Dal 4 all’8 dicembre a “Più libri più liberi” – la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria - a Roma, EMERGENCY espone le conseguenze di vent’anni di guerra in Afghanistan, con un’anteprima del nuovo progetto fotografico di Giles Duley ed Emma Francis, “No more war”.
In circa 60 fotografie e 16 ritratti, Duley e Francis raccontano in modo personale l’impatto di decenni di conflitto vissuto anche sulla propria pelle e la presa di coscienza del fallimento dell’intervento occidentale in Afghanistan e di ogni politica estera basata sulla violenza.
Duley e Francis hanno visitato l’Afghanistan un’ultima volta nel luglio 2021, raccogliendo le testimonianze dell’avanzata dei talebani. Al centro dei loro obiettivi vi erano però soprattutto le storie degli afgani che, quotidianamente, sono stati feriti durante questi 20 anni di guerra.
Giles Duley è un fotografo documentarista e uno scrittore, nato nel 1971 a Londra. Il suo lavoro lo ha portato a viaggiare in Iraq, Afghanistan, South Sudan, DR Congo, Angola, Bangladesh, Kenya, Ucraina, Giordania, Libano, Colombia, Vietnam e Nigeria per documentare l’impatto a lungo termine dei conflitti sulla popolazione civile.
Nel 2011, mentre lavorava in Afghanistan, Duley è rimasto gravemente ferito da un ordigno esplosivo e ha dovuto subire una tripla amputazione. Ciononostante, nel 2012 è ritornato nel Paese per continuare il suo lavoro.
“Una fredda mattina del febbraio 2011, mentre mi trovavo nella provincia di Kandahar, tutto cambiò: mentre accompagnavo un’unità di pattuglia territoriale dell’Aeronautica statunitense, misi il piede su uno IED, un ordigno esplosivo improvvisato”, racconta Duley nell’introduzione alla mostra. “Le mie ferite erano così gravi che alla mia famiglia fu detto di salutarmi per l’ultima volta. Quel giorno ho perso tanto ma quell’esperienza mi ha anche permesso di avere una conoscenza dei feriti di guerra che pochi narratori possiedono. Ero letteralmente nei panni di coloro che volevo raccontare. Dal momento in cui ho ripreso conoscenza nel reparto di terapia intensiva del Queen Elizabeth Hospital di Birmingham, nell’aprile 2011, avevo un unico pensiero: volevo tornare in Afghanistan per fotografare i feriti civili come me”.
Emma Francis vive a Parigi, è una fotografa freelance. Negli ultimi cinque anni si è dedicata a fotografare i conflitti e i loro effetti. Con il suo lavoro vorrebbe trovare un modo per fare la concreta differenza a favore delle vite dei suoi soggetti e non solo porre l’attenzione sulle voci ai margini. Le sue storie l’hanno portata in Nigeria, Iraq, Kenya e in tanti altri paesi in Africa e in Medio Oriente.
“No more war” rappresenta anche una riflessione sull’espressione e sulla contaminazione artistica, facendo emergere, con fatica, una flebile luce attraverso le ombre della guerra.
Insieme alle fotografie di Duley e Francis verranno esposti anche tre murales di Sibomama, artista italo-belga che vive a Bruxelles. Cresciuto in paesi diversi tra Europa e Africa, Sibomama è entrato in contatto con culture e influenze differenti che si ritrovano nel suo percorso artistico, prima con i graffiti nei primi anni 2000 e poi con gli studi di Graphic Design all’ESA Saint-Luc di Bruxelles, dove si è laureato nel 2009.
L’esposizione è parte del più ampio progetto artistico “No more war”, che si pone come obiettivo portare alla luce i costi di venti anni di guerra in Afghanistan che hanno fatto seguito all’11 settembre, denunciando il fallimento di ogni politica estera basata sulla violenza.
La campagna si basa sulla collaborazione tra diversi artisti. Attraverso la piattaforma VENT, infatti, chiunque può scaricare, rielaborare e condividere le immagini di Giles Duley, creando le proprie opere.
L’anteprima della mostra sarà esposta all’Arena The Photo/Book Cloud de La Nuvola di Roma.
Martedì 7 dicembre, alle 18.00, sempre all’interno dell’Arena The Photo/Book Cloud, si terrà un incontro con Giles Duley ed Emma Francis insieme a Marco Delogu, fotografo e curatore dello spazio. (aise)
Più libri più liberi: Emergency porta le vittime di guerra dell’Afghanistan alla fiera della piccola e media editoria
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