Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 03.26

Concorso? Non è questo il modo di trattare la scuola!!

| Scritto da Redazione
Concorso? Non è questo il modo di trattare la scuola!!

Il Gruppo Precari FLC CGIL di Cremona considera paradossale la campagna intrapresa dal ministro
Profumo riguardo ad un “concorso-panacea” spacciato per un'operazione di “necessario
svecchiamento” della scuola pubblica e ribadisce tutta la Il Gruppo Precari FLC Cgil Cremona esprime la  sua contrarietà sia al metodo che al merito di
scelte che incidono profondamente sul futuro del precariato e della qualità dell'offerta formativa in assenza di
un confronto con le organizzazioni sindacali.
Ci vuole ben altro che l'annuncio di un concorso per risolvere i problemi di reclutamento: come abbiamo più
volte sottolineato, è necessario coniugare l’obiettivo del miglioramento della qualità della scuola pubblica
Italiana con il sistema di reclutamento.
Il Gruppo Precari FLC CGIL di Cremona giudica grave l’annuncio di un concorso e vuole
perciò chiarire, per amor di verità e giustizia, se ancora queste parole hanno un senso e un valore in
un Paese in cui il nonsenso ha sostituito la razionalità e la paranoia dello spread ne ha cancellato il
valore, che:
1. al concorso “dinamizzante” che sarà bandito a settembre sono chiamati a partecipare non i
giovani aspiranti docenti, portatori di non si sa quali linfe vitali, ma proprio i “matusalemme”
da “far fuori”, i famigerati precari “storici”, quelli che sono già abilitati, quelli che hanno la
gravissima colpa di avere conseguito più di un titolo, di aver superato più di un concorso, di
avere, magari, dei dottorati di ricerca, e di aver accumulato, da quando erano “giovani” fino a
oggi, cioè a 40-50 anni, tantissimo servizio, contribuendo a mandare avanti la scuola statale e
facendo sì che la stessa si attestasse, comunque su buoni livelli, mentre piovevano soldi a
palate (e, come Monti ha pubblicamente promesso, ancora ne pioveranno!) sui diplomifici
privati. In questa scuola creata da questi ultimi governi si contano 10.000 docenti in
“esubero” che la spending review sta per “riciclare” mandandoli ad insegnare una qualsiasi
materia, alla faccia dello strombazzato “merito” e della qualità.
2. E' falso sostenere che non ci sono stati concorsi dal 1999 ad oggi. Le scuole di
specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova
selettiva in entrata e prova finale, attivate in ossequio ad una normativa europea che
mandava in cantina definitivamente la superata procedura selettiva contestata hanno infatti
valore di concorso (legge 306 del 27/10/2000, art. 6 ter e legge 40 del 1990 art.4 comma 2)
3. Non è possibile, in uno Stato di diritto, fare sperequazioni tra lavoratori con gli stessi requisiti.
Dal 2000 ad oggi, infatti, sono stati immessi in ruolo, prima e dopo i tagli Gelmini, migliaia di
docenti abilitati, SENZA ALCUNA ALTRA PROVA SUPPLETIVA! Con quale criterio, dopo 10 anni
di assunzioni effettuate dalle Graduatorie ad Esaurimento il ministro riesuma il concorso e
sottopone ai suoi ridicoli quiz (uguali per tutte le materie, ha detto: un'altra assurdità!)
docenti che hanno la stessa anzianità di servizio e gli stessi titoli di chi è stato più “fortunato”?
Siamo all'anarchia procedurale, alla follia pura!
È una storia di nuova guerra tra poveri quella che riguarda il reclutamento degli insegnanti in una
scuola che ogni anno cambia regole e crea uno stato di apprensione per centinaia di migliaia di
persone.

