Domenica, 28 aprile 2024 - ore 08.20

Macao, la cultura non si sgombera | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Macao, la cultura non si sgombera | Alessandro Lucia

“#Macao è sotto sgombero, tutti sotto la torre!” è stato uno dei tweet più scritti da stamattina, quando intorno alle 7 la polizia ha iniziato lo sgombero della Torre Galfa, Milano, occupata da una settimana dal “Colletivo Macao”. Un’occupazione che aveva come fine la creazione di nuovi spazi culturali e per l’espressione artistica nel centro di Milano, che ha raccolto numerose ed entusiaste partecipazioni da personaggi del mondo dello spettacolo, della musica e dell’arte. Da Dario Fo agli Afterhours passando per Elio Germano, in molti hanno sostenuto la rivendicazione dei giovani milanesi, decisi a imporsi e valorizzare uno spazio che ormai da anni risulta inutilizzato; ma la protesta ovviamente non si limita solo alla torre.

Negli ultimi giorni si era già paventata l’ipotesi di uno sgombero e per questo l’appello a partecipare aveva fatto il giro del web, tra un social network e l’altro, attivando la solidarietà di molti. Tuttavia, il sindaco Pisapia si era tirato fuori dalla discussione affermando l’impossibilità da parte del comune di intervenire quando c’è di mezzo un edificio privato, quale è la torre Galfa, di proprietà Ligresti.

Effettivamente, Pisapia ha agito nel rispetto delle norme, ma da lui che per moltissimi rappresentava una ventata di rinnovamento per Milano, ci si sarebbe aspettato un po’ più di coraggio nel gestire la situazione. La cultura e l’arte sono elementi importanti, la protesta del collettivo mette in luce un problema non da poco: Milano (come l’Italia intera d’altronde) ha bisogno di spazi dove esse possano esprimersi e (ri-)fiorire in un paese in cui da troppo tempo sono lasciate al proprio destino.

Se, come sembra, la torre sarà sgomberata, non si potrà comunque lasciar passare inosservata la questione. A questo proposito, in una nota di metà mattinata il sindaco ha annunciato che sarà indetta una riunione straordinaria con gli assessori per discutere della cosa, dichiarando inoltre che “gli sgomberi non sono una soluzione, ma pongono solo ulteriori problemi”.

Comunque vada a finire, è triste constatare quanto sempre di più la classe dirigente sia lontana dal mondo dei giovani e come non riesca ad ascoltare chi vuole esprimersi attraverso forme che non siano solo quelle della volgarità in prima serata o di ciò che può fare audience. La dittatura delle televisioni ha lasciato segni indelebili: la creatività è soffocata a favore di un consumismo sempre più sfrenato (ci ricordiamo il “con la cultura non si mangia”, vero?), ma è giunta ora di cambiare passo, riprendersi gli spazi e continuare a fare cultura, che significa anche riprendersi un po’ di libertà.

 

Alessandro Lucia

 

* Aggiornamento del 16/05

Pisapia è arrivato nel pomeriggio tra la folla in assemblea di fronte alla torre, assicurando che Macao avrà gli spazi che richiede: la decisione della giunta comunale, dopo la riunione di quattro ore, è stata quella di concedere la zona ex-Ansaldo al collettivo.

Una grande vittoria per il movimento che vede così ripagati i propri sforzi e la sua battaglia («non solo per gli spazi» affermano dal collettivo «ma per la democrazia»). Pisapia, il "sindaco gentile", si è dimostrato fedele alle sue promesse elettorali e, a un anno dal suo insediamento, ha affrontato al meglio un affare alquanto spinoso. «Avevo detto di tirarmi la giacca per qualsiasi problema, e voi l'avete fatto. Vi ringrazio» ha concluso il sindaco.

 

 

 

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