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SHALE: L'ARGENTINA RISCHIA CON LA POLITICA DI NAZIONALIZZAZIONE

| Scritto da Redazione
SHALE: L'ARGENTINA RISCHIA CON LA POLITICA DI NAZIONALIZZAZIONE

Secondo l'analisi dell'autorevole Platts, il Governo argentino deve aprire ad investimenti stranieri per sfruttare l'abbondanza di gas shale posseduto nel suo territorio. Paragonate al Venezuela le politiche nazionaliste del Presidente, Maria Fernandez de Kirchner

Un ambito aperto alle compagnie estere private e niente paura per quanto riguarda l'aspetto ambientale sono i consigli che il prestigioso think-tank di analisi energetica Platts ha rivolto nei confronti dell'Argentina. Come riportato in un'analisi, giovedì, 26 Settembre, la Platts ha evidenziato come il Governo argentino debba porre fine alle politiche di nazionalizzazione del settore dell'energia per approfittare dello sfruttamento del gas shale.

Nello specifico, la Platts ha sottolineato come non sia stata rassicurante la decisione del Presidente argentino, Maria Fernandez de Kirchner, di estromettere la compagnia spagnola Repsol dalla compartecipazione nel colosso nazionale energetico dell'Argentina YPF, presa nel 2012.

Inoltre, il Presidente Kirchner ha imposto un tetto massimo al costo per l'energia, che, de facto, ha limitato lo sfruttamento di gas in territorio argentino, ed ha obbligato l'Argentina ad importare una lauta quantità di oro blu liquefatto nel 2011.

Secondo l'analisi, il posizionamento del Governo argentino potrebbe portare al modello venezuelano, in cui, nonostante l'abbondante presenza di greggio, l'esclusione di compagnie internazionali dal settore degli idrocarburi in Venezuela ha comportato una diminuzione della produzione di oro nero.

L'opportunità energetica argentina

L'Argentina, dopo USA e Cina, è il terzo Paese al Mondo per quantità di gas shale posseduto nel proprio sottosuolo, che, secondo le stime EIA, si aggirano attorno ai 774 Trilioni di Piedi Cubi.

Per lo sfruttamento dell'oro blu non convenzionale nel giacimento Vaca Muerta, uno dei più capienti del Paese, la YPF, lo scorso 29 Agosto, ha firmato un accordo con la compagnia statunitense Chevron, già leader nel settore dello shale in Europa Centro-Orientale.

La decisione, che va in controtendenza rispetto alle politiche del Presidente Kirchner, è stato valutato positivamente dalla Platts, che, nonostante l'analisi severa, ha individuato un margine di miglioramento nel settore energetico del Paese.

Matteo Cazzulani

Freelance Journalist

m.cazzulani@gazeta.pl

http://matteocazzulani.wordpress.com

http://matteocazzulaniinternational.wordpress.com

2013-09-28

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