Oltre 1500 tir sono ancora bloccati al confine tra Inghilterra e Francia, ossia lungo la strada verso il Tunnel della Manica, perché non possono passare a causa dei blocchi dovuti alla reazione dei Paesi europei alla notizia della diffusione di una “variante inglese” del Coronavirus più contagiosa delle altre. Nonostante l’altissima possibilità che questa variante sia già ampiamente diffusa in tutto il mondo, migliaia di persone sono rimaste bloccate negli aeroporti e altrettante sono ferme per strada a bordo dei loro camion. Sono i trasportatori, che stanno rischiando seriamente di trascorrere il Natale lontani dalle loro famiglie.
Le immagini che arrivano dall’Inghilterra fanno abbastanza impressione, perché i camion parcheggiati in fila sono davvero tantissimi, coprono chilometri e chilometri di strada e anche le aree di servizio sono piene. In molti si sono accampati proprio in queste aree, dove almeno hanno a disposizione tutto quello che può servire come i bar e ristoranti e i bagni. Altri, però, sono stati portati presso un aeroporto militare dove invece non c’è nulla, nemmeno i servizi sanitari. E tanti altri sono bloccati proprio lungo la strada, anche in quel caso in balia di se stessi.
In Italia Conftrasporto ha fatto un appello alla ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Michieli. Il Presidente di Conftrasporto Paolo Uggè ha anche ipotizzato delle soluzioni:
Una soluzione per coloro che si trovano in territorio francese potrebbe essere la realizzazione di un’area di parcheggio attrezzata e custodita che permetta ai trasportatori di lasciare il camion senza correre il rischio che venga rubato o svaligiato, per poi tornare a casa con qualsiasi altro mezzo consentito.
Sul lato britannico però è un po’ più complesso, visto anche che è un Paese ormai fuori dall’Unione Europea:
Si potrebbe comunque tentare di compiere la stessa operazione, ferme restando le condizioni indispensabili legate ai controlli sanitari.
Uggè chiede poi alla ministra Paola De Micheli di porre gli autisti italiani che si trovano in territorio britannico nelle condizioni di tornare a casa, possibilmente con il loro camion e di istituire ristori per i maggiori costi sostenuti in questi giorni. Alcuni imprenditori hanno anche lamentato perdite di merci, che si sono deteriorate a causa del blocco dei loro trasportatori.