Domenica, 05 maggio 2024 - ore 15.21

Schettino in appello confermati i 16 anni

La decisione della Corte d’appello di Firenze per il disastro del 13 gennaio 2012 all’isola del Giglio in cui morirono 32 persone. La difesa: ricorreremo in Cassazione

| Scritto da Redazione
Schettino in appello confermati i 16 anni

Francesco Schettino è colpevole. Anche in Appello. Dopo otto ore di camera di consiglio i giudici della prima sezione penale della Corte di appello di Firenze, presieduta da Grazia D’Onofrio, hanno confermato la condanna a 16 anni per l’ex comandante della Costa Concordia. Già in primo grado era stato ritenuto responsabile per il naufragio del 13 gennaio del 2012 all’Isola del Giglio che provocò la morte di 32 persone, tra le quali Dayana, una bambina di 5 anni. Il Tribunale di Grosseto lo aveva condannato a 16 anni di carcere e un mese di arresto. Schettino ha atteso la condanna nella sua casa di Meta di Sorrento insieme alla figlia. Ad informarlo con una telefonata sono stati gli avvocati. 

Il procuratore generale, Giancarlo Ferrucci (coadiuvato dal pm del dibattimento di primo grado Alessandro Leopizzi), aveva chiesto la condanna dell’ex comandante della Costa Concordia a 27 anni di carcere e tre mesi di arresto, undici di più rispetto alla pena inflitta imprimo grado (16 anni) e persino più pesante (un anno in più), di ciò che aveva chiesto sempre in primo grado il pm.

La corte d’appello di Firenze ha inflitto però una pena accessoria più pesante a Francesco Schettino: l’interdizione per 5 anni da tutte le professioni marittime. In primo grado l’interdizione, per 5 anni, era solo per l’attività di comandante di una nave, accompagnata anche dal divieto dell’uso del titolo di comandante. La corte ha così accolto una richiesta contenuta nel ricorso fatto dalla procura di Grosseto avverso alla sentenza di primo grado. La pena accessoria è stata inflitta in relazione all’imputazione di naufragio colposo. 

La difesa, nell’ultima arringa dell’avvocato Donato Laino, aveva invece chiesto l’assoluzione. Sottolineando l’errore nelle indagini che hanno indicato in una sola persona, il comandante della Concordia, l'unico colpevole del naufragio e chiedendo anche nuove indagini e la riapertura di un nuovo dibattimento «per arrivare  finalmente alla verità». La difesa di Schettino ha puntato il dito contro il timoniere Jacob Rusli Bin (mai presente ai processi) che avrebbe capito male i comandi di Schettino e soprattutto contro il primo ufficiale (e quella sera ufficiale di guardia) Ciro Ambrosio che ha patteggiato una pena lieve.

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