Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 17.47

Accoglienza profughi. La Caritas e i numeri nel Cremasco

EMERGENZA UCRAINA

| Scritto da Redazione
Accoglienza profughi. La Caritas e i numeri nel Cremasco

Relazione di Claudio Dagheti, direttore della Caritas diocesana,  sulla situazione dell’accoglienza profughi ucraini, questa mattina ai sacerdoti radunati al San Luigi per un incontro di aggiornamento.

Il sistema d’accoglienza – ha detto – prevede tre momenti.

PRIMA ACCOGLIENZA

Uno di prima accoglienza – che dura una decina di giorni – soprattutto presso le famiglie di parenti e amici già residenti in Italia. Si tratta di un periodo di ascolto, in cui è necessario dichiarare l’ospitalità al commissariato o in Comune entro 48 ore (in caso di inadempiensa è prevista una multa), indicando anche gli spazi disponibili per evitare sovraffollamenti. La dichiarazione è anche necessaria per evitare che nell’accoglienza si infilino persone poco raccomandabili. È previsto anche l’avvio del programma sanitario anticovid (il tampone entro 48 ore). In questa prima fase si rendono necessari  interventi di aiuto alimentare e di sostegno economico. Le parrocchie per la prima accoglienza possono fare opera di ascolto là dove esistono centri attrezzati.

SECONDA ACCOGLIENZA

Il secondo momento consiste nell’accogliere stabilmente i rifugiati in appartamenti pubblici, o delle parrocchie o di privati, o in famiglia. La diocesi – da parte sua – metterà a disposizione provvisoriamente il Centro di spiritualità, poi – una volta sistemata – la sede delle ex-Ancelle.

“In questa seconda accoglienza – ha detto Dagheti – è importante offrire non solo i luoghi, ma anche attivare una comunità che accoglie. La permanenza dei rifugiati, infatti, non sarà pochi mesi, ma almeno di un anno. Bisognerà quindi individuare un gruppo di persone volontarie che si interessano di accompagnarli. Per la lingua abbiamo molti operatori ucraini.” In questa fase avverrà anche dell’inserimento dei bambini e dei ragazzi nelle scuole e degli adulti nel lavoro.

TERZA ACCOGLIENZA

Il terzo momento dell’accoglienza sarà quella in cui si realizzerà la piena integrazione e l’autonomia delle singole famiglie o persone.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Attualmente l’accoglienza in diocesi conta: 5 persone ospitate a Emmaus, 6 persone a San Giacomo; 27 persone ai Sabbioni (che poi passeranno al Centro di Spiritualità); 35 sul territorio ospitate da parenti e amici; due nuclei con disabilità accolti alla casa della Caritas. La situazione è ovvimente in evoluzione. Le parrocchie hanno messo a disposizione 6 case parrocchiali, 6 case di privati; una quindicina le famiglie ospitanti offerte ai parrochi.

Per ora non ci sono finanziamenti dello Stato, salvo per chi arriva tramite la prefettura. Il Comune di Crema, da parte sua, è pronto a farsi carico dei bambini dagli 0 ai 6 anni.

Dagheti ha ribadito di non favorire la raccolta di cibi e vestiario da avviare in Ucraina, in quanto attualmente in quel Paese non vi è capacità di ricezione e rischiano di essere dispersi. 

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