Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 12.35

Sciopero Fiom. I lavoratori uniti contro Marchionne e Monti | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Sciopero Fiom. I lavoratori uniti contro Marchionne e Monti | Alessandro Lucia

Ieri venerdì 9 marzo è sfilato per le vie della capitale un lungo corteo, in occasione dello sciopero dei metalmeccanici indetto dalla Fiom-Cgil. Non solo metalmeccanici, però. Tra gli spezzoni del corteo si sono visti anche agricoltori di “Tavolo Verde”, studenti di Unione degli Universitari e Rete degli Studenti medi, impiegati statali, pensionati, qualche No Tav e qua e là anche un paio di bandiere del Silp, il sindacato della polizia. Massiccia anche la presenza dei partiti di opposizione, parlamentare e non, cioè l’Idv di Di Pietro, Sinistra Ecologia Libertà, la Federazione della Sinistra e una moltitudine di altri partiti di stampo comunista. Spicca, tra delusione e rabbia dei manifestanti, l’assenza ufficiale del PD, ma non per questo molti militanti iscritti al partito sono mancati all’iniziativa accanto agli operai. Dal palco, inoltre, ha preso la parola un dirigente PD della Val di Susa “più che mai No Tav”, come Flores d’Arcais lo ha descritto nel suo intervento durissimo, contro Bersani quasi più che contro Marchionne e Marcegaglia. Era presente anche Pippo Civati.

Non sono stati segnalati scontri all’interno della manifestazione, che si è svolta in totale tranquillità, anche se è giunta notizia del pestaggio di un ragazzo del liceo Righi da parte di un gruppetto di fascisti, mentre questi stava per dirigersi in piazza della Repubblica per partecipare al corteo.

Le decine di migliaia di manifestanti sono partiti da piazza della Repubblica per ritrovarsi poi sotto al palco allestito in piazza San Giovanni da cui i delegati Fiom della Fiat e dello stabilimento di Melfi hanno raccontato le loro vicende. Poi ha preso la parola Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega, che ha lanciato un violento attacco contro Bersani e il PD, ma anche contro Marcegaglia, Marchionne e contro chi accusa la Fiom di fare politica, definendoli “facce da c…”. Dopo di lui Moni Ovadia ha espresso la sua solidarietà al movimento operaio. Grande commozione nella voce di Yannis Stephanopoulos, omologo di Landini in Grecia, che ha espresso la sua solidarietà agli operai italiani e una dura condanna alla “troika” di Merkel-Sarkozy: “è una manovra che uccide gli operai e non fa nulla per la crescita. C’è bisogno, specie nei momenti di crisi, di investire per produrre e crescere, non tagliare, colpendo sempre chi questa crisi non l’ha provocata, e lasciando impuniti i veri colpevoli”.

Fischi e cori non amichevoli hanno invece accolto e accompagnato il discorso di Vincenzo Scudiere, in particolare quando il segretario confederale della Cgil - intervenuto in rappresentanza di Susanna Camusso - ha parlato di riforma del mercato del lavoro e di trattative sull'articolo 18 con il governo Monti.

Questo potrebbe essere segno di una crepa nei rapporti tra Fiom e Cgil. Ma il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, che ha parlato per ultimo, si è affrettato a stemperare le polemiche, rinnovando l'intesa con il sindacato e elogiando la sua attività di lotta.

Nel suo lungo e deciso discorso Landini sintetizza gli umori della piazza e di chi è salito sul palco prima di lui. La condanna unanime a Marchionne, al governo Monti nei suoi obbiettivi di abolizione dell’articolo 18 e sulla sua riforma delle pensioni: “Il sistema contributivo, con l’innalzamento dell’età pensionabile è dannoso per i giovani” tuona Landini “se un giovane ha dieci o quindici anni di lavoro precario alle spalle, quali contributi ha? Che pensione avrà?”. Poi lancia un altro appello: “Cancelliamo l’articolo 8, che permette alle aziende di derogare le leggi. Ma da che mondo è mondo, se una legge si può derogare, non è una legge!” E annuncia anche la possibilità di un referendum “Ci ricordiamo quello sull’acqua e sul nucleare. Siamo pronti a raccogliere le firme anche per questo”.

C’è un filo rosso che unisce di tutti gli interventi, a partire da quello degli studenti fino a quello finale del segretario Fiom. Ed è la volontà di rimettere al centro il lavoratore e il diritto al lavoro, l’appello al rispetto della Costituzione e del suo articolo primo. E’ una richiesta di democrazia.

 

Alessandro Lucia

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