Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 22.52

Unicef: 850 bambini in detenzione a rischio ad Al Hasakah (Siria)

| Scritto da Redazione
Unicef: 850 bambini in detenzione a rischio ad Al Hasakah (Siria)

 “L’acuirsi della violenza nella città di Al Hasakah, legate al tentativo di evasione dalla prigione di “Ghwayran”, lo scorso giovedì, ha messo a serio rischio la sicurezza di circa 850 bambini che sono in detenzione. Alcuni hanno solo 12 anni. Secondo le notizie che ci arrivano, oltre 100 persone sono state uccise e migliaia sono state sfollate a causa delle violenze in corso”. Sono drammatici i numeri riportati da Bo Viktor Nylund, Rappresentante Unicef in Siria, circa quanto sta accadendo nel nordest del Paese.

“Mentre continuano i combattimenti, il rischio per i bambini aumenta, compreso quello di essere feriti o reclutati con la forza. La violenza potrebbe diffondersi ad altre prigioni, nei campi e nelle comunità locali”, spiega Nylund. “I bambini nella prigione di Ghwayran sono bambini e hanno il diritto di accedere a procedimenti di giustizia riparativa. Chiediamo il rilascio dei bambini dalla prigione. La detenzione dei bambini dovrebbe solo essere una misura di ultima istanza per il minor tempo possibile”.

Nel nordest della Siria, precisa il rappresentante Unicef, “circa 10.000 bambini e le loro madri sono in centri di detenzione o nei campi di Al-Hol e Roj. Provengono da oltre 60 paesi e lottano per sopravvivere tra condizioni sempre più difficili e il duro inverno. Tutti sono particolarmente vulnerabili e hanno urgente bisogno di protezione. I bambini non hanno servizi di base come abiti caldi, servizi igienici, per la salute, l’istruzione e la nutrizione”.

Unicef, dunque, “chiede a tutte le parti nel nordest e ovunque in Siria di tenere i bambini lontani dai pericoli e proteggerli in ogni momento. Noi chiediamo ancora una volta a tutti gli Stati membri coinvolti di agire con urgenza e responsabilità nel superiore interesse dei bambini e portarli insieme alle loro madri nei propri paesi di origine”. L’agenzia Onu “continua a facilitare il coinvolgimento delle autorità locali, a sostenere la logistica del rimpatrio, a preparare i bambini e le loro madri a tornare a casa nei loro paesi d'origine e ad aiutare alcuni dei bambini a reintegrarsi. Il tempo scorre per i bambini nel nord-est della Siria. Ogni giorno conta e ora – conclude Nylund – è necessaria una maggiore azione collettiva". (aise) 

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