(CR) Archi di Palazzo Comunale, entro metà luglio completati i lavori di consolidamento
Cremona, 9 giugno 2025 – Entro la metà del prossimo mese di luglio saranno completati i lavori di consolidamento degli archi di Palazzo Comunale, lato piazza del Comune. E’ quanto emerso, tra l’altro, dalla presentazione, avvenuta nel pomeriggio, delle importanti opere realizzate sino ad ora, che ha visto intervenire il sindaco Andrea Virgilio, l’assessore alle Opere Pubbliche e alla Valorizzazione di Palazzo Comunale Paolo Carletti, affiancati da Giovanni Donadio, dirigente del Settore Programmazione Progettazione, Esecuzione, Manutenzione del Comune, da Laura Balboni, funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Nicoletta Cecchini, archeologa, anch’essa della Soprintendenza, da Massimo Mazzoleni, progettista e direttore dei Lavori, e da Eros Zanotti per l’impresa Magistri Restauro.
Come illustrato dal dirigente Giovanni Donadio e dall’architetto Massimo Mazzoleni, l’intervento di restauro e consolidamento strutturale delle arcate di Palazzo Comunale, per un importo complessivo di oltre 420mila euro, iniziato nel settembre del 2024, si è reso indispensabile e indifferibile per le gravi condizioni in cui versavano le strutture murarie dell’edificio che presentavano estesi fenomeni fessurativi e deformativi dei grandi archi murari che si aprono sulla piazza. Il fenomeno di dissesto in atto ormai da qualche anno ha dapprima reso necessaria l’installazione di un sostegno provvisorio con telai metallici a supporto degli archi, così da scongiurare la caduta di materiale e assicurare un supporto transitorio alla struttura muraria. E’ seguito un approfondito studio scientifico dei fenomeni in atto, e sono stati individuati idonei sistemi di restauro e rinforzo degli archi per la loro definitiva messa insicurezza.
Gli interventi, in corso di ultimazione, sono stati fatti seguendo una duplice strategia di consolidamento: con il ripristino e la riparazione locale delle tessiture murarie dissestate da un lato, e con l’introduzione di nuove centine metalliche di supporto degli archi dall’altro. L’introduzione delle nuove centine di rinforzo degli archi, approvata dopo un accurato e approfondito confronto con la Soprintendenza, favorevole alla massima conservazione del materiale costruito (il palazzo è sottoposto a vincolo dal 1912), si è resa indispensabile per garantire lo sgravio dei consistenti fenomeni di schiacciamento che le antiche strutture murarie della parete centrale del palazzo (erette nel secolo XIII) stanno subendo a causa dell’apertura degli archi stessi, avvenuta nel 1839 su progetto dell’architetto Luigi Voghera.
Come ha poi spiegato Eros Zanotti, dopo una prima pulitura a secco e tramite acqua, i distacchi in profondità sono stati riempiti con malte strutturali da iniezione e in alcuni casi sono stati inseriti perni in acciaio inox, da soli o in combinazione con una maglia in acciaio che ha consentito di rinforzare le murature. I sottarchi sono stati risarciti in modo simile, con apposizione aggiuntiva di maglie di rinforzo in fibra di basalto annegate in malte strutturali; si è poi proceduto con la stuccatura di rifinitura dei sottarchi e delle spalle in granito e con l’equilibratura cromatica, che hanno consentito di armonizzare le strutture con il contesto circostante.
Durante l’intervento strutturale sulle murature degli archi, è stato possibile constatare lo stato di diffuso degrado in cui versavano gli affreschi situati tra gli archi e raffiguranti sia soggetti religiosi, sia simboli politici e civili. Si è così esteso l’intervento anche al restauro di questi lacerti di affresco, effettuando innanzitutto una delicata pulitura a secco seguita da pulitura con impacchi di soluzioni detergenti a base acquosa, che hanno permesso di recuperare i colori originali di questi dipinti. Anche in questo caso è stato necessario un consolidamento dei distacchi degli intonaci dalla muratura, svolto tramite iniezioni di malte apposite, seguito da stuccatura con malte a base di calce naturale e infine dall’equilibratura cromatica mediante acquarelli, che ha restituito unità di lettura a questi pregiati dipinti. Sono così tornati alla luce le raffigurazioni, nelle lunette dei tre archi sotto il portico, verso la piazza, a partire da sinistra, dell’Angelo annunciante, l’Allegoria della Giustizia e l’Annunciazione, caratterizzate da una rara raffinatezza, nonché il Leone di San Marco, a testimonianza dell’occupazione veneziana di Cremona tra il 1499 al 1509, anno in cui il re di Francia Luigi XII liberò la città, come dimostra lo stemma con i tre gigli, emblema araldico della monarchia francese, presente nella Sala degli Alabardieri.
Allo stato attuale sono stati ultimati tutti i lavori di restauro e consolidamento delle murature dissestate, con il rinforzo degli archi, mentre sono in fase di realizzazione le nuove centine metalliche di rinforzo degli arconi, che saranno trasportate e collocate nelle prossime settimane.
“Abbiamo restituito alla città delle opere di straordinaria bellezza celate dai segni del tempo”, ha dichiarato tra l’altro l’assessore alle Opere Pubbliche e alla valorizzazione di Palazzo Comunale Paolo Carletti, che ha aggiunto: “Per tantissimi di anni i cremonesi non hanno potuto godere di tale spettacolo che dà una nuova prospettiva alla vista sul Palazzo del Comune dalla piazza. Gli affreschi riscoperti raccontano la storia di Cremona e spiegano quanta cura misero i nostri avi nelle decorazioni del Palazzo Comunale. Con questi importanti interventi di consolidamento, messa in sicurezza, nonché di valorizzazione della sede del potere civile cittadino da più di 800 anni, si vuole dare il massimo lustro a Palazzo Comunale perché possa diventare un polo culturale della città”.
“Questo intervento - ha detto in chiusura il sindaco Andrea Virgilio - rappresenta un passaggio fondamentale per coniugare la piena funzionalità del Palazzo Comunale con la necessità di tutelarne le radici storiche e architettoniche. Restituire solidità e decoro a una struttura simbolo della nostra città significa valorizzare l’identità di Cremona. Il Palazzo Comunale è la casa dei cremonesi, un luogo di incontro, di partecipazione e di identità. Con Questo consolidamento concretizza l’impegno dell’amministrazione a custodire il patrimonio storico della città, garantendo al tempo stesso spazi pubblici pienamente funzionali, aperti alla comunità e all’altezza del loro ruolo istituzionale”.