La compagnia nipponica TEPCO aumenta la quantità di shale statunitense, mentre la Osaka Gas incrementa l'importazione di LNG russo. Nel mirino anche il Mozambico
Gas subito per decrementare l'utilizzo del nucleare. Nella Giornata di Domenica, 28 Ottobre, il Giappone ha stretto accordi per l'importazione di gas liquefatto da Stati Uniti d'America e Russia.
Come riportato da Natural Gas Asia, la compagnia TEPCO ha incrementato l'importazione di shale liquefatto dagli USA a 800 Mila tonnellate annue con un accordo con la compagnia statunitense Sempra Energy.
Lo shale statunitense proviene dal terminale LNG della Lousiana, da cui l'oro blu non convenzionale liquefatto è trasportato in Giappone via nave.
Nonostante l'apparente complicato invio del gas USA, il Giappone ha dichiarato interesse per lo shale statunitense per via del suo basso costo rispetto ad altre fonti di approvvigionamento, a cui l'economia giapponese ha deciso di rivolgersi per compensare il decremento dell'uso del nucleare.
Dopo il disastro alla centrale atomica di Fukushima nel 2010, l'economia giapponese ha deciso di diminuire l'utilizzo del nucleare in favore del gas e di fonti di energia rinnovabili.
Un'altra fonte di gas per il Giappone è la Russia, da cui, lunedì, 28 Ottobre, la Osaka Gas ha dichiarato di avere importato 390 Mila tonnellate annue di oro blu naturale liquefatto.
Il LNG russo, proveniente dal giacimento Sakhalin, rappresenta una fornitura più costosa dello shale USA, ma disponibile nell'immediato grazie alla vicinanza geografica tra Giappone e Russia.
Tra le forniture del Giappone c'è anche il Mozambico, dove, sempre la Osaka Gas, si è detta interessata alla realizzazione di un terminale per liquefare il gas.
Inoltre, l'economia giapponese ha avviato l'importazione di LNG anche dall'Australia.
La contesa del gas per l'Asia
La diversificazione delle forniture di gas per il Giappone si inserisce nella competizione energetica tra USA e Russia per l'Asia.
Con l'avvio dello sfruttamento dello shale -gas estratto da rocce argillose poste a bassa profondità mediante sofisticate tecniche di fracking- gli USA hanno incrementato la produzione interna di gas, ed hanno dato avvio alla sua esportazione in India e Gran Bretagna.
Inoltre, gli USA hanno firmato pre-accordi per la vendita di shale con Corea del Sud, Taiwan, Singapore ed Indonesia.
La Russia, dal canto suo, ha dato impulso alla realizzazione di terminali LNG per esportare gas nel mercato asiatico, dove ha contratti sopratutto con il Giappone.
Più turbolento è il rapporto della Russia con la Cina, che, dinnanzi alle esose richieste economiche di Mosca, ha deciso di importare la maggior parte del gas dal Turkmenistan.
Matteo Cazzulani
Freelance Journalist
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2013-10-29