Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 00.45

Legge elettorale alla ‘tedesca’. Va bene ma non con i listini bloccati di Evelino Abeni

Lo sbarramento al 5% può permettere alla sinistra di riunificarsi. La stragrande maggioranza del popolo di sinistra, sono convinto, non ne può più di vederle! La sinistra metta in campo una compattezza di cui l’Italia ha bisogno, anche attraverso una sua consistente rappresentanza parlamentare.

| Scritto da Redazione
Legge elettorale alla ‘tedesca’. Va bene ma non con i listini bloccati di Evelino Abeni

Caro direttore, ho assistito fin qui ad un dibattito (soprattutto tramite i mezzi dell’informazione) sulla legge elettorale, che sovente mi è apparso stucchevole, assistendo alla ricerca spasmodica, da parte delle forze politiche, di soluzioni le più vicine possibili alle loro convenienze di partito (o di schieramento) piuttosto di quelle più rispondenti alle esigenze del Paese.

Ora, pare si voglia giungere ad una conclusione e non mi disturba il fatto che si tenti un accordo fra forze politiche diversamente collocate rispetto al governo (in maggioranza od all’opposizione). Io ho svolto l’incarico di coordinatore, nella nostra zona, dell’area del ‘No ’ nei referendum (1993-1999) per l’abrogazione del sistema proporzionale e l’adozione di quello maggioritario (nel 1999, non si raggiunse il quorum e, quindi, il risultato a favore del ‘Sì ’ non fu valido).

Nel corso di quelle mie esperienze — ed anche in momenti successivi — ho sostenuto che si dovessero coniugare le esigenze di rappresentatività (mortificate dal maggioritario che si veniva proponendo) con quelle della governabilità (non adeguatamente tenute in conto da un proporzionale puro e che, perciò,necessitava di correttivi).

Ritenevo che al soddisfacimento di tali esigenze potesse corrispondere l’adozione di un impianto elettorale simile a quello della Germania che — sui due aspetti — aveva dato e stava dando prove positive. Dovetti impegnarmi in non pochi vivaci dibattiti per proporre tale linea. ora parebbe (pareva?) che ci si orienti ad agire su quel modello.

Ma mentre sembrava, qualche giorno fa, che vi fosse un accordo pieno fra le forze politiche che avevano detto di sostenerlo, nelle ultime ore la situazione sta ritornando fluida, con ripensamenti e posizioni che necessitano di chiarimenti. Bisogna dire, peraltro, che mentre si parla di modello tedesco, la soluzione che si sta portando avanti in Italia pare non proprio del tutto affine con quel modello.

Lo ha osservato puntualmente — proprio su queste colonne — Francesco Nuzzo. Continuo a pensare che debbano essere tenute assieme — in una legge elettorale che risponda alle nostre esigenze — le ragioni della rappresentatività e della governabilità e che, soprattutto, nell’applicazione ‘italiana’ di quel modello non venga lasciata alle segreterie dei partiti la nomina dei parlamentari, ma sia rimessa agli elettori la scelte degli stessi.

Mi pare di capire, invece, che non si intenda andare in tale direzione, prevedendo liste o listini bloccati dai candidati da eleggere. Mi permetto di ricordare queste mie esperienze e prese di posizione non per affermare che, allora, avevo ragione (cosa che poco importerebbe), ma semplicemente per esprimere la speranza che si voglia andare finalmente nella direzione da me auspicata per sbrogliare - nell’interesse del Paese — una situazione che paresempre più ingarbugliata.

Speranza confortata dal constatare che Sinistra italiana (il partito cui sono iscritto) pare si orienti ad appoggiare tale soluzione, accettando anche la soglia di sbarramento del 5 per cento per essere rappresentati in Parlamento. Soglia che non voglio vedere come una minaccia a l l’esistenza di una forza autenticamente di sinistra, ma — invece — come un incentivo a ricompattare la sinistra politica e sociale, al fine di superare facilmente tale sbarramento (già ora, sommando le quote indicate dai sondaggi relativamente alla consistenza delle formazioni politiche collocate a sinistra del Partito democratico, appare facilmente superabile). E, dunque, basta con incomprensibili ed insensate differenziazioni motivate dalla difesa di autoreferenziali posizioni identitarie, quando non addirittura per soddisfare le ambizioni di ristretti gruppi ‘dirigenti’.

La stragrande maggioranza del popolo di sinistra, sono convinto, non ne può più di vederle! La sinistra metta in campo una compattezza di cui l’Italia ha bisogno, anche attraverso una sua consistente rappresentanza parlamentare.

Non per porsi in alternativa al centrosinistra (inseguendo, oggi, una prospettiva irrealistica), ma ponendosi l’obiettivo di dare grande forza alla ‘gamba sinistra’ della coalizione ed alle sue opzioni programmatiche.

Obiettivo il cui raggiungimento non può fondarsi su un campo frammentato di sigle, ma sulla individuazione di scelte programmatiche (e di iniziative a loro sostegno) che abbiano i connotati dell’equità e della difesa dei diritti, soprattutto quelli delle classi e categorie più svantaggiate.

In sostanza, auspico vi sia un rilancio della politica, che non può risolversi nella pur importante ingegneria istituzionale.

Evelino Abeni  ( Cremona) 

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