Oltre mille edifici, duecento anni di storia e un’agricoltura che resiste in 7 casi su 10. E’ questa l’analisi che emerge dal primo censimento delle cascine lodigiane realizzato dalla Coldiretti Lombardia in occasione della tappa lodigiana del Lombardia Expotour e presentato oggi durante il convegno: “Lodi, la via verde alle porte di Expo: dalla crisi della stalla alla cascina del futuro”. Lo studio nasce da una ricerca presso sedi di zona della Coldiretti, uffici tecnici e anagrafi comunali, consultando piani di governo del territorio ed esperti di storia rurale.
“Per la prima volta si è tentato di costruire un quadro d’insieme degli insediamenti rurali nel Lodigiano cercando di capire quali abbiano conservato la loro origine agricola, quali invece siano stati riconvertiti in abitazioni o con altre destinazioni d’uso e quanti invece siano diventati degli edifici fantasma – spiega Alessandro Ubiali, Presidente della Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza – e aldilà della fisiologica contrazione dell’attività agricola, la riconversione di parte degli edifici rurali in abitazioni per famiglie e giovani coppie credo che sia anche il segnale di un nuovo approccio all’abitare e al rapporto con la campagna”.
La fuga dalle cascine è stata molto forte fra il 1950 e il 1970 spiega la Coldiretti Lombardia, mentre dalla fine degli anni Ottanta in poi è progressivamente emerso il segnale di un’inversione di tendenza per gli immobili rurali dove non si svolgeva più l’attività agricola: tanto che adesso il 15% circa è usato come abitazione o per ospitare attività di welfare sociale. In totale – spiegano le stime della Coldiretti - l’85% delle cascine è ancora abitato, mentre il resto è composto da edifici fantasma.
L’agricoltura – spiega la Coldiretti – è tuttora la principale destinazione d’uso delle cascine lodigiane, riscontrabile in quasi il 70% delle strutture censite. Col tempo, accanto alle coltivazioni tipiche e all’allevamento, sono comparse nuove attività basate sulla multifunzionalità: molte aziende agricole oggi vendono direttamente al consumatore i prodotti, gestiscono agriturismi e propongono attività didattiche per adulti o bambini.
In provincia di Lodi il 10% delle imprese fa vendita diretta, mentre si contano più di 30 agriturismi e 11 fattorie didattiche. “Vendo i miei prodotti nello spaccio aziendale dal 1996 – racconta Alberto Dolfini, della cascina Bertoline di Ossago Lodigiano, dove alleva vitelli a carne bianca e suini – Credo molto nella vendita diretta e nel contatto con i consumatori, tanto che nel 2004 ho deciso di aprire anche un agriturismo con ristorazione e alloggio”.
Accanto alle cascine agricole – spiega la Coldiretti – ne esistono altre che hanno perso questo ruolo tradizionale. In base ai dati del censimento, è possibile stimare che negli ultimi 50 anni circa una cascina su tre sia stata abbandonata oppure riconvertita ad altri usi.
A Boffalora d’Adda, ad esempio, la cascina Mezzanino è sede di una comunità di recupero così come la cascina Castagna a Pieve Fissiraga. Ma non mancano casi di cascine trasformate in nuovi poli residenziali come la cascina Rometta a Mairago, dove le vecchie case contadine sono state riconvertite in 12 appartamenti oggi abitati da una trentina di persone, fra cui diversi giovani con figli.
“Siamo una piccola comunità – spiega Elisa Spinoni, tra i primi residenti della nuova comunità di cascina Rometta – e ci sentiamo come un’unica famiglia: se uno ha bisogno chiede aiuto al vicino e ci si dà una mano in tutto. Diverse coppie giovani hanno scelto di vivere qui, perché erano alla ricerca di un ambiente tranquillo dove ci fosse la possibilità di coltivare un orto o tenere degli animali domestici”.
Oltre il 90 per cento della cascine censite – conclude la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza – sono concentrate nella bassa e nel centro lodigiano, le restanti si trovano nell’area nord della provincia. Nella “top ten” dei Comuni con il maggior numero di strutture segnalate troviamo: Lodi (80), Borghetto Lodigiano (55), Codogno (48), San Rocco al Porto (40), Santo Stefano Lodigiano (37), Sant’Angelo Lodigiano (34), Guardamiglio (32), Livraga (32), Caselle Landi (32) e Corte Palasio (32) e Somaglia (32).
“Le cascine lombarde sono forzieri di storia, tradizione, cultura e architettura attorno alle quali si è sviluppata un’economia agricola che ha dato al mondo alcuni fra i più grandi tesori del Made in Italy, fra cui il Grana Padano – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – attraverso Expo vogliamo far conoscere proprio questo: un territorio unico, culla di prodotti e storia”.