Expo Milano 2015 è anche #fuorisalone. L’Italia intera coglie l’evento planetario come occasione per presentare al Mondo il patrimonio alimentare e gastronomico che ha saputo realizzare nel XIX° e XX° secolo, ma l’origine ha più di 1000 anni. Una storia di memoria e cultura che si è evoluta, con scambi e integrazioni, con modifiche e sostituzioni, dall’epoca dei Longobardi all’Illuminismo. Il nord Italia è stato teatro di guerre, carestie, malattie, continui cambi di Regnanti, mutazioni climatiche, bonifiche e canalizzazioni, antropizzazioni, viandanti e commercianti di transito che hanno segnato la vita, la cultura e la civiltà della #pianurapadana. I luoghi di culto per secoli hanno assunto il ruolo di guida, di fucina di prodotti e scrigni di preservazione di libri, progetti. Per secoli hanno governato grandi territori, hanno sfamato popolazioni e pellegrini. E’ anche questa storia di chiese e #hospitali, di monaci laboriosi, di coltivazione e di allevamento che ha determinato la creazione di una cucina particolare. Per esempio l’incontro del burro con l’olio e l’aceto come condimenti; il latte che diventa formaggi grana; la carne viene incassata con spezie; la fermentazione di vegetali e bacche per conservare nel tempo, più a lungo possibile, la sanità, il valore energetico e nutritivo del cibo, le calorie per sostenere i viaggi, per fare scorta di derrate contro le carestie, le grandi pestilenze, le calamità naturali. I 100 monasteri, abbazie, oratori, #refettori, presbiterii, credenziari lungo il Po sono la testimonianza vitale di come la #conservazione del cibo sia servita per limitare sprechi di calorie e alimenti, per ridurre il consumo di suolo agrario, per allevare e macellare solo gli animali necessari. La conservazione del cibo è quindi una storia culturale di trasformazione degli alimenti e di valore dato al cibo, superiore al solo valore alimentare, e molto attuale.
Fonte : Il Piacenza