Carlo Giovanardi ha per l'ennesima volta perso una buona occasione per stare zitto. Ai microfoni di Radio24, si è dilungato in una raccapricciante invettiva contro l'omosessualità e contro il ministro Fornero, che nei giorni scorsi aveva affermato l'impegno di difendere i diritti degli omosessuali.
"Due donne che si baciano per strada" dice Giovanardi "è come uno che fa la pipì davanti a tutti, può dare fastidio" e si dilunga in discorsi che fanno rabbrividire "nelle scuole bisogna dare un modello: l'uomo e la donna sono stati creati per determinate funzioni" e "non è altrettanto naturale il rapporto tra due uomini e due donne".
Già in passato il paladino della famiglia se l'era presa con l'azienda svedese Ikea, rea (secondo lui) di aver messo in atto una pubblicità troppo "gay-friendly", accusandola di andare contro il concetto di famiglia espresso nella nostra Costituzione. Dimenticando, però, che la nostra Costituzione, all'articolo 29, parla di "coniugi" e non di uomo e donna. Questo basterebbe a smentire le vaneggianti affermazioni del senatore, ma il problema non è una sbagliata interpretazione della Carta. Il problema è che c’è ancora gente che ha pregiudizi vergognosi verso gli omosessuali. Giovanardi con la sua cristianissima difesa della famiglia tradizionale e la sua crociata-persecuzione nei confronti della comunità gay, dimostra una profonda e radicata ignoranza, inaccettabile al giorno d’oggi.
E poi, il signor (perché di onorevole ha ben poco) Giovanardi dovrebbe leggersi qualche manuale di psicologia recente. Ci troverà dentro non solo che l’omosessualità è “naturale” proprio come piace dire a lui, ma anche un’altra cosa: nella grandissima maggioranza dei casi, l’omofobo, cioè chi prova ripugnanza verso uomini e donne omosessuali, risulta essere un omosessuale che reprime per paura inconscia le sue reali preferenze sessuali. Di conseguenza trasforma queste pulsioni represse in odio verso il diverso.
Ma non è solo questione di moralismo perché "dobbiamo essere buoni con tutti": bisogna scrollarsi di dosso questi vecchi tabù e magari, parlo per i fondamentalisti cattolici come Giovanardi, cercare sempre di "amare il prossimo tuo come te stesso". E' una questione concettuale: non si vede perché un etero debba avere più diritti di una persona che, rispetto a lui, ha di diverso solo l'orientamento sessuale. E poi lo dice anche la Costituzione che il Giova ha tanto a cuore!
Allora, caro Carlo, pensaci un po’ su: l’omosessualità non è una malattia. L’omofobia sì.
Alessandro Lucia