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Mattinale della Cgil di Lunedì 13 novembre 2017

Per le pensioni quella di oggi sarà la giornata decisiva. Oggi si apre una settimana molto ricca di appuntamenti e molto impegnativa per la Cgil e i sindacati confederali. In agenda le pensioni, l’Ilva, la definizione dei Lea (i livelli di assistenza sanitaria), la ricostruzione post terremoto, il bilancio degli effetti del Fiscal compact, la partecipazione dei lavoratori alle imprese.

| Scritto da Redazione
Mattinale della Cgil di Lunedì 13 novembre 2017

Si comincerà questa mattina con l’incontro tecnico a Palazzo Chigi durante il quale il governo formalizzerà la proposta definitiva sulle categorie di lavoratori che possono essere esentate dallo scatto dell’età pensionabile a 67 anni dal 2019 e si proseguirà nel pomeriggio (alle 16) con l’incontro politico tra il governo e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan, Carmelo Barbagallo.

Intanto la Cgil chiede l’eliminazione dei superticket sanitari: “È tempo di passare dalle parole ai fatti – ha dichiarato la segretaria confederale Rossana Dettori - ricordiamo l’impegno preso dal ministro Lorenzin per rivedere il sistema, e le parole del vice ministro Morando in merito all’opportunità di intervenire in questa direzione”. Un rinvio sarebbe inaccettabile, si cancelli subito questo ulteriore aggravio per le tasche dei cittadini, che rende meno esigibili i Livelli Essenziali di Assistenza e mina il diritto alla salute”.

SUI GIORNALI LE ANTICIPAZIONI SULLE PENSIONI

REPUBBLICA. Di “accordo in salita tra governo e sindacati sulle pensioni”, parla Rosaria Amato su Repubblica (p.9). “Oggi incontro decisivo, ci saranno anche il premier Paolo Gentiloni, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e quello del Lavoro Giuliano Poletti. «Le aperture del governo sono del tutto insufficienti — rileva il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli — i lavoratori che avrebbero accesso alla pensione di vecchiaia sarebbero poche migliaia, non i 15-20 mila calcolati dal governo. E poi l'attuale meccanismo è distorto, perché se l'aspettativa di vita cresce aumenta l'età pensionabile, se diminuisce invece non cala». Se il governo non dovesse venire incontro alle richieste dei sindacati, «saremo costretti a intensificare le iniziative di mobilitazione della nostra gente», dice Ghiselli, aggiungendo, in un'intervista al Gr1, che si valuta anche «un eventuale sciopero generale, possibilmente in maniera unitaria». …Il governo mette sul tavolo l'esenzione dall'aumento dell'età pensionabile per le categorie di lavori gravosi già individuate dalla normativa sull'Ape, alle quali si aggiungerebbero i lavoratori agricoli, marittimi, siderurgici e i pescatori (difficile pensare ad altre categorie come i vigili del fuoco o i postini, anche se ci sono richieste in questa direzione ), una proroga al 2019 per l'Ape volontaria, e una messa a regime della Rita, l'anticipo pensionistico. Inoltre accoglie la proposta dell'istituzione di un comitato tecnico scientifico del quale farebbero parte anche Inps, Inail e Istat, oltre che rappresentanti dei sindacati e dei ministeri del Lavoro, dell'Economia e della Salute. Il comitato avrebbe il compito di riformulare i meccanismi di aumento dell'età pensionabile, «rompendo gli automatismi che la norma prevede», dice Ghiselli. Mentre però per il governo il lavoro della commissione riguarda i futuri aumenti, dal 2021 in poi, per la Cgil e la Uil la commissione dovrebbe invece lavorare «a bocce ferme.

