Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 01.04

Sudan e Sud Sudan: scontro sul petrolio

| Scritto da Redazione
Sudan e Sud Sudan: scontro sul petrolio

Il 28 novembre Khartoum ha annunciato un’interruzione delle esportazioni del greggio del Sud, che può raggiungere il Mar Rosso e i mercati internazionali solo attraverso gli oleodotti del Nord. Il ministro del Petrolio Ali Ahmed Osman, motivando la misura con lo stallo dei negoziati con Juba sulle tariffe di transito, ha spiegato che il blocco era stato deciso il 17 novembre dopo mesi di trattative infruttuose cominciate all’indomani della proclamazione dell’indipendenza del Sud Sudan. Khartoum, ha aggiunto il ministro, ha finora permesso che le esportazioni continuassero nella speranza di un’intesa relativa anche al pagamento degli arretrati. Khartoum ha motivato il blocco anche con il mancato pagamento da parte di Juba di arretrati per 727 milioni di dollari. Il Sud ha risposto chiedendo cinque miliardi, dovuti dai tempi della guerra civile (1983-2005). Khartoum chiede 32 dollari a barile a fronte di valori di mercato non superiori ai sette. Jared Ferrie, corrispondente a Juba dell’agenzia di stampa finanziaria Bloomberg, citato dall'agenzia Misna, spiega che «Il Nord sostiene di aver riserve per garantire vendite regolari per un anno intero, lasciando il Sud a secco». Mentre secondo Egbert Wesselink, responsabile della rete Coalizione europea per il petrolio in Sudan, «Il rischio è che a furia di tirare la corda si finisca per bloccare le trattative».

 

La Cina prova a mediare. Il governo di Pechino ha rivolto un appello a Khartoum e a Juba affinché trovino un compromesso in grado di scongiurare il crollo delle esportazioni di petrolio sudanese. «Speriamo – ha detto un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino – che il Nord e il Sud mostrino cautela e risolvano i problemi con spirito pragmatico e negoziati amichevoli». La Cina è il principale partner economico e commerciale del Sudan, acquista da sola circa il 60% dei quasi 500.000 barili di greggio prodotto ogni giorno, per lo più nelle regioni meridionali. Il Sud controlla infatti almeno tre quarti dei giacimenti di petrolio sudanese, ma affinché il greggio possa raggiungere il Mar Rosso e i mercati internazionali sono indispensabili gli oleodotti che attraversano il Nord.

 

Uno degli elementi più importanti degli accordi di pace del 2005, che avevano concluso una guerra civile durata oltre venti anni, era stata proprio la suddivisione delle rendite petrolifere tra Nord e Sud. Dopo l'indipendenza del Sud Sudan, in luglio, quegli accordi sono venuti meno e non sono ancora stati sostituiti da una nuova intesa tra Khartoum e Juba.

 

L'offerta di Juba. Il 30 novembre, attraverso un comunicato emesso a Addis Abeba, dove erano in corso le trattative, il governo del Sud Sudan ha reso noto di accettare la mediazione dell'Unione africana per risolvere la disputa e ha dichiarato di essere pronto a trasferire al Nord 5,4 miliardi di dollari, ovvero «circa il 70% del debito pubblico del Sudan, secondo i calcoli del Fmi». In cambio, Juba chiede di considerare in questo modo definitivamente chiuse le discussioni pendenti e di iniziare nuove trattative sul petrolio senza tenere conto di accordi precedenti.

 

Fonte: Campagna italiana per il Sudan, una pace da costruire

1421 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria