Riscoprire l’etica socialista | Tommaso Anastasio – Virginio Venturelli (Cremona)
Dopo un quarto di secolo dalla dissoluzione del PSI (1994), contrassegnato da divisioni e contradditorie alleanze che hanno portato i socialisti alla attuale irrilevanza politica, rimettere in sesto tradizione socialista italiana, pare proprio impossibile.
Chi in questi anni si è richiamato al nome ed ai simboli dello storico partito, senza curarsi adeguatamente di restare coerenti con i valori che storicamente hanno rappresentato, non ha più alcuna credibilità per lanciare altri appelli alla ricomposizione della diaspora.
I ripetuti e fallimentari tentativi sperimentati per la rinascita di un nuova forza socialista unitaria, alternativa al liberismo ed al degrado politico attuale, sono tutti naufragati perché non sostenuti da una rinnovata e distintiva etica politica.
La nostra debolezza non sta nella inattualità dei valori del socialismo, ( il successo dei socialisti portoghesi lo dimostra ) ma semplicemente nella inadeguatezza degli interpreti, a cui Carlo Rosselli sin dal suo libro “Socialismo liberale” del 1930 raccomandava :
di non adagiarsi su posizione meramente tattiche, ma di studiare e meditare la storia italiana lontana e vicina,
che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale, e in secondo luogo trasformazione materiale.
che, come tale, si attua sin da oggi nelle coscienze dei migliori, senza bisogno di aspettare il sole dell’avvenire.
che il socialismo non si decreta dall’alto, ma si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura.
che ha bisogno di idee poche e chiare, di gente nuova, di amore ai problemi concreti.
che il nuovo movimento socialista italiano non dovrà esser frutto di appiccicature di partiti e partitelli ormai sepolti, ma organismo nuovo dai piedi al capo, sintesi federativa di tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro.
Perchè non si riveli un’altra occasione mancata, anche il progetto in itinere, avente già programmata l’assemblea fondativa del partito socialista del XXI secolo, entro i primi mesi del 2020, le considerazioni di cui sopra non possono più essere marginalizzate, nell’interesse del nostro Paese, prima ancora che dei socialisti.
Le Comunità socialista cremasca e quella cremonese, in questa ottica sul piano locale hanno individuato prioritaria la valorizzazione delle esperienze amministrative comunali.
Nei prossimi mesi, proporremo agli amministratori dei piccoli comuni in particolare, senza partiti di riferimento specifico, occasioni di confronto sui problemi amministrativi, sociali ed economici del territorio.
Punteremo alla creazione di una rete aperta a consiglieri e sindaci, eletti in liste civiche, di area socialista, affinchè riescano ad incidere effettivamente sui temi sovraccomunali, oggi orientati prevalentemente dai comuni e dai partiti principali, senza tanta partecipazione dei non allineati.
Tommaso Anastasio – Virginio Venturelli