LA STAMPA. Sul quotidiano torinese scrive Paolo Baroni: “L'ultima offerta che farà oggi il governo ai sindacati per cercare di chiudere un accordo sul delicato dossier pensioni prevede sia la proroga al 2019 dell'Ape social, sia un ammorbidimento dei requisiti per entrare a far parte della lista dei mestieri che verranno esentati dall'innalzamento dell'età della persone a 67 anni a partire dal 2019. I mestieri resteranno sempre i 15 indicati giovedì scorso (gli 11 gravosi già inseriti nell'Ape social più marittimi, addetti alla pesca, operai agricoli e siderurgici), ma recependo le obiezioni dei sindacati che contestavano la credibilità delle stime dell'esecutivo su questo intervento (15-20 mila beneficiari) i requisiti di accesso verranno allentati. In particolare prevedendo non più 36 anni di contributi, ma 30 o poco di più, e 7 anni sugli ultimi 10 (anziché 6 su 7) di impiego in una occupazione gravosa. «E' un altro piccolo passo avanti, ma ancora non basta - commenta Domenico Proietti della Uil - Occorre allargare di più la platea degli esentati, dare certezze sull'Ape social dopo che quest'anno ha dimostrato di non funzionare, e poi servono interventi sui giovani e le donne». «Il giudizio è negativo e le aperture del tutto insufficienti» conferma a sua volta Roberto Ghiselli (Cgil). Il governo, che oggi torna ad incontrare i sindacati (alle 9 un nuovo round del tavolo tecnico e poi nel pomeriggio il vertice con Gentiloni e le delegazioni sindacali al completo) sul piatto mette però anche altri impegni: dalla riduzione del carico fiscale che pesa sulla previdenza integrativa dei dipendenti pubblici (equiparati al settore privato) ad una «apertura» sulle pensioni dei giovani, dalla decisione di istituire una commissione per valutare la possibilità di selezionare meglio in base alle aspettative di vita i singoli mestieri da salvaguardare, sino alla modifica del meccanismo di calcolo sull'adeguamento dell'età che dal 2021 dovrebbe diventare biennale considerando nel computo anche i periodi in cui l'aspettativa di vista cala, salvo conteggiarli con 2 anni di ritardo. In dirittura d'arrivo sono sempre possibili altre novità e sorprese. Ma quello di oggi è un po' l'ultimo appello, visto che il Senato inizia a votare gli emendamenti alla legge di Bilancio che approderà in aula il 23 e quindi è adesso che si può inserire nella manovra un eventuale pacchetto-pensioni…

SOLE 24 ORE DI IERI. Il punto sulle pensioni, alla vigilia dell’incontro di oggi, è stato fatto da Davide Colombo e Marco Rogari: “Un'estensione, anche se non troppo marcata, della platea delle 15 categorie di lavori gravosi da esentare dall'adeguamento a 67 anni nel 2019 dell'età pensionabile all'aspettativa di vita. E quella che presenterà domani pomeriggio il Governo ai segretari di Cgil, Cisl eUil nell'incontro decisivo sui correttivi previdenziali da inserire nel disegno di legge di Bilancio all'esame del Senato, che in mattinata sarà preceduto da un ultimo incontro tecnico. Del pacchetto di ritocchi farà parte anche la detassazione della previdenza integrativa per gli statali, che era stata già annunciata al tavolo sulla "fase 2" della previdenza ma che non era poi entrata nel testo finale della manovra. Per dare al bacino degli esentati dall'aumento automatico della soglia di pensionamento una fisionomia a maglie più larghe gli esperti di Palazzo Chigi e dei ministeri dell'Economia e del Lavoro stanno affinando alcuni ritocchi alla proposta presentata all'inizio della settimana agendo esclusivamente su due fronti: la continuità del requisito soggettivo di lavoratore gravoso e il numero di anni contributivi. Nel primo caso l'opzione finale dovrebbe essere quella di aver svolto la mansione faticosa per sette anni sugli ultimi dieci d'impiego e non più per almeno sei anni sugli ultimi sette (sulla falsariga di quanto previsto per i lavori usuranti) come invece era stato ipotizzato nei precedenti incontri tecnici. Per quanto riguarda invece i contributi maturati l'asticella non dovrebbe più essere posizionata a quota 36 anni, come era stato indicato dal Governo nei giorni scorsi, ma dovrebbe scendere di qualche anno (probabilmente attorno a quota 30 anni). L'allentamento di questi due paletti dovrebbe provocare un leggero ampliamento della platea degli "esentati" che all'inizio della scorsa settimana era stata ufficiosamente stimata in 15-17mila lavoratori. Ma la Cgil considera «infondate» queste previsioni sottolineando che le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti liquidate nel 2016 nel complesso sono meno di 6° mila (compresi gli assegni di vecchiaia ai dipendenti pubblici) e quindi è assai improbabile che le categorie considerate coprano circa un terzo di questi assegni. Susanna Camusso ha definito ieri la proposta fin qui presentata dal Governo «del tutto insufficiente a delineare la scelta necessaria di ridare una prospettiva al sistema previdenziale»…

CORRIERE DELLA SERA DI IERI. Per Lorenzo Salvia siamo all’atto finale. “Sulle pensioni siamo all’ultimo tentativo di mediazione. In vista dell'incontro di domani con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i sindacati hanno in sostanza bocciato l'offerta avanzata dal  governo nei giorni scorsi: «salvare dall'aumento dell'età — 67 anni nel 2019, cinque mesi in più rispetto a ora — solo chi rientra nelle 15 categorie dei lavori gravosi, dalle maestre ai muratori. La Cgil, in particolare, contesta anche le stime sulle persone coinvolte: tra le 15 e le 20 mila secondo il governo, meno a giudizio del sindacato….

 

 

 

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