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L’Iran ha avviato l’arricchimento dell’uranio al 20%

Colpa delle sanzioni di Trump e dell’atteggiamento passivo dell’Ue. Iran pronto a rientrare nel JCPOA se gli altri tornano ad adempiere ai loro impegni

| Scritto da Redazione
L’Iran ha avviato l’arricchimento dell’uranio al 20%

L’International atomic energy agency (Iaea) ha confedrmato che l’Iran ha avviato il processo di arricchimento dell’uranio al 20% <, iniziando a «introdurre uranio 235 già arricchito al 4,1% in 6 centrifughe a cascata nell’impianto per l’arricchimento di Fordo».

I riavvio del processi di arricchimento dell’uranio al 20% era stato annunciato da diverse agenzia di stampa iranianr

Come aveva già annunciato il capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana (AEOI), Ali Akbar Salehi, «L’iniziativa è stata presa nel rispetto di una recente legge approvata dal Parlamento (Majlus) che mette fine alle ispezioni dell’Iaea e prevede la creazione di uno stock di 120 chili di uranio arricchito al 20%. La legge sull’azione strategica per l’abolizione delle sanzioni comprende 9 articoli che richiedono al governo della Repubblica islamica dell’Iran di arricchirsi del 20%, aumentare le riserve di uranio arricchito della Repubblica islamica dell’Iran e utilizzare la nuova generazione di centrifughe IR2M e IR6».

Il 3 novembre 2020, il parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che impone all’AEOI di produrre almeno 120 kg di uranio arricchito al 20% all’anno nel sito nucleare di Fordo. L’AEOI doveva avviare questo processo entro due mesi e immagazzinare l’uranio arricchito all’interno del Paese. Il Parlamento iraniano ha ratificato il disegno di legge il 1° dicembre e il 14 dicembre il presidente Rouhani ha detto che il suo governo avrebbe attuato il disegno di legge parlamentare «Aumentando la capacità nucleare dell’Iran» a meno che i firmatari del JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action), compresi gli Usa, «non rispettino i loro impegni. e lasciare che l’Iran goda dei vantaggi economici dell’accordo nucleare».  La decisione è stata accelerata dal’assassinio dello scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh,  il 27 novembre, da parte di un commando israeliano.

La stampa iraniana evidenzia che la decisione arriva dopo che nel 2018 il presidente uscente Usa, i Donald Trump, aveva ritirato unilateralmente il suo Paese dall’accordo sul nucleare iraniano, atto che Teheran ha sempre definito «una palese violazione  dell’accordo siglato tra Iran ed il 5+1 nel 2015», e aveva ripristinato e progressivamente inasprito le sanzioni economiche contro l’Iran, accusandolo – senza prove e contrariamente a quanto dice l’Iaea – di aver violato l’accordo nucleare e di finanziare il terrorismo islamico».

L’Iran ora dice che «A questo bisogna aggiungere l’atteggiamento passivo degli europei, firmatari del BARJAM (il Jpcoa in farsi, ndr) in merito ai loro impegni stabiliti dall’intesa del 2015. Tutto ciò ha spinto la Repubblica islamica a decidere il disimpegno nucleare».

World Nuclear News spiega che «Secondo il disegno di legge, l’AEOI è tenuto ad aumentare la sua produzione di uranio arricchito ad almeno 500 kg al mese; avviare l’installazione di centrifughe, l’iniezione di gas, l’arricchimento e stoccaggio di materiali fino a “livelli di purezza adeguati” entro tre mesi, tramite almeno 1.000 centrifughe IR-2m nella parte sotterranea della struttura Shahid Ahmadi Roshan a Natanz: trasferire qualsiasi arricchimento, ricerca e le operazioni di sviluppo delle sue centrifughe IR-6 al sito nucleare di Shahid Ali Mohammadi a Fordo; avviare le operazioni di arricchimento tramite almeno 164 centrifughe ed espanderle a 1.000 entro la fine del 20 marzo (la fine dell’anno solare iraniano); e riportare il reattore ad acqua pesante Arak da 40 megawatt alla sua “condizione pre-JCPOA” ripristinando la calandria del reattore entro quattro mesi dalla data di adozione della legge. Il governo è tenuto a sospendere le condizioni del PACG sull’accesso regolamentare oltre il protocollo aggiuntivo entro due mesi dall’adozione della legge basata sugli articoli 36 e 37 dell’accordo nucleare».

L’agenzia di stampa Fars ricorda che, entro tre mesi dall’adozione della legge che dà il via libera all’arricchimento dell’uranio, «se le relazioni bancarie dell’Iran in Europa e la quantità di petrolio da loro acquistato dall’Iran non sono tornate alla normalità e a condizioni soddisfacenti, il governo è tenuto a fermare l’attuazione volontaria del Protocollo».

Ma se, dopo tre mesi dall’adozione della legge, le parti del JCPOA tornano ad adempiere ai loro impegni», il governo iraniano è tenuto a presentare una proposta al Parlamento per una «azione reciproca dell’Iran per tornare al JCPOA.

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