Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 16.07

Parlamento padano? Meglio il Grana! | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Parlamento padano? Meglio il Grana! | Alessandro Lucia

La Lega Nord ha riaperto il glorioso parlamento padano!

La Lega Nord è il partito di cui l’Italia si fa vanto in ogni assemblea internazionale, il partito di coloro che agli elettori urlano “Roma ladrona”, che dicono di usare il tricolore come carta igienica, eccetera eccetera.

E’ tra l’altro il partito il cui leader storico, Umberto Bossi, dopo aver fatto cadere il primo governo Berlusconi (1994), lo definì “della stessa pasta dei dittatori”, “uomo di Cosa Nostra”, “massone piduista”, per poi allearsi di nuovo con lui non appena vide che poteva cavarci qualcosa di buono, economicamente parlando.

Per carità, le cose che ha detto Bossi sono tutte fondamentalmente vere, non si discute che l’origine del capitale dell’ex premier sia molto oscura, o che fosse iscritto alla loggia P2. E’ che questa incoerenza rivela chiaramente la natura del partito verde. Una natura estremamente populista, priva di un contenuto o di idee chiare: si vaneggia una secessione, per poi ritrattare e virare su un più cauto “federalismo” (perché non si sa mai, meglio non esagerare e tenersi ben stretto il cavaliere).

La Lega inoltre ha sì un forte contatto con il territorio, perché alla fine è formata da gente che viene dal territorio e non sa fare altro che interpretare a modo suo gli istinti atavici della persona normale, facendo leva sugli argomenti che più toccano l’uomo comune: la paura di perdere quel poco che si ha, e di cui lo stato centrale (Roma ladrona!) illegittimamente si appropria. E questo si riflette, oltre che sullo stato centrale e la classe politica, anche e soprattutto sull’altra figura che viene vista come nemica: lo straniero (e prima il meridionale) che gli ruba il lavoro. Tralasciando ovviamente tutto ciò che invece implica un problema delicato come quello dell’immigrazione. Ad esempio, per dirne una, il rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo.

E poi diciamocela tutta: la Padania non esiste. Anche se qualche luminare continua a volerci convincere (con tesi geniali, a modo loro) del contrario. Come Gianluca Buonanno, deputato e sindaco di Varallo, che nei giorni scorsi ci ha fatto tornare il buonumore in questo periodo nero: “la Padania esiste perché esiste il Grana Padano, altrimenti non ci mettevano quel nome lì”. E’ un’osservazione che si commenta da sola, in fondo.

Comunque sia, credo che il “parlamento padano” sia il colpo di coda finale di una realtà politica interessante dal punto di vista sociologico, perché mostra molto bene l’ignoranza a cui ha portato nell’ultimo ventennio la dittatura soft delle televisioni e il mito dell’uomo affermato, ma che spero segni la fine della creduloneria degli abitanti del Nord Italia in persone che, in un qualunque altro paese civile, verrebbero presi come criminali, o come buffoni di corte.

Perché alla fin fine, il parlamento padano è una buffonata. Meglio il Grana, che è anche buono.

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