Il colosso USA non sostiene l'elevata pressione fiscale sullo sfruttamento del gas non-convenzionale lituano. Il Premier della Lituania, Algirdas Butkevicius, conferma che il Parlamento sta ancora dibattendo a riguardo
Troppe tasse su un progetto di importanza strategica per la sicurezza energetica di un Paese fortemente dipenente da un solo fornitore. Nella giornata di martedì, 8 Ottobre, il colosso statunitense Chevron ha abbandonato la ricerca del gas shale in Lituania.
Come riportato da una nota, la Chevron non ha sostenuto la tassa del 40% imposta dal Governo lituano sullo sfruttamento del gas non convenzionale: un provvedimento preso dopo che il colosso energetico statunitense ha ottenuto il diritto di ricerca dello shale.
Il Premier lituano, Algirdas Butkevicius, si è detto dispiaciuto, ed ha sottolineato come il Parlamento lituano stia ancora discutendo sulla quota di tasse definitiva da imporre allo sfruttamento di gas non-convenzionale.
La Chevron è compagnia leader nello sfruttamento dello shale in Europa Centro-Orientale, con concessioni già avviate in Romania, Ucraina e Polonia, su cui la Lituania ha puntato molto per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas.
La Lituania dipende al 99% dal gas della Russia, che paga ad un tariffario altissimo che Mosca ha imposto a Vilna come punizione per la decisione dei lituani di aderire all'UE ed alla NATO.
Oltre che sui giacimenti domestici di Shale, la Lituania, per diversificare le forniture di gas, ha progettato la realizzazione di un rigassificatore a Klaipeda per importare LNG da Norvegia e Qatar, ed anche gas non convenzionale liquefatto dagli USA.
L'abbandono della Chevron dalla ricerca dello shale ricorda quello dell'altro colosso USA ExxonMobil che, dopo avere stretto accordi con il monopolista statale russo del greggio Rosneft per una partnership su scala mondiale, ha abbandonato i progetti di sfruttamento del gas non-convenzionale in Europa Centro-Orientale.
La Russia si oppone alla ricerca di shale in Europa Centro-Orientale perché vede intaccata la sua predominanza nel settore, di cui spesso si avvale per influenzare le decisioni politiche interne all'UE.
Secondo indiscrezioni, la Russia ha invitato le compagnie coinvolte nello sfruttamento del gas non-convenzionale in UE ad abbandonare i progetti, forse anche sotto lauti pagamenti, ed ha finanziato movimenti ambientalisti per protestare contro lo shale per ragioni di carattere ecologico.
Compagnia polacca avvia importazione shale dagli USA
Nonostante la situazione in Lituania, lo sfruttamento dello shale procede in Polonia, dove la compagnia Grupa Azoty ha dichiarato la firma di pre-contratti per l'importazione di gas non convenzionale USA attraverso il terminale di Swinoujscie.
Inoltre, in Polonia, un'altro Paese fortemente dipendente dalla Russia, costretto anch'esso da Mosca a pagare il gas secondo un tariffario molto alto, la compagnia irlandese San Leon ha avviato lo sfruttamento dei giacimenti di shale polacchi, ed ha effettuato la prima estrazione record di gas non convenzionale vicino a Danzica.
In Polonia, lo sfruttamento dello shale è favorito da una bassa imposizione fiscale sulle concessioni dei diritti di ricerca del gas non-convenzionale.
Secondo i dati EIA, la Polonia possiede la più grande riserva di shale in Europa con 148 Trilioni di Piedi Cubi, mentre la Lituania conta un giacimento di 4 Trilioni di Piedi Cubi.
Matteo Cazzulani
Freelance Journalist
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2013-10-09