Ieri, il direttore generale dell’International atomic energy agency (Iaea) Rafael Mariano Grossi ha detto che l’L’Ucraina ha informato che «I rinnovati bombardamenti nei giorni scorsi hanno causato ulteriori danni nell’area della centrale nucleare di Zaporizhzhya (ZNPP), evidenziando ancora una volta i gravi rischi per la sicurezza nucleare che l’impianto deve affrontare e sottolineando l’urgente necessità di una missione di esperti dell’Iaea per andare lì».
Grossi ha rivelato che, secondo l’Ucraina «I bombardamenti di sabato (20 agosto) e domenica (21 agosto) hanno danneggiato le infrastrutture della ZNPP, compresi i laboratori e le strutture chimiche. Inoltre, l’Ucraina ha affermato che i bombardamenti di lunedì (22 agosto) hanno danneggiato i trasformatori della vicina centrale termoelettrica, provocando una disconnessione della linea elettrica che collega questo impianto alla ZNPP per diverse ore prima che fosse ripristinata più tardi lo stesso giorno. Questi incidenti mostrano perché l’Iaea deve essere in grado di inviare una missione alla centrale nucleare di Zaporizhzhya molto presto. Sto continuando a consultarmi molto attivamente e intensamente con tutte le parti in modo che questa missione vitale dell’Iaea possa aver luogo senza ulteriori indugi. La presenza dell’Iaea contribuirà a stabilizzare la sicurezza nucleare e la situazione della sicurezza nel sito ea ridurre il rischio di un grave incidente nucleare in Europa. La missione dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni se i negoziati in corso avranno successo».
Oltre alla linea di riserva di alimentazione della centrale termoelettrica, ora ripristinata, la ZNPP dispone di un elettrodotto operativo che lo collega alla rete, per un totale di 4 linee. L’Iaea ricorda che «Un’alimentazione sicura fuori sede dalla rete è essenziale per garantire la sicurezza nucleare. Questo requisito è tra i 7 pilastri indispensabili per la sicurezza e la protezione nucleare che il direttore generale ha delineato all’inizio del conflitto». I bombardamenti hanno già danneggiato la linea ad alta tensione della sottostazione Kakhovskaya e il personale della centrale nucleare ha dovuto ridurre la capacità di due unità elettriche.
L’Ucraina ha informato separatamente l’Iaea che 10 dei 15 reattori che producono energia nucleare in Ucraina sono attualmente collegati alla rete, inclusi 2 di Zaporizhzhya, 3 della centrale nucleare di Rivne, 3 della centrale nucleare dell’Ucraina meridionale e due della centrale nucleare di Khmelnytskyy. Grossi ha detto che «L’Iaea continua a ricevere dati sulle salvaguardie a distanza dai siti delle 4 centrali nucleari operative in Ucraina, nonché dalla centrale nucleare di Chernobyl».
Le dichiarazioni di Grossi sono arrivate proprio mentre a New York si teneva un Consiglio di sicurezza dell’Onu urgente richiesto dalla Russia per discutere dei «Continui attacchi contro la centrale nucleare di Zaporozhye». Il rappresentante permanente della Russia all’Onu, Vasili Nebenzia, ha sottolineato che nelle più grande centrale nucleare d’Europa, «La situazione in materia di sicurezza nucleare, dall’ultima riunione del Consiglio di sicurezza, è peggiorata, poiché le Forze armate ucraine continuano ad attaccare il territorio dell’impianto quasi ogni giorno. Questo crea un rischio reale di un incidente nucleare con conseguenze catastrofiche per l’intero continente europeo».
