Poche settimane fa scoppiò il caso di Davide Boni, presidente del consiglio regionale della Lombardia, indagato per corruzione insieme al collaboratore Dario Ghezzi. Secondo le testimonianze, Boni avrebbe ricevuto sette mazzette per favorire alcune opere urbanistiche in Lombardia, mentre nelle casse della Lega Nord sarebbe andato un milione di euro. Oggi invece è uscita la notizia che Francesco Belsito, tesoriere della Lega, è indagato per “appropriazione indebita” e “truffa ai danni dello stato”. Si accenna anche, secondo quanto affermano i Pm di Napoli e Locri che coordinano l'indagine insieme a quelli di Milano, a sospette attività di riciclaggio di denaro legate alla 'ndrangheta. La 'ndrangheta.
La Lega, che sperava di rifarsi una verginità politica agli occhi degli elettori con l'avversione al governo Monti, si vede così implicata in casi giudiziari quantomeno imbarazzanti per chi si è sempre detto fuori dai giochi sporchi della politica. Dopo anni passati a negare l'evidenza - cioè che la mafia si è infiltrata anche nell'onestissimo e pulito Nord - ora i dirigenti leghisti hanno una bella gatta da pelare. Chi glielo spiega agli elettori che non è solo al Sud che si corrompe, si ruba, si evadono le tasse? L'unica, per Bossi & co. è sviare l'attenzione, come d'altronde hanno sempre fatto, verso temi più facili da gestire. Tipo l’Imu, gli immigrati, gli alieni comunisti o i tagli di Monti e i licenziamenti facili. Certo, ci vorrà una bella faccia tosta se qualcuno dovesse ricordargli che per anni il partito ha obbedito come un cagnolino agli ordini del fu governo Berlusconi, votando ogni suo decreto, per quanto raccapricciante fosse. Anche quello sull'abolizione dell'articolo 18 del 2002. Che però oggi che c'è Monti, proprio non gli va giù. Ma va’?
Bossi, Borghezio, Calderoli e gli altri dovranno sperare che il fiero popolo padano (sic) abbia la memoria corta, ma non credo avranno molto da preoccuparsi in questo senso. Ricordiamoci che da quando è nata, la Lega abbindola i propri sostenitori con la storiella di Alberto da Giussano e delle radici celtiche. E visto che c’è riuscita per vent’anni, nulla vieta di pensare che potrebbe andare avanti ancora per molto tempo. Un bel lavaggio del cervello e poi potranno continuare a sbraitare contro Roma ladrona.
Alessandro Lucia
