Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 08.34

La Cina collabora con l’OMS sull’origine del virus (e punta il dito anche contro l’Italia)

La Cina apre alla collaborazione con l’OMS per indagare sull’origine del virus SARS-Cov-2, ma continua a non escludere che il COVID-19 sia nato altrove.

| Scritto da Redazione
La Cina collabora con l’OMS sull’origine del virus (e punta il dito anche contro l’Italia)

A poco più di un anno dal primo caso conclamato di infezione da coronavirus COVID-19 la Cina sempbra aver deciso di collaborare con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e di accettare l’arrivo nel Paese di un team internazionale di esperti con l’obiettivo di indagare e capire come si è originato il virus SARS-CoV-2 che ha messo in ginocchio il Mondo intero ormai da mesi.

Ieri l’OMS aveva annunciato che un team di esperti sarebbe partito quanto prima per la Cina e oggi il portavoce del Ministro degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha tenuto una conferenza stampa per confermare che, dopo una serie di videoconferenze con gli esperti dell’Organizzazione Mondiale di Sanità, la Cina ha ufficialmente invitato il gruppo di esperti nel Paese, sottolineando di essere il primo paese al Mondo ad averlo fatto.

A conti fatti al momento la Cina resta il Paese indiziato numero uno per l’origine del nuovo virus. L’epidemia è esplosa inizialmente a Wuhan e da lì, stando a quanto ricostruito fino ad oggi, il contagio si è propagato in tutto il Mondo. Dalla Cina, però, fin da subito si sono affrettati a respingere al mittente le accuse, sottolineando che il virus potrebbe aver avuto origine anche altrove.

Il tracciamento dell’origine del virus è una questione scientifica che richiede una ricerca internazionale e la cooperazione di scienziati da tutto il Mondo, così da comprendere la catena di trasmissione dall’animale all’uomo e prevenire rischi futuro. Questo è un processo che potrebbe coinvolgere molti luoghi e molti Paesi. Speriamo che tutti i Paesi adottino un atteggiamento positivo e che cooperino con l’OMS come sta facendo la Cina.

Nei giorni scorsi, dopo la pubblicazione dello studio dell’Istituto tumori di Milano e dell’Università di Siena sulla presenza del COVID-19 in Italia già a settembre 2019, la Cina ha provato a puntare il dito contro il nostro Paese. Dopo aver provato a suggerire in passato che il virus fosse stato portato in Cina da soldati statunitensi, stavolta le autorità di Pechino hanno colto la palla al balzo e sfruttato questo studio, che ha già sollevato diversi dubbi da parte degli scienziati.

La stampa cinese ha dato in questi ultimi giorni ampio risalto allo studio italiano e lo stesso Zhao Lijian ha riferito al quotidiano britannico Times che “questo prova ancora una volta che l’origine del virus è una questione complessa che dovrebbe essere lasciata agli scienziati. È un processo in fase di sviluppo che può coinvolgere anche altri Paesi“.

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