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Mafia. Ancora minacce |RAR

| Scritto da Redazione
Mafia. Ancora minacce |RAR

Stato-mafia, dal carcere nuove minacce di Riina al pm Di Matteo: «Corleone non dimentica»
Se Corleone non dimentica lo Stato ha il dovere di agire preventivamente. Duole doverlo affermate, e mi pentirò di averlo scritto, ma la lotta alla mafia, da parte delle attuali  espressioni politiche, non caverà un ragno dal buco; le connivenze sono ancora molto strette e operative, per cui nessuna azione repressiva sarà mai approvata.  Con Al Fano ministro degli interni poi…..!!!!!

La mafia, come tutte le organizzazioni malavitose e terroristiche, agisce nell’ombra, con  viltà; semina paura nascondendosi in anfratti di comodo che vengono, comodamente, chiamate “latitanze”.

Le forze dell’ordine non dispongono delle armi necessarie per una rigorosa lotta al fenomeno mafioso (ivi comprese le tante sigle distintive), dovendo operare secondo i dettati delle leggi che sono state promulgate dagli stessi politici che sono in connivenza con la mafia.

E’ il cane che si morde la coda.

Mai visto un tacchino che organizza la festa di Natale !

Il marcio è al vertice delle istituzioni che hanno operato in perfetta simbiosi con le mafie, permettendo e agevolando gli arricchimenti che permettono  di spadroneggiare e disporre di una manovalanza, praticamente, senza limiti.

E’ intollerabile dover subire le minacce di Riina ed assistere impotenti alla scorrere del tempo, in attesa che le minacce si tramutino in atti concreti. Cosa vogliono fare le istituzioni ? Organizzare un ulteriore processo penale, con una ulteriore condanna che nulla cambia a chi ha già parecchi ergastoli da scontare e più di quello non può pagare.

Ma ci sono i parenti, i figli, che attualmente godono del patrimonio che il genitore ha creato proprio con le stragi e la violenza; se il patrimonio è ereditabile, perché non deve essere ereditabile quanto non scontato di pene residue ? b Se Riina ha accumulato tre ergastoli e riesce ad onorarne, per ovvie ragioni, solo uno, allora gli altri due devono far parte dell’asse ereditario, a meno che l’erede o gli eredi non accettino l’eredità, dopo aver usato il beneficio di inventario.

Nei secoli scorsi ci pensarono i Beati Paoli ad amministrare la giustizia.

La società nacque come reazione allo strapotere e ai soprusi dei nobili che amministravano direttamente anche la giustizia criminale.  Ora i soprusi avvengono da parte di taluni vertici mafiosi, che andrebbero combattuti con i loro stessi mezzi e le loro stesse armi; sarà anche giustizialismo, ma i predicatori  del garantismo sono gli stessi conniventi con le associazioni criminali, con le quali hanno collaborato “legalmente”  regalando loro amnistie, condoni tombali, sanatorie, scudi fiscali e assenza di controlli in nome di uno Stato che si dichiara liberista.

Ora capisco bene dove hanno imparato la tecnica del ricatto politico “si fa così o cade il governo” , è la medesima tecnica delle mafie che accomuna delinquenti e politici nell’unico calderone del malaffare.

Rosario Amico Roxas

2013-12-05

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