Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 11.59

Cambiamenti climatici, il 2019 è stato l’anno più caldo della storia in Europa

Il rapporto European State of the Climate (ESOTC) pubblicato nel giorno della Terra ha confermato ufficialmente che il 2019 è stato l’anno più caldo

| Scritto da Redazione
Cambiamenti climatici, il 2019 è stato l’anno più caldo della storia in Europa

In Europa il 2019 è stato l’anno più caldo della storia, o perlomeno da quando viene tenuta traccia delle temperature globali del Vecchio Continente. Durante i dodici mesi dello scorso anno, in media, sono stati registrati quasi 2° C in più rispetto alle medie dell’epoca preindustriale, un valore vicinissimo alla soglia limite stabilita in seno all’Accordo di Parigi del 2015, che prevede di non superare proprio i 2° C (ma sarebbe preferibile non scavalcare la soglia di 1,5° C, secondo il documento firmato nella Ville Lumiere).

A confermare ufficialmente il primato negativo del 2019, del quale si aveva sentore dai record di temperature stabiliti mese dopo mese, il rapporto European State of the Climate (ESOTC), pubblicato ogni anno dal Copernicus Climate Change Service (C3S) della missione Copernicus, conosciuta in precedenza come Global Monitoring for Enviroment and Security (GMES). Si tratta del programma di monitoraggio satellitare della Terra gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della Commissione Europea, grazie al quale non solo è possibile mappare il pianeta con una risoluzione senza precedenti, ma anche misurarne lo stato di “salute”. È stato proprio grazie allo strumento TROPOMI installato sul satellite Sentinel 5 della missione Copernicus che gli scienziati hanno potuto calcolare l’abbattimento delle concentrazioni di diossido di azoto (NO2) sull’Europa, ridotte del 50 percento da quando sono state introdotte le misure di contenimento per contrastare la diffusione della pandemia di coronavirus.

Dal rapporto European State of the Climate è emerso anche che 11 dei 12 anni più caldi di sempre in Europa sono stati registrati nell’ultimo ventennio, con i picchi massimi nel 2019 (in cima alla classifica), 2014, 2015 e 2018. La temperatura media globale negli ultimi 5 anni è stata di 1,1° C superiore rispetto all’epoca preindustriale, mentre negli ultimi quattro decenni è stato evidenziato un progressivo innalzamento della colonnina di mercurio, intimamente associato alle emissioni di gas a effetto serra, con concentrazioni sempre più drammatiche di anidride carbonica (CO2). Le temperature record del 2019 hanno determinato ondate di calore estive con medie di 4° C superiori alla norma, siccità estrema (in particolar modo in Francia e in Germania) e modelli di precipitazioni completamente sballati. A novembre, ad esempio, la pioggia è stata quattro volte più abbondante della media.

Benché al momento l’attenzione sia completamente rivolta all’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia di coronavirus, i cambiamenti climatici rischiano di generare nel prossimo futuro una catastrofe ancora maggiore e devastante, per la quale l’umanità sarà costretta a subire “sofferenze indicibili” secondo alcuni scienziati. Le misure di contenimento per la COVID-19 stanno avendo un impatto positivo su emissioni ed inquinamento, ma è solo temporaneo. C’è infatti il rischio che tutto torni come e peggio di prima, se non verranno intraprese iniziative concrete per ridurre l’impatto antropico sulla Terra.

(Andrea Centini, Fanpage cc by nc nd)

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