto e la sepoltura dei cadaveri. 

Molti osservatori sudanesi e internazionali hanno messo in relazione questa notizia con quella che parla del rilevamento satellitare di possibili fosse comuni in Kordofan meridionale.

Khartoum: «Pronti ad accettare i caschi blu». Il ministro degli Esteri sudanese Ali Karti, il 19 luglio, ha dichiarato che  il governo di Khartoum sarebbe disposto ad accettare caschi blu nel Kordofan meridionale. In un'intervista  all'agenzia francese Afp Karti ha dichiarato: «Se arrivasse un accordo con i leader locali che prevedesse l'invio di truppe straniere, sarebbe benvenuto».

La notizia potrebbe rappresentare un'apertura per cercare di riportare la calma nella regione, così come è accaduto nella vicina zona contesa di Abyei, dove – dopo sanguinosi scontri tra soldati del Sudan e del Sud Sudan – sono arrivati i caschi blu etiopici.

Arrivano i combattenti iraniani.  Nel frattempo lo Splm ha accusato il governo di Khartoum di aver fatto arrivare in Sudan soldati iraniani e miliziani somali per mandarli a combattere nel Kordofan meridionale. Sudan e Iran hanno un'intensa collaborazione militare: secondo lo Splm circa 200 soldati iraniani e 10 carri armati sarebbero arrivati all'aeroporto di Kassala.

Non ci sono finora conferme alla notizia da fonti indipendenti.

Manovre politiche. La crisi continua ma nel frattempo le due parti in conflitto elaborano anche i rispettivi piani da un punto di vista politico: leader importanti dello Splm del Nord come Malik Agar, Abdel Aziz e Yasir Arman si sono incontrati in una località imprecisata nei Monti Nuba per coordinare le loro azioni e hanno fatto sapere che accetteranno le trattative solo attraverso una terza parte; da Khartoum l’Ncp si è detto disponibile a trattative. Alcuni mezzi di informazione sudanesi hanno inoltre parlato di un possibile incontro ad altissimo livello tra il presidente sudanese Bashir e Malik Agar (il comandante delle forze dello Splm / Nord) per discutere la situazione.

I precedenti. Il Kordofan meridionale comprende importanti comunità non-arabe e cristiane, dipende dal governo di Khartoum ma beneficia di uno statuto speciale in base agli accordi globali di pace  (Cpa) che nel 2005 avevano  posto fine a oltre venti anni di guerra civile. È una delle zone di maggiore tensione lungo la fascia di confine tra Nord e Sud. Durante la guerra civile - in particolare sui Monti Nuba - etnie di origine araba appoggiate da Khartoum hanno combattuto etnie africane che sostenevano lo Splm.

Le elezioni locali di maggio, contestatissime dallo Splm del Kordofan meridionale, hanno confermato alla guida della regione il candidato di Khartoum.

fonte:Informazioni Campagna Sudan <info@campagnasudan.it>

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