Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 18.41

Giustizialismo e sinistra. Una riflessione | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Giustizialismo e sinistra. Una riflessione | Alessandro Lucia

Io sono nato e cresciuto, ahimè, negli anni novanta, quelli della fine delle ideologie (dicono), quelli del post tangentopoli, quelli della “discesa in campo”. Quelli in cui “o sei per Silvio o sei comunista”, a tal punto che anche se di Marx non sapevamo nulla ci affascinava tantissimo questo modo di essere “contro”.  E d’altronde lo diceva anche il grande Gaber che “chi era contro, era comunista”.

Ma ormai Berlusconi è il passato e gli antiberlusconiani duri e puri, tra i quali non posso evitare di infilarmi, devono iniziare a pensare che cosa vogliono fare da grandi. Ma l’alternativa non c’è: c’è il costruirsi finalmente un’identità o rimanere indietro a rimirarsi allo specchio.

Un problema che il berlusconismo ha portato, che per logica conseguenza si manifesta nell’antiberlusconismo, è che questi vent’anni di incapacità e illegalità lampante, di ignoranza e prepotenza, alla fine ci hanno assuefatti a tal punto da farci diventare ostinatamente e ostentatamente giustizialisti, come neanche Maximilien de Robespierre durante il Terrore.

Dice Boeri che Penati, ma la cosa può estendersi ad altri di ogni schieramento, deve dimettersi visto che l’ha fatto Renzo Bossi e noi non possiamo “prendere lezioni dal trota”, e come se non bastasse, è uscita la notizia dell’indagine su Vendola, che in un batter di ciglia ha fatto riaffiorare rancori all’interno della stessa sinistra che vorrebbe essere unita. Ma quando mai?

(Nota bene, chiunque può essere “indagato”, anche voi, se al vicino di casa prende lo schizzo e vi denuncia, anche se si inventa le accuse).

Va bene, non prendiamo lezioni dal trota. Ma non è una gara a chi fa vedere di essere più onesto degli altri, questo dev’essere un presupposto a cui non si rimedia con la condanna preventiva e senz’appello, ma con altri metodi, leggi severissime e deterrenti e imposizioni etiche all’interno di ogni partito. Quindi o facciamo piazza pulita di tutti i rappresentanti per ripartire da zero (sarebbe bello, ma si riduce tutto a  una petizione via internet? Dove devo cliccare per riprendermi al sovranità? Bah.), oppure lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, perché si tratta di dimostrare o meno la propria innocenza, ma non sulla gogna mediatica del sentimento popolare che, si sa, è volubile e inevitabilmente avventato, bensì in tribunale, e cioè nell’unico universo in cui questo è possibile in uno stato di diritto come vogliamo, credo, resti l’Italia.

Le esecuzioni a furor di popolo lasciamole ad altri, altrimenti mandiamo a farsi benedire la Costituzione democratica, e con lei la coerenza di cui tanto ci si riempie la bocca. Che poi, gira e rigira, si finisce sempre nel buco nero del populismo, anche se la Lega insegna che ciò non sempre paga.

 

Alessandro Lucia

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