Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 15.09

I partiti e le caste |M.Superti

| Scritto da Redazione
I partiti e le caste |M.Superti

Nel mondo della politica politicante succede spesso che c’è chi si sente colpito da una ingiusta collera del popolo, o da ex adepti del vecchio mondo socialista.
Nessuno può generalizzare ma c’è motivo di ritenere che alla base dei comportamenti individuali (insofferenti) ci sia e ci sia stato una sorta di “acqua”  in cui i pesci potevano nuotare senza avere timore di “annegare”.

E invece per motivi a volte non prevedibili od occasionali succede che qualche giudice si prenda la briga di indagare a seguito di fatti emergenti o per segnalazioni  di varia provenienza.
Una cosa è sicura : la gente non ne può più  e non vuole sentire discussioni ( a mezzo stampa  o nei bar o nelle sedi politiche proprie).
Succede che poi taluno denunci un accanimento dei giudici verso una parte o verso un’altra :  a scelta ( di chi ?) .

Succede anche che un simpatizzante di un partito , ora  di ridotte dimensioni in seguito ad interventi della magistratura, si lamenti del trattamento   subito   da un ex  dirigente  di tale partito , nell’ ambito del suo nuovo partito di appartenenza.
Succede poi che nella “discussione” intervenga chi si sente in obbligo di chiarire che “ il fatto non sussiste” e che semmai il simpatizzate se la dovrebbe prendere con la magistratura,”da riformare”.
Da riformare perché: chi sbaglia deve pagare.
Se il principio dovesse valere per tutti in assoluto dovremmo assistere ad una vera e propria mattanza in molti settori della vita: politica locale e non.
E si deve tener conto anche  che nell’ambito del Pd(p.e.) solo a pochi è stata concessa la”presunzione” di innocenza: quindi pontificare sui doveri di chi ha più doveri degli altri è solo un “paravento mediatico” male impostato.

Ma una fatto deve essere chiaro: la magistratura è indipendente e non deve subire condizionamenti di sorta(e c’è anche l’obbligatorietà dell’azione penale).
Inoltre i gradi di giudizio sono TRE: quindi se ci sono stati errori c’è sempre chi corregge.
Ergo ,chi si propone di introdurre correttivi alle leggi attuali per rendere i giudici “colpevoli” di possibili errori ( reali o conseguenti ) non fa altro che dare spazio (inaspettato) a certi personaggi che si sono succeduti  nell’ultimo ventennio alla guida di governi, più o meno popolari o populisti.

Sorprende, o forse no, che i personaggi che intendono mettere i giudici sotto tiro, siano essi stessi dei nominati : con l’espressione popolare proprio non c’entrano.
Il fatto che inquieta di più è che questi personaggi si sono talmente immedesimati nel loro “ruolo” di protagonisti della politica che si sentono insostituibili e a volte “giudici” : persino nei confronti di colleghi di partito di diversa provenienza(lo abbiamo visto anche a Cremona nei confronti di persone nella Giunta passata).
O almeno hanno cercato di creare un clima che tali(giudici) li possa far apparire, con l’aiuto di portaborse ben coltivati alla bisogna.

Non è così e non  sarà così perché tali personaggi verranno spazzati via dal risentimento popolare( come già detto, anche perché sono dei perdenti ).
In altre parole dovranno cessare di intromettersi in tutte le faccende ,palesi o no , che hanno segnato la vita di una città o di un paese.
I modi per intromettersi nella vita di una città sono molti.

Ad esempio correre al capezzale ( ex post) di vicende dolorose soprattutto per chi perde il posto di lavoro, o cercare di condizionare le scelte per le nomine nelle partecipate.
Non si vedono peraltro altrettanti interventi di “costruzione” della società, ormai ridotta allo stremo da condizionamenti “criminali”  e criminogeni.
Salvo errori o sviste non si è ancora sentito parlare dell’effetto disastroso dei “giochi”  nei bar e on-line : vera piaga sociale e con effetti economici disastrosi sulle economie della famiglie.

Non abbiamo sentito parlare( salvo sviste) degli effetti di presenze criminali sul territorio o di loro denunce in pubblico.
E ,dare sulla voce a persone che lamentano possibili disparità di trattamento nell’ambito di un partito non serve proprio a nulla se non ad alimentare ancora di più l’insofferenza della gente verso chi, “nonostante tutto” si ritiene “casta” e “intoccabile”( perché cosi si comporta).
E  non vale , o vale poco, sentirsi più in dovere di altri verso la società.
Si cominci quindi a sostenere, come si deve, una legge  che preveda anche la scelta, da parte del cittadino, del candidato ad ogni tipo di elezioni.
Il centralismo democratico, ben presente ancora in menti tragicamente ferme al passato, è morto e defunto   (… andava combattendo e non sapeva d’esser morto…. –Operette morali-Leopardi).
E  sperare , nell’intimo, che non si faccia mai una legge di tal fatta    è uno dei modi per sperare di sopravvivere.

Base: le primarie in ogni partito che si rispetti.

Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI
CREMONA  

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