Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 08.39

Mercato dei libri: pro e contro | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Mercato dei libri: pro e contro | Alessandro Lucia

 

 

Il mondo dell'editoria è, perlomeno in Italia, quasi monopolizzato tra 4-5 grandi gruppi. Gruppi che hanno sempre sovrastato i piccoli librai indipendenti grazie a maggiori possibilità di applicare sconti sui libri in vendita. Questi 4-5 gruppi hanno un mercato enormemente maggiore (nel 2010 solo loro coprivano il 63%), quindi una di queste librerie avendo un grosso giro d'affari ha dall'editore uno sconto anche del 42%, potendo quindi praticare in libreria una riduzione anche del 20%, mantenendo comunque un guadagno del 22%.

Un libraio piccolo ha percentuali di sconto inferiori con l'editore (mettiamo il 30%) e se vuole essere concorrenziale applica anche lui il 20% in libreria, ricavandone però solo 10% di guadagno.

Quando poi dalla Gran Bretagna Amazon ha iniziato a vendere in Italia le novità con sconti  anche del 40-45%, il mondo dell'editoria nostrana ne ha risentito. Per questo è stata approvata (e dal 1° settembre è in vigore) una legge che fissi un tetto agli sconti applicati su libri nuovi. Questo riguarda sia le librerie che i negozi on line.

Lo sconto potrà superare il tetto per libri usati, a tiratura limitata, d'arte, antichi e di edizioni esaurite, oltre che per quelli fuori catalogo, per quelli pubblicati da almeno 20 mesi e per quelli che sono rimasti invenduti per almeno 6 mesi in quella libreria.

Restano ammesse le promozioni speciali, durante le quali i negozianti potranno aumentare lo sconto però senza superare il 25 per cento. Le promozioni sono consentite soltanto una volta l'anno e non a dicembre, il periodo degli acquisti natalizi. È ammesso poi uno sconto del 20 per cento in manifestazioni di particolare rilevanza oppure se si tratta di vendere a scuole, università, ad associazioni non a scopo di lucro, istituzioni o centri con finalità scientifiche. Rimane il problema del prezzo. Se in Italia un libro costa in media 16,1 euro, in Francia lo si paga 14,4 euro (-11,9%), in Germania: 13,6 euro (-18,8%), in Inghilterra: 14 euro (-17,1%), negli Usa: 11,1 euro (-46,1%).

Secondo Antonio Sellerio, presidente dell'omonima casa editrice, "i grandi sconti non avvantaggiano il lettore, come si potrebbe pensare, al contrario. Lo sconto innesca una spirale perversa. Visti i margini ridotti nell'industria del libro l'editore può fare uno sconto elevato solo se aumenta considerevolmente il prezzo. Il lettore crede di avere il libro scontato, ma quello è invece il prezzo effettivo del libro".

La verità è che appena esce una novità che va forte in Gran Bretagna o negli USA, l'Italia si affretta a fare offerte stratosferiche per poterla vendere qui; non a caso siamo il primo paese per anticipi pagati. E questi anticipi vanno ripianati attraverso quella differenza di costo che c'è tra una novità venduta in Italia (prezzo medio 18 euro) e una venduta in Francia (prezzo medio 14 euro).

Insomma questa legge è utile perché comunque tutela parzialmente i piccoli librai e, al contrario di ciò che si potrebbe pensare a prima vista, indirettamente, i lettori.

E' però  incompleta, imperfetta. Servirebbe per perfezionarla una radicale modifica del mercato del libro italiano, che sacrifica la qualità alla quantità, vendendo un gran numero di libri a prezzi elevati, solo perché si è pagato un anticipo enorme per averli prima di altri, senza però magari effettuare una selezione tra quelli qualitativamente migliori  (o che comunque "vendono") da quelli che non garantiscono un ritorno economico adeguato e che rischiano di dover passare la propria esistenza in qualche magazzino prima di finire al macero perché "non vendevano".

Alessandro Lucia

 

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