Mentre gli Ucraini continuano a dire che gli attacchi alla centrale nucleare fanno in realtà parte di una manovra propagandistica russa, Nebenzia ha ribadito che «I continui attacchi all’impianto da parte di Kiev sono una diretta conseguenza dell’accettazione criminale da parte dei loro frontmen in Occidente. Nell’ultima riunione [del Consiglio di sicurezza], nessuna delegazione occidentale ha avuto il coraggio di condannare gli attacchi all’impianto da parte delle forze armate ucraine e non hanno chiesto loro di fermarsi», ha accusato il rappresentante russo che poi ha esortato il Consiglio di sicurezza a «Chiedere all’Ucraina di interrompere le sue attività militari a Zaporozhye, allo stesso modo in cui la Russia ha fatto molte volte. Sembra che i nostri colleghi vivano in una realtà parallela, in cui le forze armate russe stanno attaccando l’impianto che proteggono e usano per questo i sistemi statunitensi. Il mio Paese non utilizza l’impianto per scopi militari. Finora è stato evitato un disastro nucleare grazie alla buona collaborazione tra i lavoratori dell’impianto, il personale di emergenza e le forze armate russe. Il ministero della Difesa russo è nella posizione migliore per fornire fotografie ad alta risoluzione che mostrano che sia l’arsenale pesante russo che le armi leggere non si trovano nel territorio dell’impianto».
Poi Nebenzia ha espresso disappunto per la recente visita del Segretario generale dell’Onu, António Guterres in Ucraina, evidenziando che «Mosca sperava che l’organismo internazionale spingesse Kiev a fermare i suoi attacchi a Zaporozhya. Non sentiamo alcuna condanna dal segretario generale per quanto sta accadendo, sentiamo solo appelli perché “le attività militari evitino la zona’”».
Nebenzia ha continuato il suo j’accuse ricordando che la Russia sostiene gli i sforzi dell’Iaea per ispezionare la centrale nucleare di Zaporozhya e ha ricordato che «La missione prevista per il 3 giugno non ha potuto essere svolta per ragioni al di fuori del controllo di Mosca. Ci aspettiamo che la missione dell’Iaea avrà luogo in un futuro molto prossimo e che gli esperti dell’agenzia confermeranno la reale situazione nell’impianto, ciò che sta realmente accadendo. Siamo pronti a fornire il massimo livello di supporto per risolvere qualsiasi problema amministrativo o organizzativo».
L’Ambasciatore russo all’Onu ha concluso il suo intervento parlando dell’autobomba che il 20 agosto a Mosca ha ucciso Darya Dugina, opinionista politica e figlia di Aleksandr Dugin, un filosofo politico di estrema destra stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin: «Le autorità russe stanno indagando sull’incidente e le conclusioni preliminari sono che questo mostruoso crimine è stato organizzato dai servizi speciali ucraini. Esorto l Consiglio e la leadership delle Nazioni Unite, a condannare l’ennesimo crimine del regime di Kiev».
L’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsy, ha respinto le accuse di Nebenzia e ha negato che l’Ucraina stia bombardando un suo impianto nucleare: «Nessuno che sia almeno cosciente può immaginare che l’Ucraina prenderebbe di mira una centrale nucleare a tremendo rischio di catastrofe nucleare e sul proprio territorio». Kyslytsy ha informato il Consiglio di sicurezza dell’Onu che «Il ministro degli esteri ucraino ha risposto all’Iaea in merito alla missione. La proposta dell’itinerario è conforme alla normativa nazionale e, in generale, potrebbe essere accolta. Tuttavia, devono essere presi ulteriori accordi in base alle condizioni di sicurezza, alla comunicazione di piani dettagliati del percorso e ad altri aspetti logistici. Continuiamo a credere che l’efficacia della missione possa essere rafforzata incorporando componenti militari e politici supportati dall’esperienza delle Nazioni Unite. Considerando l’entità delle attuali sfide e minacce, abbiamo anche esortato l’Iaea a prendere in considerazione una presenza permanente dei suoi esperti presso la ZNPP fino a quando le autorità ucraine competenti non riprenderanno il pieno controllo di questo impianto nucleare.
L’Ambasciatore Ucraino ha sottolineato «L’importanza della missione che si svolge su richiesta dell’Ucraina. Gli occupanti hanno addestrato alcuni degli ostaggi su ciò che dovrebbero dire e ciò che non dovrebbero mostrare all’Iaea. Ecco perché è davvero importante condurre la missione in un modo che permetta alla comunità internazionale di vedere la situazione reale e non uno spettacolo teatrale russo».