Il Ministro Profumo ha presentato il nuovo concorso, che dovrebbe provvedere a immettere in ruolo
nella scuola pubblica circa 12mila nuovi insegnanti (11.892) entro l'anno scolastico 2013-2014, con due
argomenti: rispettare la legge del 1996 che prevede il concorso e dare una chance "anche alle giovani
generazioni".
Ebbene:
Il concorso danneggerà chi è “in fila” da anni ed ha già superato altri concorsi, con prove di
abilitazione, tirocini, esami e migliaia di euro spesi e non faciliterà nessun giovane. Ad essere ammessi
al concorso, infatti, saranno coloro che hanno l'abilitazione all'insegnamento, requisito che appartiene
a due categorie: coloro che hanno già sostenuto il concorso del '99 (o addirittura nel '91), oppure
coloro che hanno svolto, dal 1999 al 2007, Ia Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario
(Ssis).
Il concorso è stato già fatto e ora si chiede di rifarlo a coloro che ogni anno coprono i "buchi"
dell'organico con contratti di 9 o 12 mesi rinnovabili di volta in volta e che osservano con ansia la
posizione nelle Graduatorie provinciali per sapere quando toccherà a loro. Un esercito di precari che,
ad esempio, invoca rispetto della norma europea secondo la quale dopo 36 mesi di contratto reiterato
presso lo stesso datore di lavoro dovrebbe scattare la stabilizzazione.
Al concorso, però, saranno ammessi anche coloro che, non essendo abilitati, si sono laureati entro il
2001-2002, cioè iscritti all'università prima che ci fossero le Ssis (lo prevede la legge). Un diritto
garantito, da un lato, ma anche un torto a coloro che nel frattempo hanno fatto le scuole di
specializzazione. In ogni caso, tenendo conto di questo limite, si sta parlando di insegnanti ammessi al
concorso che difficilmente avranno meno di 35 anni, quindi l'apertura tanto sbandierata ai giovani è
alquanto relativa. Ma c'è di più. Coloro che hanno sostenuto le Ssis si sono sobbarcati, nell'ordine: il
conseguimento della laurea; il test di ammissione alla Ssís costato circa 60-70 euro; due anni di corso
con obbligo di frequenza, tirocinio ed esami in itinere; esame finale di abilitazione. Il tutto per un costo
di 3.000-3.500 euro a seconda delle università. Nella migliore delle ipotesi, ora tutto questo vale la
metà. Il ministero, infatti, ricorda che, proprio per rispettare questa situazione, il concorso prevede
l'assunzione solo del 50 per cento dei posti disponibili, gli altri sarebbero comunque assegnati
attingendo dalle graduatorie esistenti.
Resta poi il nodo delle modalità di svolgimento del concorso. Le ultime prove non sono certo state
brillanti. Profumo ha deciso di dare un segnale di trasparenza pubblicando sul sito del ministero i nomi
dei responsabili di tali prove. Del resto, sia nell'ultimo concorso per dirigenti scolastici che in quello per
i Tirocini di formazione (Tfa, che di fatto rimpiazzano le Ssis) i quiz di accesso si sono rivelati errati
generando non solo polemiche ma anche un mare dì ricorsi. Nulla, quindi, garantisce che il prossimo
concorso sarà migliore.
Infine, c'è il problema dei costi. La Flc-Cgil ha stimato in 120 milioni di euro il costo del migliaio circa
di commissioni necessarie a esaminare almeno 200 mila partecipanti.
Alla luce di tali considerazioni, riteniamo che si possa ritornare a parlare di concorsi solo dopo che il
Ministro abbia chiarito come intende concretamente garantire lo svuotamento delle graduatorie ad
esaurimento nei prossimi anni, e solo dopo che siano stati individuati nuovi criteri per la definizione degli
organici, una nuova politica sul reclutamento e un piano pluriennale d'immissioni in ruolo che diano
prospettive e certezze al variegato mondo dei precari della scuola.
Per questa ragione occorre cambiare le modalità con le quali vengono definiti gli organici garantendo più
posti disponibili e una programmazione pluriennale di stabilizzazioni.
Inoltre va considerato che l' effetto combinato della devastante riforma Fornero sulle pensioni, della spending
review e dei tagli epocali della ex Ministra Gelmini si rischia nei prossimi anni di avere pochi spazi sia per i
precari che per ipotetici concorsi.

Il ministro Profumo e il Governo Monti farebbero bene invece a cancellare subito la norma, demenziale,
umiliante ed illegittima, contenuta nella “spending review” che obbliga i docenti inidonei e gli ITP a
transitare nei ruoli Amministrativi o Tecnici, togliendo 3500 posti ai precari ATA!!!
Sarebbe saggio tornare a parlare d'investimenti nella scuola pubblica
perché i tagli hanno determinato l'impossibilità di garantire una qualità accettabile di offerta
formativa in tantissimi territori!
Per questi motivi il Gruppo Precari FLC CGIL Cremona
chiede :
- meno propaganda, ma interventi concreti e di senso.
- che i tagli vecchi e nuovi vengano ritirati, che gli organici vengano adeguati ai bisogni reali
della scuola e che tutti i precari vengano immessi in ruolo, come loro imprescrittibile diritto,
dalle Graduatorie, unico strumento meritocratico e trasparente, senza ulteriori, inaccettabili
penalizzazioni economiche o professionali
e avanza, con la FLC CGIL, una serie di proposte
per affrontare e risolvere il problema del precariato:
Piano di stabilizzazione
Occorre rendere disponibili per l’immissione a tempo indeterminato i posti attualmente coperti con
incarico annuale dagli insegnanti precari riprendendo il piano di stabilizzazioni intrapreso dal governo
Prodi. Si spostino in organico di diritto tutti i posti attualmente relegati in organico di fatto, ma che sono ormai
stabili da anni: 35.000 di sostegno e circa 10.000 per somma di spezzoni. In previsione del momento in cui
cominceranno ad essere disponibili gli abilitati del nuovo sistema di formazione iniziale, va garantito
un equilibrio tra immissioni dalle graduatorie e nuovo reclutamento attraverso un’opportuna
relazione fra numero chiuso e fabbisogno.
Pensionamenti
Consentire la pensione con i criteri pre-riforma Fornero agli insegnanti, ormai battezzati "Quota 96",
che conseguono i requisiti al 31 agosto. Ciò permetterebbe di liberare spazio per gli insegnanti più
giovani.
Organico funzionale
Istituire un organico funzionale di 10.000 insegnanti in più per lavorare per la lotta alla dispersione
scolastica, per l’inserimento dei ragazzi con disabilità e per la multiculturalità. Si introducano quote di
organico funzionale per dare risposta a tutte le reali esigenze della scuola, così fortemente ridimensionata dai
tagli del Governo Berlusconi.
Fabio Mancino

fonte: FLC CGILCREMONA CON DIRITTO DI AFFISSIONE ALL’ALBO SINDACALE

 

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