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Un piano per l'Europa e il lavoro

| Scritto da Redazione
Un piano per l'Europa e il lavoro

La Ces, il sindacato europeo, lancia un piano per la ripresa. Tra le proposte: per 10 anni il 2% del pil destinato a favorire nuova economia sostenibile, così da creare 11 milioni di posti. Appello al Parlamento europeo: l'austerità ha fallito.
Un piano per l'Europa e il lavoro

Investire ogni anno il 2% del pil (in aggiunta a quanto già stanziato) in crescita e occupazione sostenibili, per creare una nuova base industriale, lavori di qualità e opportunità di formazione. Un piano di stimolo per l’economia europea che dovrebbe durare 10 anni, così da creare fino a 11 milioni di nuovi posti di lavoro favorendo la ripresa sociale ed economica del continente.

È questa la ricetta della Ces, la Confederazione europea dei sindacati, che oggi (7 novembre) ha lanciato il suo Piano per una nuova Europa (“A new path for Europe”, QUI LA SINTESI IN INGLESE) chiedendo al prossimo Parlamento europeo, che sarà eletto nella primavera del 2014, un “reale cambiamento” che consenta di “affrontare la crisi economica”.

Il Piano del sindacato europeo sigilla iniziative analoghe già emerse, in questi mesi, a livello nazionale. Come ad esempio il Piano del lavoro della Cgil, o il Piano Marshall lanciato dal Dgb, la confederazione sindacale tedesca. Tutte proposte che hanno in comune la richiesta di una vera politica industriale e di sviluppo ispirata a impostazioni neo-keynesiane, e la convinzione che non si esce dalla crisi più grave da un secolo a questa parte semplicemente “lasciando fare” al mercato o peggio ancora con ricette di austerità, ma che occorre un protagonismo dei governi, degli stati, della politica, e scelte che rilancino l’economia a partire dal lavoro.

“Dopo 5 anni di crisi economica e sociale – sottolinea la Ces – le politiche di austerità hanno fallito nell’obiettivo di avviare la ripresa in Europa. Le economie sono in piena stagnazione, i giovani sono costretti alla disoccupazione o a emigrare, e si allarga la divisione tra gli Stati europei”. Il Piano del sindacato si basa invece su una “maggiore solidarietà in Europa” e sui princìpi della “democrazia, stabilità e coesione”.

"Considero di grande importanza il voto con cui oggi il comitato esecutivo della Ces ha, all'unanimità, approvato la proposta di un Piano europeo di investimenti per la ripresa, l'occupazione e la crescita”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sottolineando “l’importanza di un risultato che giunge alla fine di un lungo percorso di convergenza e di avvicinamento delle rispettive posizioni tra sindacati di Paesi con diverse culture e tradizioni, che oggi parlano con una voce sola rispetto alla necessità di dire basta all'austerità e di affermare un principio di crescita europea solidale e attenta agli Stati più in difficoltà”.

“Questa scelta - aggiunge il segretario della Cgil - completa e arricchisce, con una visione generale per l'insieme dell'Europa, il percorso avviato da diverse confederazioni nazionali con la predisposizione di proposte quali il Piano del lavoro della Cgil, il New Marshall Plan del sindacato tedesco Dgb, le proposte per la crescita dei sindacati spagnoli e danesi”.

“Si tratta ora - conclude Camusso - di trasformare questa proposta in una vera e propria piattaforma sindacale, da far vivere nel confronto con le istituzioni europee e i governi nazionali, anche in vista delle elezioni per il Parlamento europeo del prossimo maggio e dei due prossimi semestri di presidenza dell'Ue, che saranno affidati a Grecia e Italia. Una piattaforma su cui mobilitare le lavoratrici e i lavoratori in tutta Europa, per far entrare al centro del dibattito politico le questioni degli investimenti produttivi, della creazione di buona e stabile occupazione, dell'emissione di eurobond e project bond, dell'allentamento progressivo dei vincoli del Patto di stabilità, della reindustrializzazione dell'Europa, del futuro dei giovani. Obiettivi centrali per far tornare a rivivere la prospettiva dell'Europa sociale e democratica e contrastare derive autoritarie, populiste e xenofobe che rischiano di condizionare gravemente il futuro dell'Unione europea”.

Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2013/11/7/106232/un-piano-per-leuropa-e-il-lavoro

2013-11-09

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