Sabato, 20 aprile 2024 - ore 05.00

Disoccupazione, giovani e posti di lavoro

| Scritto da Redazione
Disoccupazione, giovani e posti di lavoro

Bisogna svincolarsi dall'idea che i posti di lavoro siano una quantità fissa
(Prof. Monti) che non permette l’entrata di nuove menti perché molto dipende 
dalla decisione di individui e società e dalla loro capacità di allontanare 
nuove necessità. Il numero di posti di lavoro dipende quindi anche dalla buona 
volontà e dalla cultura dell’individuo. ‘’Lavoro e mercati’’ del dicembre 1999 
esprime che il lavoro fisso è ormai superato perché le nuove generazioni 
avranno tecnologie superiori applicate ai processi di produzione e si potranno 
avere mutamenti di lavoro durante il corso della vita e quindi riscoprire la 
stagionalità ( non solo quella di mari , monti , crociere e ferie) . Da qui la 
necessità che il lavoratore si riqualifichi sempre e in breve tempo. La scuola 
deve dare ai giovani una preparazione ampia e flessibile per essere considerata 
il futuro dell’uomo e se la scuola non è in grado di creare persone capaci si 
deve innovare non come qui a Cremona dove c'è un A.P.C. e poi c'è un CR.FORMA e 
altri, due strutture pubbliche che constano a tutti NOI ma non rendono, in 
questi casi o si integrano o una delle due deve sparire. Ma i datori di lavoro 
che si lamentano che non c'è professionalità nei giovani devono suggerire cosa 
vogliono, così la scuola può innovarsi e sopperire alle esigenze del mercato 
modificandosi anno per anno. Non continuare a dire che i nostri giovani non 
hanno la capacità e cultura e poi assumo un extra che parla anche male 
l'italiano ma gli costa molto meno quasi in nero. Basta con le agenzie lavoro 
facciamole sparire e tutto ritorni alla agenzia Lavoro ovvero Ufficio di 
Collocamento così senza il suo timbro nessuno può assumere regolarmente e 
sparirebbero le ingiustizie sociali e lavorative. Per fronteggiare il problema 
della disoccupazione bisogna considerare il lavoro in modo diverso, non una 
condanna, ma un impegno serio e soprattutto creativo, dove ciascuno esprima la 
propria personalità. Non ci dovrebbe essere più la cultura ad oltranza del 
posto fisso, a cui si accedeva per diritto, senza avere magari nessun 
requisito, ma maggiori flessibilità e impegno, maggiore volontà di raggiungere 
dei risultati, di porsi al servizio di individui e comunità, in modo 
intelligente e utile. Soprattutto sarà necessario responsabilizzare gli 
individui, far sì che facciano propria l'idea di formazione continua nello 
sviluppo di adeguati percorsi formativi. 
Importante sarà una scolarizzazione diffusa non fine a se stessa, ma creativa 
ancora più importante la disponibilità a imparare in autonomia nell'intero arco 
della vita, anche fuori dal normale contesto scolastico. Il lavoratore 
necessita di occupazioni sufficientemente attraenti, pagate adeguatamente, di 
alternare periodi di lavoro a periodi di studio e di un tempo libero flessibile 
riduzioni di orario. Sarà necessario attutire gli squilibri sociali affinché 
impediscano lo sviluppo della povertà e offrano a tutti opportunità di 
formazione e di cambiamento.
Il problema più importante è quello dei giovani che costituiscono, tra i 15 e 
24 anni, il maggior numero di disoccupati; questi riescono ad introdursi nel 
lavoro solo con incarichi temporanei e a orario ridotto perché è richiesta 
esperienza che non può essere acquisita senza lavoro. Quindi bisognerebbe dare 
maggiori opportunità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro per crearsi 
un'esperienza e di una vita propria redditizia e contributiva. Se c'è poco 
lavoro una soluzione drastica sarebbe lavorare meno per lavorare tutti, non 
cassa interazione, requisiti ridotti mobilita o licenziamenti in tronco se si 
toglie art. 18. Ne dico una i datori di lavoro vogliono un rapporto di lavoro 
diverso, si lo avrete togliendo tutti i contratti esistenti e lasciarne tre-
quattro, e poi se licenziate sei mesi di stipendio lo danno le imprese e 
industrie non subito la cassa integrazione così nel contempo se avrete bisogno 
di manodopera li richiamerete loro non altri. Nessuno non ha mai accennato alla 
creazione della mobilità, creata per dare una risposta ai padroni che volevano 
eliminare figure che annualmente costava troppo per sostituirle con lavoratori 
di prima mano che costavano quasi la metà. Questa situazione disoccupazione è 
il finale di questa strategia sindacale?

Sergio Denti

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