CREMA
MAURO PAMIRO QUINDI E' STATO UCCISO E NON AL CANTIERE
Sarebbe stato ucciso e non al cantiere dove è stato rinvenuto: Mauro Pamiro, l'insegnante 44enne ritrovato morto in una villa in costruzione ai Sabbioni di Crema(CR) il 29 giugno 2020.
La morte del 44enne NON sarebbe dovuta quindi a ''precipitazione da notevole altezza'' come dichiara la consulenza eseguita dall'ingegnere Luca Scarselli, incaricato dagli avvocati Antonino Andronico e Gian Luigi Tizzoni, legali dei genitori del professore nel procedimento che vede indagata per omicidio (come atto dovuto) la moglie di Pamiro, Debora Stella.
Gli avvocati di Franco Pamiro e Marisa Belloni hanno presentato un ricorso contro l’archiviazione che verrà discusso il 21 luglio davanti al gip Giulia Masci..
L'esperto certifica nella consulenza depositata, in una serie di punti e considerazioni che porterebbero a confermare che il decesso non sia stato provocato dalla caduta dal tetto della villa in costruzione:
1) La postura del cadavere. Secondo Scarselli non è compatibile la traiettoria ipotizzata con la caduta. Secondo i vari esperimenti anche con manichino e rilevazioni, non corrisponde la caduta con l'arrivo al suolo, dove Mauro avrebbe dovuto mantenere un "asse" verticale, ovvero cadere "in piedi", ma non ci sono fratture alle gambe.
2) Il corpo è stato trovato supino, le gambe parzialmente sovrapposte, il braccio sinistro sul torace, il destro disteso in parallelo. Considerate la natura del suolo del cantiere di via Don Minzoni e la sua capacità di "assorbimento", non sono ipotizzabili rimbalzi o rotazioni una volta che il corpo era giunto a terra e neanche sono stati trovati segni di spostamento/ trascinamento in cantiere.
3) Le lesioni: Sono state tutte localizzate sulla parte anteriore: escoriazioni ed ecchimosi varie e una lesione ossea sulla fronte dovuta alla pietra cui la testa è andata a sbattere cadendo(certificato). Sul lato posteriore del corpo invece non sono state riscontrate ecchimosi spiegabili nemmeno con un'urto al suolo, e neppure in corrispondenza con la devastante lesione alla colonna vertebrale che ha provocato la distrazione del rachide (rottura del collo).
4) Tetto e tegole erano in ordine e senza tracce. Escluso quindi che Mauro avrebbero compiuto una "breve rincorsa" che, secondo le consulenze della procura, avrebbe preceduto poi il salto dal tetto e la caduta.
5) Mauro era scalzo. E non sono state trovate in cantiere impronte di piedi che possano essere riferibili alla presunta rincorsa dal tetto o ad una camminata comunque nel cantiere. E poi la quantità di materiale sia edile che edile scarto avrebbero sicuramente procurato ferite, lesioni a piedi nudi.
La conclusione di Scarselli, spiega nelle venti pagine della consulenza, che Mauro Pamiro non è morto in cantiere o comunque la morte non è stata causata dalla caduta dal tetto o ponteggi dello stesso, "parimenti che risultano molto improbabili con il luogo in cui si è verificata la morte della vittima e sia con quello del cantiere in esame", quindi Mauro Pamiro è morto in un'altro luogo che non è quello dove è stato ritrovato il 29 giugno(il cantiere).
Quindi si riapriranno le indagini?
GLI ALTRI PUNTI OSCURI SUL DECESSO>
#zonacheck