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OGGI E' IL GIORNO DELLA "MEMORIA". RICORDIAMO ANCHE GAY E LESBICHE | Claudio Ser

| Scritto da Redazione
OGGI E' IL GIORNO DELLA

Ricordiamo anche gli Omosessuali, le Lesbiche, gli Zingari, i Rom, i Testimoni di Geova e tante altre persone sterminate perché "diverse".
IL TRIANGOLO ROSA.
La deportazione di gay e lesbiche

Il 30 gennaio 1933, soltanto un mese dopo l'ascesa al potere di Hitler, il nuovo governo nazista proibisce tutti i periodici della comunità omosessuale e mette fuori legge tutte le organizzazioni omosessuali. Il 6 maggio 1933 la sede dell'Istituto di Sessuologia viene devastata e i libri della biblioteca sequestrati e bruciati. Tra la primavera e l'estate del 1933 le SS razziano i luoghi di incontro e di socializzazione degli omosessuali. Nel 1935 il governo nazista modifica il "Paragrafo 175" promulgato da Bismarck, allargandone la casistica e ampliandone la portata. Alla fine del 1936 viene costituito l'Ufficio Centrale per la lotta all'omosessualità e all'aborto. 

Le origini del Paragrafo 175 del Codice Criminale del Reich risalgono all'art. 116 della "Costitutio Criminali Carolina", promulgata dall’imperatore Carlo V nel 1532, che recitava: "Quelle persone coinvolte in condotta lasciva, sia uomo con uomo, che donna con donna, o essere umano con animale, perderanno la loro vita bruciando sul rogo". Un principio ripreso dal Nuovo Codice del 1847 della Prussia, nella sezione nº 143, "perché tale comportamento dimostra una speciale degenerazione della persona ed è così pericoloso per la moralità". Nel 1871, Otto von Bismarck promulga con il numero 175 una nuova normativa anti-omosessuale, estesa a tutto l’Impero Tedesco: "L'immoralità contronatura, commessa fra persone di sesso maschile o fra uomini ed animali, è punita con l'imprigionamento; inoltre può comportare la privazione dei diritti civili" 

Sul finire degli anni Venti del XX secolo si fa pressione da più parti per l'abrogazione del Paragrafo 175. Nel 1929 i Socialdemocratici votano per abrogare la normativa anti-omosessuale di Bismark (il Paragrafo 175). Nel '33, però, gli stessi socialdemocratici ridicolizzano l’omosessualità del comandante della SA (Sturm Abteilungen, Reparti d’Assalto), Ernst Rhöm. Nel giugno 1934, con l’imboscata che prende il nome di "Nacht und Nebel Aktion" (Azione Notte e Nebbia), Hitler fa arrestare Rhöm ed eliminare fisicamente i vertici delle SA. Il primo luglio 1934, sul "Berlin Morgen Post", Hitler scrive: "Io ordino che tutti i graduati delle SA mantengano una condotta decorosa, e che tutte le violazioni del § 175 esitino nelle immediate dimissioni dalle SA e dal Partito Nazista. Io voglio uomini a capo delle SA, e non ridicole scimmie!".

Il 28 giugno 1935 Hitler promulga il Paragrafo 175a (detto anche "175 modificato"), che inasprisce la repressione degli omosessuali, estendendola perfino alle "fantasie sessuali", per cui qualunque accenno verbale, o scritto, o disegno, che evochi un legame o un rapporto omosessuale, comporta l’internamento in un Lager.

Gli omosessuali furono tra i primi ad essere internati nei campi di concentramento: nel 1933 abbiamo i primi internamenti a Fuhlsbuttel, nel 1934 a Dachau e Sachsenhausen. A metà degli anni Trenta la loro percentuale nei lager fu circa del 10%, poi negli anni della guerra calò enormemente. Tra il 1933 ed il 1945 le persone processate per la violazione del Paragrafo 175 furono circa 60.000, di questi circa 10.000 vennero internati nei campi di concentramento. Gli altri furono condannati a pene detentive. Il tasso di mortalità degli omosessuali nei campi fu del 60%, contro il 41% dei prigionieri politici ed il 35% dei Testimoni di Geova. Un altro dato significativo è dato dal fatto che due terzi degli omosessuali internati morirono durante il primo anno di permanenza nei campi. All'inizio essi furono costretti ad indossare un bracciale giallo con una "A" al centro ("Arschficker", sodomita). Successivamente venne adottato un triangolo rosa cucito all'altezza del petto.

Il destino degli uomini nei campi di concentramento era orrendo, in particolar modo quando portavano il triangolo rosa. 

Le lesbiche, ad esempio, non erano rappresentate da una vera e propria categoria all’interno dei lager; dal punto di vista numerico solo poche venivano internate ufficialmente come lesbiche, ma non per questo non soffrivano della minaccia e dell’ostilità nazista nei campi di concentramento. La loro sofferenza non era minore rispetto a quella degli omosessuali maschi, assumeva solo una forma diversa."

Il fascismo perseguitò gli omosessuali, anche se il codice penale Rocco, a differenza del Paragrafo 175 voluto da Hitler, non conteneva al suo interno una specifica normativa antiomosessuale.

Nel progetto del Codice Rocco del 1927, peraltro, era previsto un articolo, il 528, che puniva con la reclusione da uno a tre anni i colpevoli di relazioni omosessuali. Alla fine, però, il regime fascista decise di eliminare tale articolo dalla versione finale del codice, non certo per motivazioni liberali, ma perché prevedere il reato di omosessualità, significava ammettere l'esistenza degli omosessuali in Italia, come si legge nella relazione redatta dalla Commissione Appiani, che aveva il compito di discutere l’attuazione della nuona normativa: “La Commissione ne propose ad unanimità e senza alcuna esitazione la soppressione per questi due fondamentali riflessi. La previsione di questo reato non è affatto necessaria perché per fortuna e orgoglio dell’Italia il vizio abominevole che ne darebbe vita non è così diffuso tra noi da giustificare l’intervento del legislatore, nei congrui casi può ricorrere l’applicazione delle più severe sanzioni relative ai diritti di violenza carnale, corruzione di minorenni o offesa al pudore, ma è noto che per gli abituali e i professionisti del vizio, per verità assai rari, e di impostazione assolutamente straniera, la Polizia provvede fin d’ora, con assai maggior efficacia, mediante l’applicazione immediata delle sue misure di sicurezza e detentive”.

La repressione dell’omosessualità venne dunque affidata all’intervento della polizia che, dopo aver sottoposto il caso alla Commissione Provinciale, provvedeva alla diffida o all’ammonizione e al diffido. Furono oltre 20mila le pratiche di ammonizione nei confronti degli omosessuali. Molti omosessuali furono anche confinati in isole del Mediterraneo, in particolare le Tremiti.

Fonte: https://www.facebook.com/claudio.ser.5?fref=ts

2014-01-27

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