La pressione su alcuni dei membri del team di Avaaz sta raggiungendo livelli impossibili: hanno ricevuto minacce di morte, sono entrati nei loro computer e nelle loro email, hanno subito minacce alla radio e in TV, e a uno di loro hanno addirittura manomesso la macchina. Wissam, uno dei nostri attivisti, è stato fermato all’aeroporto del Cairo mentre andava a consegnare la petizione contro la più grande esecuzione di massa della storia egiziana recente: l’hanno portato in una stanza senza finestre e interrogato per ore, tempestandolo di domande troppo ben informate sulla sua vita privata, sui motivi del viaggio e sul suo lavoro con Avaaz! Anche io ho ricevuto minacce e attacchi informatici, ma niente in confronto a ciò che hanno subìto alcuni membri del nostro team. Abbiamo il dovere di sostenerli affinché con il loro coraggio continuino a far arrivare la nostra voce ai potenti in ogni parte del mondo.
Più cresceremo, più saremo efficaci, e maggiori saranno le minacce che riceveremo, perché andremo a toccare gli interessi di personaggi sempre più potenti. Per questo dobbiamo triplicare gli sforzi per la nostra sicurezza, assicurandoci assistenza legale per le emergenze, la capacità di dare l’allarme tramite i media, migliori sistemi di crittaggio e risorse per portare al sicuro il nostro staff quando la situazione diventa insostenibile.
Aiutaci a mettere in piedi i sistemi di sicurezza di cui Avaaz ha bisogno: le promesse di donazione verranno processate solo quando raggiungeremo la cifra necessaria a garantire piena sicurezza a tutto il nostro team. La nostra campagna in Egitto per fermare l’esecuzione di massa di centinaia di persone ha avuto un’eco vastissima, raggiungendo i piani più alti del governo. Wissam aveva un visto d’ingresso e un appuntamento con il Gran Mufti Allam, che ha il potere morale di fermare questa condanna di massa. Ed è questo il motivo per cui siamo stati attaccati: secondo Wissam, i due generali che l’hanno interrogato sapevano tutto su Avaaz, sulla petizione, sulla sua vita e sui motivi del suo viaggio. È chiaro che il governo ci stava monitorando da vicino. E appena Wissam è stato rimandato a casa, i media di tutto il mondo, dal Washington Post ad Al-Arabiya, hanno ripreso la vicenda mettendo ancora più pressione al governo egiziano sul tema dei diritti umani. Ma sappiamo che, crescendo, le minacce non potranno che peggiorare. Le nostre campagne, con il sostegno di milioni di cittadini, hanno sfidato apertamente i potenti di tutto il mondo, e li hanno colpiti dove erano più vulnerabili, dai regimi siriano e russo a Rupert Murdoch, alle grandi multinazionali del petrolio, al crimine organizzato. La dittatura siriana ha addirittura definito un nostro attivista ‘l’uomo più pericoloso del mondo’. Non abbiamo intenzione di tirarci indietro, e siamo più determinati che mai a vincere la campagna in Egitto. Ma dobbiamo anche garantire la sicurezza del nostro team e di tutto il nostro movimento. Ecco perché eravamo preparati a fare pressione legale, mediatica e diplomatica in caso Wissam non fosse stato rilasciato dal Cairo, e voglio essere sicuro di poter sempre rispondere a emergenze come questa. Grazie a tutte le nostre promesse di donazione, saremo in grado di:
- Creare una rete di sicurezza su scala industriale e ingaggiare i migliori tecnici, così che nessun attacco possa ostacolare le nostre campagne.
- Aumentare la sicurezza del nostro staff più esposto e dei team che lavorano sul campo in Paesi come il Libano, la Russia e l’Uganda.
- Assumere avvocati pronti all’azione per garantire copertura legale e supporto diplomatico ogni volta che il nostro team viene minacciato.
- Organizzare un team di emergenza mediatica per reagire subito e conquistare l’attenzione internazionale su questi incidenti, impedendo che la nostra voce venga censurata.
- Realizzare ulteriori azioni necessarie a migliorare la sicurezza della nostra squadra e dei membri, come installare sistemi di sicurezza nelle case e permettere trasferimenti rapidi quando aumenta il pericolo.
Con 35 milioni di membri, siamo diventati un movimento civico mondiale unico nel suo genere, il più grande di sempre, e le nostre campagne sono una seria minaccia per regimi dittatoriali e multinazionali corrotte. Due anni fa il nostro sito ha subìto un tremendo attacco che ha minacciato la nostra capacità d’azione. La nostra comunità ha reagito compatta, donando per metterlo in sicurezza, e ora i nostri sistemi sono rinforzati e pronti a respingere praticamente qualunque attacco informatico. Ma ora la minaccia è diretta contro alcuni di noi. Dimostriamo che qualsiasi tattica e qualsiasi attacco non fanno altro che renderci più forti.
Ricken e tutta la squadra di Avaaz