Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 10.35

ADDIO PIBE DE ORO: Il mondo di un calcio perduto piange Diego Armando Maradona

“Ricordo la giocata incredibile che fece quel bimbo bassino, che mi aveva detto che aveva 8 anni, su quel campetto spelacchiato e bagnato di un parco di Buenos Aires, mi ritorna lo sbigottimento della prima volta. Perché quella giocata fu un miracolo…”.

| Scritto da Redazione
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Ci ha lasciato uno dei più grandi fuoriclasse del calcio, il n' 10 per antonomasia, quando ancora era un numero che aveva un valore, sicuramente il più grande del calcio moderno, se nè andato nella sua villa di Buonos Aires dopo aver subito una delicata operazione al cervello, come se non bastasse portarsi in giro quel cuore malandato che aveva in petto.

Lo piange la sua città Buonos Aires, dove è cominciata la sua storia, lo piange la sua nazione, l'Argentina, di cui ha fatto la storia, lo piange un mondo, quello del calcio, che non era più il suo, quello che ha vissuto in Italia in quel Napoli di Ferlaino che ha fatto sognare ed impazzire una città, oltre ai tanti difensori che cercarono di fermarlo. Da Gentile, a Bergomi, a Maldini, al grigiorosso Felice Garzilli. E' stato il più grande tra i grandi: Zico, Van Basten, Rumenigge, Falcao, Socrates, Careca, Muller, Platini e via dicendo.

 “Quel che io faccio con un pallone Maradona lo fa con un’arancia” , cosi' disse 'Le Roi' Michel Platini, che di corone se ne intende e se lo ha detto lui giù il cappello: Adios Diego!

 

 -Gazzaniga Daniele-

 

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