La risposta dell’Onu è stata affidata alla vicesegretaria generale per Political and Peacebuilding Affairs, la statunitense Rosemary DiCarlo, che ha avvertito che il perdurare f della situazione che descrivono – pur scambiandosi accuse – russi e ucraini «E’ un’azione suicida. La Situazione è pericolosa sia all’interno che intorno alla più grande centrale elettrica d’Europa. L’Onu vuole un accordo per ripristinare le infrastrutture come prettamente civili e garantirne la sicurezza».
Rispondendo indirettamente al rappresentante permanente della Russia all’Onu, la DiCarlo ha ricordato al Consiglio di sicurezza che «Le Nazioni Unite hanno avvertito che, se gli incidenti alla centrale nucleare di Zaporizhzhia dovessero persistere o intensificarsi, potrebbero verificarsi disastri» e, ribadendo quanto ha detto recentemente da Guterres, ha aggiunto che «Qualsiasi potenziale danno a Zaporizhzhia è “suicida”. Le Nazioni Unite rimangono seriamente preoccupate per la situazione pericolosa dentro e intorno allo stabilimento».
Dall’inizio di marzo le attività della centrale nucleare sono nelle mani di tecnici ucraini, ma il sito è sotto il controllo dell’esercito russo e la sottosegretaria generale dell’Onu ha affermato che «Tutto il personale e le attrezzature militari devono essere rimossi dai locali. Dve essere messo fine a un ulteriore spostamento di forze o attrezzature. L’impianto non deve essere utilizzato come parte di alcuna operazione militare. Chiediamo un accordo su un perimetro di smilitarizzazione sicuro per proteggere l’area».
Una situazione pericolosissima che ha portato il segretario generale dell’Onu a chiedere «Buon senso e ragione e l’astensione dal compiere qualsiasi atto che possa mettere a repentaglio l’integrità fisica, la sicurezza o la protezione della centrale nucleare». Il 15 agosto, Guterres ha discusso della sicurezza di Zaporizhzhia in una telefonata con il ministro della difesa russo Sergei Shoigu. Tre giorni dopo, la questione è stata sollevata a Leopoli in un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il capo dell’Onu ha invitato le parti in conflitto a «Fermare immediatamente tutte le attività militari nelle vicinanze dell’impianto, prevenendo attacchi alle strutture o ai dintorni».
Per la DiCarlo «Deve esserci un chiaro obbligo per un accordo per ristabilire Zaporizhzhia come infrastruttura puramente civile e garantire la sicurezza dell’area» e, come aveva già detto Guterres ha sottolineato che «L’energia prodotta in loco appartiene agli ucraini».
La DiCarlo è molto preoccupata e ha concluso: « Accogliamo con favore le recenti dichiarazioni dell’Ucraina e della Russia che indicano il sostegno all’obiettivo dell’Iaea di inviare una missione all’impianto, che sarebbe la prima dell’Iaea in quel sito dall’inizio della guerra (iniziata esattamente 6 mesi fa, ndr). L’Onu ha anche valutato di avere la capacità logistica e di sicurezza in Ucraina per supportare qualsiasi missione dell’Iaea da Kiev, a condizione che Ucraina e Russia siano d’accordo. Dobbiamo essere chiari sul fatto che qualsiasi potenziale danno alla centrale, o a qualsiasi altro impianto nucleare in Ucraina, che porti a un possibile incidente nucleare avrebbe conseguenze catastrofiche, non solo per le immediate vicinanze, ma per la regione e oltre. Allo stesso modo, qualsiasi danno che porti al distacco dell’impianto dalla rete elettrica ucraina avrebbe implicazioni umanitarie catastrofiche, in particolare con l’arrivo dell’inverno. Come ha chiarito il Segretario generale, l’elettricità prodotta nello stabilimento di Zaporizhzhia appartiene all’Ucraina. E’ imperativo che in questo momento ci sia l’impegno delle parti a fermare qualsiasi attività militare intorno alle strutture di Zaporizhzhia e consentire le sue attività in sicurezza».