Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 01.53

ARCHIVIATO IL PROCESSO A STEFANIA BONALDI

Crema, la sindaca Stefania Bonaldi non ebbe colpa per l’incidente all’asilo: caso archiviato

| Scritto da Redazione
ARCHIVIATO IL PROCESSO A STEFANIA BONALDI

Ieri è stato notificato dal Tribunale di Cremona il provvedimento con il quale il G.I.P. Giulia Masci dispone la archiviazione del procedimento penale avviato nei  confronti di Stefania Bonaldi,sindaco di Crema- dopo l'incidente occorso nell'ottobre 2020 ad un piccolo frequentatore di uno dei due asili nido comunali che si era schiacciato le dita nel cardine di una porta tagliafuoco.

Fortunatamente senza riportare lesioni permanenti.

Il G.I.P., condividendo le argomentazioni del PM, afferma che nei miei confronti “non è stata individuata alcuna condotta omissiva in rapporto causale con le lesioni subite dal piccolo”, né è stato possibile configurare in capo alla sottoscritta “una colpa specifica o generica, soprattutto considerato che, non essendo a conoscenza della concreta organizzazione degli spazi dell'asilo nido comunale, funzionali alla suddivisione in ‘bolle’ (e a fortiori della presenza di una porta tagliafuoco in una delle aule)” non era da parte mia “prevedibile né evitabile quanto accaduto”.

Come ho ripetuto in numerose occasioni, la mia principale preoccupazione, come madre, era costituita dalle possibili conseguenze per la salute del bambino e per lo stato d’animo dei genitori, provati da questo spiacevole episodio.

Sono, però, sempre stata molto serena rispetto al procedimento penale nei miei confronti e al suo possibile esito, e oggi sono felice di poter mettere la parola fine a questa mia vicenda giudiziaria.

Mi sono impegnata a denunciare, insieme ad ANCI, ALI Autonomie ed i loro presidenti, Antonio Decaro e Matteo Ricci, che ringrazio di cuore, insieme ai tantissimi colleghi e colleghe che mi hanno espresso da subito solidarietà, il paradosso della responsabilità dei sindaci. 

I quali, appunto, in mancanza di una adeguata disciplina normativa e tutela giuridica, possono essere chiamati a rispondere per tutto ciò che accade nel perimetro del proprio Comune e del proprio Ente, solo in funzione del ruolo e prescindendo da un nesso di causalità reale con gli accadimenti.  Una denuncia che, al di là delle dichiarazioni di intenti di tutto l'arco parlamentare, non ha ancora trovato una precisa e puntuale risposta normativa, con la conseguenza che i sindaci e le sindache restano, al momento, ancora alla mercé di imputazioni per fattispecie assimilabili alla “responsabilità oggettiva”, non tollerabili e particolarmente ingiuste. 

Ciò che auspico è, quindi, che l'intervento del legislatore non tardi ad arrivare, per fare sì che la carica di Sindaco, una meravigliosa occasione di servizio, si possa svolgere all’interno di confini normativi precisi e rispettosi di tutti i soggetti. 

In caso contrario troveremo sempre meno candidati disposti alla roulette russa della sindacatura, questo andrà a scapito del buon governo delle nostre comunità e in ultima analisi di quello nazionale, dal momento che la salute e la buona amministrazione delle comunità locali è la precondizione per quella degli enti superiori e del Paese nel suo complesso.

Il 16 ottobre del 2020, quando il bimbo di 1 anno si schiacciò la manina nel cardine della porta tagliafuoco all’asilo nido in via Dante, da cui derivò la sub amputazione alla falange del dito medio sinistro, la sua principale preoccupazione fu da madre. «Per le possibili conseguenze per la salute del bambino e per lo stato d’animo dei suoi genitori, provati da questo spiacevole episodio». Preoccupata come madre, ma da sindaco «serena rispetto al procedimento penale nei miei confronti e al suo possibile esito». E adesso che il gip ha archiviato l’indagine nei suoi confronti per lesioni colpose, la sindaca Stefania Bonaldi si dice «felice di poter mettere la parola fine a questa mia vicenda giudiziaria».

 

Le «bolle» all’asilo

Per evitare contagi da Covid-19, due anni fa all’asilo fu deciso di separare i bambini in «bolle». Venne utilizzata anche la veranda. Ed è qui che la mattina del 16 ottobre, il piccolo «repentinamente ed in maniera imprevedibile» si schiacciò la manina. Nell’accogliere la richiesta di archiviazione dei pm Vitina Pinto e Davide Rocco, il giudice per le indagini preliminari Giulia Masci afferma che nei confronti della sindaca «non è stata individuata alcuna condotta omissiva in rapporto causale con le lesioni subite dal piccolo», né è stato possibile configurare in capo alla prima cittadina «una colpa specifica o generica, soprattutto considerato che, non essendo a conoscenza della concreta organizzazione degli spazi dell’asilo nido comunale, funzionali alla suddivisione in “bolle” (e a fortiori della presenza di una porta tagliafuoco in una delle aule)». In capo alla sindaca non era «prevedibile né evitabile quanto accaduto».

 
Il caso giudiziario

Un caso giudiziario. Ma anche politico, fatto esplodere, un anno fa in occasione della richiesta di archiviazione, dalla stessa sindaca Bonaldi sulle «responsabilità sproporzionate» dei primi cittadini, incassando, da Nord a Sud, la solidarietà dei colleghi. Nel comunicato con cui dà notiza dell’archiviazione, la sindaca ricorda di essersi «impegnata a denunciare, insieme ad Anci, Ali Autonomie ed i loro presidenti, Antonio Decaro e Matteo Ricci, che ringrazio di cuore, insieme ai tantissimi colleghi e colleghe che mi hanno espresso da subito solidarietà, il paradosso della responsabilità dei sindaci . I quali, appunto, in mancanza di una adeguata disciplina normativa e tutela giuridica, possono essere chiamati a rispondere per tutto ciò che accade nel perimetro del proprio Comune e del proprio Ente, solo in funzione del ruolo e prescindendo da un nesso di causalità reale con gli accadimenti».

La sindaca Bonaldi

«Una denuncia — ha sottolineato Stefania Bonaldi — che, al di là delle dichiarazioni di intenti di tutto l’arco parlamentare, non ha ancora trovato una precisa e puntuale risposta normativa, con la conseguenza che i sindaci e le sindache restano, al momento, ancora alla mercé di imputazioni per fattispecie assimilabili alla «responsabilità oggettiva», non tollerabili e particolarmente ingiuste». «Ciò che auspico — ha concluso — è, quindi, che l’intervento del legislatore non tardi ad arrivare, per fare sì che la carica di sindaco, una meravigliosa occasione di servizio, si possa svolgere all’interno di confini normativi precisi e rispettosi di tutti i soggetti. In caso contrario troveremo sempre meno candidati disposti alla roulette russa della sindacatura, questo andrà a scapito del buon governo delle nostre comunità e in ultima analisi di quello nazionale, dal momento che la salute e la buona amministrazione delle comunità locali è la precondizione per quella degli enti superiori e del Paese nel suo complesso».

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